Cittá ed apparenza

Creato il 08 ottobre 2011 da Selena
Le cittá della mia regione mi appaiono sotto altri occhi, ora, dopo aver visto e vissuto cittá spagnole ben diverse da quelle italiane. Certamente potrei dire che le nostre son molto piú belle, piú storiche, piú....ma sinceramente non lo dico, perché anche se apprezzo molto culturalmente ed artisticamente le nostre belle cittá, son cosí abituata a quelle spagnole che ora tutto mi sembra insipido.
Trovandomi a Villa Manin domenica scorsa con Gabi, per un giretto all'aria aperta prima che arrivasse il freddo, in quell'ultima domenica estiva che il Friuli viveva, passeggiavo tra le foto della mostra fotografica esposta proprio all'entrata della villa, e la tematica era appunto foto dell'Europa, dell'Italia e del Friuli.
Le grandi capitali europee troneggiavano per bellezza, seguite da quelle Italiane e da posti famosissimi che son stati ritratti con le loro luci migliori. E dopo questo si arriva alla sezione Friuli, e per quanto ami questa regione, devo dire che lo stupore per le precedenti foto si é tramutato in ...mmmm...questo é il Friuli?
Belli i posti di montagna, davvero niente da ridire, quelli di mare ecco, tralasciamo, se mi metti una foto della spiaggia di Lignano ammetto che non faccio salti di gioia, ma poi trovo una foto di Udine, cittá che adoravo e che ben conoscevo visto che ho fatto da pendolare per 4 anni universitari, e tale foto m'ha fatto pensare "ma sta schifezza che é??". É una cittá friulana...
No, non é il Friuli ad esser brutto, son io che ormai vedo le cose con altri occhi. Son io che non le vedo né come turista, e allora coglierei la bellezza che possiedono, né come friulana, e allora non mi chiederei niente. Son io che son abituata ad altre cose, e non essendo né residente né turista vedo tutto con occhi critici. Forse troppo.
Ma da sempre c'è una cittá friulana che mai ho sopportato. Mentre Trieste era al top della lista, anche se dopo la visita di aprile non é che mi attiri piú come una volta, e Gorizia rimaneva un pó cosí. solo da visitare ogni tanto, e Udine rimaneva la cittá per eccellenza, ecco, Pordenone non l'ho mai sopportata!
Vuoi perché durante l'adolescenza era l'unica cittá facilmente raggiungibile via treno, poi crescendo era quella piú vicina, ma a parte la via centrale, la famosa vasca del sabato pomeriggio, da me tanto odiata, e poche altre cose, Pordenone, a me, non ha mai offerto molto. Ammetto che la situazione é migliorata, si é ingrandita, ha acquisito costruzioni belle, anche se contestualmente criticabili, vedi il Teatro Verdi in mezzo a palazzi "antichi" con la sua struttura moderna. Ma c'è a chi puó piacere e a chi no, ovviamente a me non piace.
Il fatto é che comunque una cittá non é solo architettura, ma anche gente, che l'ambiente si crea non solo per cioé che vedi, ma anche come lo vivi. E a Pordenone io mi sento un bel pesce fuor d'acqua! Mentre giro tranquilla per tutte le cittá spagnole, mentre mi sento a mio agio tra quelle strade, anche se non tutte piacevoli, giá che Malaga non l'adoravo ma aveva dei punti interessanti, a Pordenone non incontro la mia dimensione.
Da sempre conosciuta come la piú cara e con la gente piú snob, e queste dicono siano leggende regionali, quindi non mi odino i pordenonesi, il fatto é che passeggiando per i portici con affianco negozi firmatissimi e naturalmentre altrettanto cari, mi chiedevo perché io riuscissi ad ammirare solo le vetrine dei negozi tecnologici invece che quelli di scarpe, borse e abiti. Mah, saró io!
Passeggiando con passeggino da 17 euro comprato al Carrefour spagnolo, vestita come sempre son solita fare, ossia capi non costosi ma che mi piacciono, notavo le altre mammine con carrozzine da 500€ in sú, agghindate come se andassero ad un appuntamento importante invece che a passeggiare con il pupo.
Solo qualche uomo, di non specificata etá tra i 20 e 30, si prendeva la libertá di vestire maglietta maniche corte e pantaloncino corto, ma rigorosamente firmato. Gli alternativi, se cosí si possono chiamare, non erano presenti. I punk, che tanto imperversavano nelle strade pordenonesi negli anni '90, spariti, risucchiati chissá dove.
La gente che incrociavo mi sembrava tutta snob, tutta interessata all'apparenza, e quelli che invece non erano parte della massa, ossia coloro che si vestivano come me, si notava che venivano da fuori cittá.
Ci so solo 30 km di distanza dal mio paesino e Pordenone. Eppure una distanza minima che se messa sul piano apparenza diventa enorme. Non che qui la gente non voglia apparire, ma la cosa rimane ancora dentro certi limiti.
Forse non son cambiati i tempi, sicuramente son cambiata io. E prima, assicuro, non ero interessata alla moda in quanto apparenza, ma i vestiti per me, come le scarpe e gli accessori, devono essere comoditá, sentirmi a mio agio, farmi sentir certo carina, ma non mostrare ció che non voglio. Insomma, non saprei definire il mio look, io lo vedo normale, ma ognuno ha i suoi canoni di normalitá, e quindi che dire, per me l'estate vuol dire gonna e maglietta o canottiera con infradito, preferibilmente il tutto colorato, fate voi!
In Spagna non ho mai avuto la sensazione di sentirmi a disagio per come vestivo, anzi, a volte mi sentivo troppo ben vestita, incredibile! Mi sentivo anche un pó snob per l'atteggiamento che avevo, addirittura. Ed ora passo dall'altra parte della barriera, sentendomi io diversa.
L'apparenza, é che in Italia conta!
Perché da quando son qui son martellata da immagini e concetti secondo cui la magrezza da la felicitá, che le tette grandi son migliori che le piccole, che la dieta é da fare sempre, che bisogna andar dalla parrucchiera, dall'estetista, spendere e spandere per vestirsi, che il corpo é al centro dell'attenzione, che la giovinezza é ció che conta, che apparire é vivere.
Nudi in pubblicitá, nudi sui giornali, donne nude ovunque, ammiccamenti sessuali, donne che mangiano gelati come mangiassero altre cose, e insomma, tutto un girare attorno al sesso sia quel che sia, sensualitá e corpo, corpo e felicitá, e se non rientri nei canoni prestabiliti sei fuori dal giro, non sarai mai felice!
Alché ho ripensato alla mia adolescenza, a quella tappa  ingrata che non ti aiuta, in cui il tuo corpo non segue i tuoi desideri, in cui 3 kg in piú diventano oggetto di disperazione. Dopo tanti anni, kg persi e ripresi, ripersi, cambiamenti fisici vissuti, rivedo quelle foto e mi chiedo perché mi sentissi cosí male al pensiero di non essere come le altre, come quei modelli da seguire.
Mi guardo allo specchio ed ora penso solo "grazie della buona nottata e delle occhiaie attenuate!". Mi chiedo anche se quando ero magra ero piú felice di quando avevo qualche kg in piú.
E non lo ero, la magrezza non assicura felicitá, come non la danno i capi firmati, né le scarpe di taldeitali che ti dovrebbero far sentire tanto donna ma che ti procurano un mal di piedi tremendo.
Grazie all'espatrio, ai miei anni in giro, alle scelte prese verso i 18 anni, io son sempre io, dentro e fuori, e non m'interesso alla moda, compro solo quel che mi piace, se costa poco meglio, e non m'interessa apparire. Preferisco ancora entrare in un negozio di libri e pc piuttosto che in uno di borse. E son fatta cosí, che farci. Quando ieri la mia amica invidiava la conoscente che poteva permettersi la borsa Vuitton, io pensavo "e che me ne frega a me di Vuitton che la borsa che uso ora, e che adoro, l'ho comprata al mercatino di Nerja per 2€!!".
Cosí che rivedo ora l'Italia ed il Friuli con altri occhi, quelli di una persona che non riesce ad abituarsi, che forse, anzi, sicuramente neanche si sforza per riambientarsi, e solo pensa a rifare presto i bagagli per ricominciare di nuovo in un'altro posto.
Io son fatta cosí, che ci posso fare!

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :