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Cittadina of the mundo (dentro ad un gazebo).

Creato il 01 maggio 2013 da Ilariadot @Luna84

Ho disegnato troppi cuori a bordo pagina per pensare di poter rinunciare a sognare. Mi sento troppo a mio agio nei mercatini etnici perchè il viaggio smetta di essere un opzione. Dico sul serio: c'è un che di patologico in questa mia allegria. L'odore speziato della cucina etiope. Le esse che si scordano di uscire dalle bocche dei messicani. I fiori nel mojito. La sangría. Quella cacofonia di voci, accenti e musiche d'altrove che mi spinge a cercare in piena notte qualche frase che sia in grado di poterla raccontare. Frase che- manco a dirlo – non trovo. Cittadina of the mundo (dentro ad un gazebo).(Foto: Messaggero Veneto)
E poi, come se l'ethnic festival non fosse giá abbastanza, ci si mette pure quel TorneoNereo Rocco. Delle Nazioni. Mundialito.  Chiamatelo un po' voi come vi sembra opportuno. A me interessa il concetto. Ragazzi sotto i diciott'anni che da tutto il mondo si radunano a Gradisca d'Isonzo. Cercano gli occhi degli osservatori calcistici di serie A. Inseguono, anche loro, un sogno. Chè, per questa cornice affastellata di luci, sono passati Raul, Stankovic, Pirlo, De Rossi, Albertini, Shevchenko, Maicon, Cambiasso. E, più recentemente, anche Giovinco, Marchisio, El Shaarawi...tutti questi ragazzini sperano che, un domani, a completare l'elenco ci sia il loro cognome. Allora gliela leggi in faccia, l'emozione. Sfilano tra gli applausi della gente. Inni. Bandiere. Qualche politico che, in un inglese vagamente biascicato, dichiara ufficialmente aperta la manifestazione. Poi, Fratelli d'Italia, bla bla. Cittadina of the mundo (dentro ad un gazebo).
Mi viene da piangere. Ultimamente, sará colpa del pre-mestruo, mi viene da piangere per qualunque idiozia. Certo, non che 'sta profusione di matrimoni aiuti. Ma, comunque...mi commuovo, ecco. Di fronte alla solenitá del momento, all'idea di un futuro da scrivere, a questo sentirmi senza razza, credo o etnia. Perché, che volete che vi dica? In certe circostanze fa star bene, l'illusione di racchiudere il mondo dentro ad un circuito di gazebo.
Due ragazzine tiratissime mi passano accanto. Sorrido. Quando ero al liceo, il torneo Nereo Rocco era l'evento clue della primavera. Un'invasione di ragazzi bellissimi, nostri coetanei, da guardare con la bavetta alla bocca alla fermata del bus. Tiravamo anche le conclusioni su quale squadra ospitasse i piú carini. E, ci crediate o no, era quasi sempre una lotta dura. Quel torneo ci agitava gli ormoni piú delle rare assemblee congiunte col liceo scientifico. Il che, vi assicuro, é tutto un dire. Lo ricordo con lieve nostalgia. Certo, all'epoca i calciatorini non si sentivano ancora in obbligo di sfoggiare creste assurde in virtú del loro ruolo. E, tuttavia, la domanda rimane: gentili signori di Gradisca d'Isonzo, ma un torneo over 25, mai? Magari con l'aggiunta di Grecia e Spagna, se é possibile. Chè la seconda squadra é l'assenza piú sentita, e alla prima potrei vendere sulla fiducia un po' di copie del mio libro. 

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