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City Film Festival – L’immagine della città. Festival di cinema documentario e fotografia

Creato il 25 novembre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

La prima edizione del City Film Festival – L’immagine della città, un festival di cinema documentario e fotografia dedicato alla rappresentazione della città, diretto da Lorenzo Cioffi e Silvia Angrisani, si terrà a Napoli dal 27 novembre al 3 dicembre 2014 nelle prestigiose sedi di Palazzo Grenoble, Casa Matania, Palazzo Serra di Cassano e Mediateca Santa Sofia.

Special guest: Julien Temple – maestro del documentario musicale.

IL TEMA DELLA CITTA’
L’idea del City Film Festival – L’immagine della città nasce dal desiderio di un racconto, che si estenda dalla città di Napoli a un orizzonte più ampio, nella convinzione che il cinema, e ancor più il cinema documentario, sia veicolo di identità e che, attraverso il fascino di questo racconto, ci permetta di viaggiare e conoscere, avvicinandoci a mondi lontani.
Gli stessi luoghi individuati come sedi del festival (quattro palazzi storici, quattro quartieri della città) sono i punti di una ideale mappa ispiratrice, portatori di un contenuto di arte, cultura e pensiero che rimanda sia all’identità forte della città di Napoli, sia a quella dello spettatore cittadino, affine per esperienze e riflessioni ad altri abitanti di altre città, nel presente della contemporaneità.

PROGRAMMA
Il ricco programma del City Film Festival si articola in tre sezioni principali: Atlante, Vedute Napoletane, In Residenza, che insieme concorrono a esplorare il tema della rappresentazione della città attraverso le potenzialità del cinema documentario nelle sue varie forme e manifestazioni, ponendo l’accento sul valore del cinema come strumento di conoscenza.

ATLANTE
La sezione Atlante ospita una rassegna non competitiva di 12 documentari internazionali (in lingua originale con sottotitoli in italiano) fra lungometraggi e cortometraggi, selezionati all’interno della produzione documentaristica degli ultimi 3 anni, ciascuno dei quali dedicato a una città diversa del mondo, da Londra a Detroit, da Tokyo a Teheran, da Roma a Budapest. I titoli presentati sono eterogenei per forma e stile, a sottolineare la diversità di forme che le città assumono nel mondo e i modi in cui gli individui interagiscono con lo spazio urbano, in un rapporto di reciproco cambiamento.
In rassegna anche un omaggio a due grandi autori: il regista londinese Julien Temple (che sarà presente al festival), celebre per i suoi “rockumentary” su Joe Strummer e Sex Pistols, del quale vengono presentati tre film dedicati a tre città – Detroit, Londra e Rio de Janeiro – colmi dell’energia che Temple infonde da sempre ai suoi lavori; e Nicolas Provost, filmmaker e visual artist di origine belga e fama internazionale (ha esposto dalla Biennale di Venezia alla Art Gallery di New York), del quale è in programma l’affascinante Plot point trilogy, un’opera al confine tra documentario e film di finzione.

Di Julien Temple sono in programma tre titoli: London – The Modern Babylon, epico viaggio nel tempo che il regista compie verso il centro pulsante della sua città natale: un caleidoscopio di immagini scelte da TV, film, foto, graffiti, dipinti, pubblicità, copertine; una molteplicità di formati, per rendere l’evidenza di una vera esplosione multiculturale, dove convivono musicisti, artisti, scrittori, pensatori scomodi, politici radicali e gente comune, migranti e bohemien (sab. 29 nov. ore 20); Rio 50 degrees – Carry on Carioca, il film più recente di Julien Temple in anteprima italiana, ritratto di Rio de Janeiro, luogo pullulante di creatività e conflitto, dove gli abitanti sono inevitabilmente separati tra benessere e miseria, che Temple trasforma attraverso il suo racconto in un implicito monito per il resto del mondo e delle sue altre città, spaventosamente spaccate a metà (dom. 30 nov. ore 17); infine Requiem for Detroit?, dove si racconta la caduta di Detroit, il luogo del sogno americano, trasformatosi in produzione automobilistica, architetture urbane del consumo e dell’edificazione. Temple ci offre la visione apocalittica di come la città in cui Martin Luther King pronunciò il suo ‘I have a dream’, sia passata dal sogno all’incubo della guerriglia tra le razze afro-americane, alle lotte sindacali dei lavoratori e alla grande crisi delle Big Three, un teatro di guerra che offre però l’intuizione di una possibile via di rinascita attraverso l’arte e l’agricoltura, una strada imprevista che forse precorre altre possibili crisi e rinascite (sab. 29 nov. ore 18).

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Di Nicolas Provost viene presentata la celebre Plot Point Trilogy, composta da tre lavori filmici che si collocano fra il cinema e la video arte, miscela sapiente di musica, immagini, suono, sorta di alterazione possibile del pensiero, in cui lo spettatore si trova avvolto tra spaesamento e rivelazione: New York e le sue strade trasformate in uno scenario cinematografico, Los Angeles raccontata attraverso la manipolazione di conversazioni comuni registrate, con l’inserto di musiche da film e dialoghi sovrapposti, inducendo uno spostamento emotivo verso l’invenzione e la sorpresa, infine Tokyo città ipercinetica, dove un serial killer, un rapinatore, un terrorista, la Yakuza diventano i protagonisti di un film onirico, di cui non si racconta la storia ma solo la tensione, la sospensione, il pericolo. Nei credits anche un contributo musicale di Moby (ven. 28 nov. ore 21). Alla proiezione sarà presente la distributrice internazionale internazionale Laurence Alary di Argos Arts.

Fra gli altri titoli selezionati, The square – Inside the revolution di Jehane Noujaim, Nomination agli Oscar come Miglior Documentario nel 2014 e premiato in numerosi festival internazionali, che racconta la rivoluzione egiziana del 2011 a partire da Piazza Tahrir, seguendo tutto l’arco di vita di una rivoluzione epocale, non filmando le masse oceaniche né le cruente battaglie, ma scegliendo di seguire pochi individui, come il giovane entusiasta Ahmed Hassan, l’attore angloegiziano Khalid Abdalla e l’aderente alla Fratellanza Musulmana Magdy Ashour, di idee diverse ma fedeli tutti a un’idea di cambiamento e di speranza (giov. 27 nov. ore 21); My share of Beauty di Shirin Barghnavard, dove la regista fa emergere il controcanto emotivo, personale e collettivo dei grandi processi di trasformazione della città di Teheran (dom. 30 nov. ore 20); Home sweet Home di Enrica Colusso, fiaba contemporanea che ricostruisce la vicenda del poderoso piano di riqualificazione che ha preso forma a partire dal centro di Londra, un viaggio personale di scoperta e di messa in discussione della città attraverso una visione intima delle trasformazioni urbane e sociali che pone un inevitabile quesito: che tipo di città stiamo realmente costruendo? (giov. 27 nov. ore 18); À travers Rome di Aude Fourel, cortometraggio e documentario “d’arte” che è una fusione di camminate e pedinamenti filmati con il super 8, di reminiscenze cinematografiche (nel film ci sono estratti sonori dai film su Roma di Pasolini, Marguerite Duras, Rossellini), quasi in una accumulazione work in progress di tracce video e sonore, di movimenti bloccati nell’immagine e di immagini liberate nel movimento (dom. 30 nov. ore 19.30, presente la regista); Temporary 8th di ZimmerFrei, uno sguardo dedicato all’Ottavo distretto di Budapest, quartiere popolare recentemente oggetto di una grande ristrutturazione urbanistica che ha comportato demolizioni, ricostruzioni e la dispersione dei vecchi abitanti e che, a causa della crisi economica internazionale, si è arrestata bruscamente, lasciando edifici demoliti, spazi vuoti e fratture scoperte. Luoghi pubblici e privati, insieme deserti e animati da una volontà collettiva di ritrovare il senso dello spazio abitato, con un approccio che sperimenta la fusione dei linguaggi – tipico del collettivo bolognese ZimmerFrei, già vincitore di prestigiosi riconoscimenti – ed esplora le città europee in trasformazione (ven. 28 nov. ore 19.30, presenti gli autori); Bakoroman di Simplice Ganou, che racconta la vita di un gruppo di bambini e del cammino di fuga dalla miseria verso Ouagadougou, capitale del Burkina Faso e miraggio di una vita migliore, storie di giovani adulti e del loro ingresso nella città, nel contrasto fra giovinezza e sopravvivenza, forza e degrado (sab. 29 nov. ore 17).

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VEDUTE NAPOLETANE
La sezione Vedute Napoletane, curata da Armando Andria, esplora le modalità con cui la città di Napoli è stata raccontata dal cinema documentario dell’ultimo decennio attraverso un workshop che prevede l’incontro con i principali registi che si sono confrontati con la città. Uno spazio che è un’occasione raccolta di approfondimento della visione, in cui ciascuno di loro, a partire da estratti della propria filmografia, parlerà del rapporto tra realtà e rappresentazione.
I cineasti chiamati a presentare le proprie “Vedute Napoletane” sono Giovanni Cioni, cyop&kaf, Leonardo Di Costanzo, Lamberto Lambertini, Vincenzo Marra e Giovanni Piperno, che attraversano questo decennio napoletano insieme alle loro opere (In Purgatorio, Il segreto, Cadenza d’inganno, Queste cose visibili, L’amministratore, Le cose belle), con una personalità che li porta a sfidare le rappresentazioni date e a imporre le proprie visioni.
Il workshop è gratuito e a numero chiuso (1, 2, 3 dic., Mediateca Santa Sofia).

IN RESIDENZA
In Residenza è la sezione dedicata alle produzioni del City Film Festival, che saranno presentate al festival in anteprima assoluta, prima della circuitazione nelle sale e nei circuiti distributivi tradizionali.
Napolislam – appunti per un film, mediometraggio di Ernesto Pagano che rappresenta un primo passo per la realizzazione di un documentario più ampio che sarà completato nel 2015, è dedicato alla presenza dell’Islam a Napoli e in particolare ai convertiti napoletani alla religione musulmana, fenomeno che traccia la necessità della ricerca di una nuova identità attraverso un Islam visto attraverso la lente di Napoli, dove religione e cultura dialogano, in un risvolto inedito di integrazione in una città in grado di raccontare fenomeni globali (dom. 30 nov. ore 21, presente il regista).
Quattro cortometraggi raccontano invece i luoghi del festival: nel film Un palais pour les idées Alain Fleischer pone il suo sguardo di visitatore straniero su un palazzo aristocratico napoletano, Palazzo Serra di Cassano, nel cuore di un quartiere popolare, luogo di memoria e oggi sede dell’Istituto per gli Studi filosofici (ven. 28 nov. ore 17); il film di Gianluca Loffredo Il console e il custode si concentra su Palazzo Grenoble, fra i più importanti centri culturali napoletani, provando a raccontarne le sfaccettature e la storia (giov. 27 nov. ore 20), mentre è la Basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli il luogo raccontato in La Basilica (dom. 30 nov. ore 19) realizzato con il sostegno della Fondazione Oredine degli Ingegneri di Napoli; l’ultimo corto racconta infine Casa Matania, che apre eccezionalmente le porte agli spettatori del festival che potranno riservare una visita guidata gratuita scrivendo a [email protected].

MOSTRE FOTOGRAFICHE
Ad affiancare il programma cinematografico, due mostre fotografiche realizzate per l’occasione e prodotte dal City Film Festival: Napoli, cento anni fa e oggi, due sguardi due epoche: attraverso le bellissime e suggestive immagini di Pier Luigi Pretti e Corrado Costetti.
Per la prima volta sarà possibile ammirare una selezione del lavoro di Pier Luigi Pretti, fotografo viaggiatore d’inizio ‘900, che, con lo spirito di un reporter moderno in giro per il mondo fotografò città e paesi, persone e atmosfere, colte nelle luci più varie, dal giorno alle suggestive illuminazioni notturne, in Italia, in Europa e in paesi lontani. Le fotografie in mostra, relative a Napoli e Parigi, rappresentano una straordinaria testimonianza storica e saranno per la prima volta messe “in mostra” e rese disponibili per una visione “tridimensionale” così come le immaginava l’autore (Napoli e Parigi nella fotografia stereoscopica di Pier Luigi Pretti, dal 27 al 30 nov, Palazzo Grenoble).
Nei giorni del festival, sarà possibile venire a contatto con il mondo in stereoscopia di Pier Luigi Pretti anche visitando la casa-museo di Casa Matania che ospita il suo archivio, dove saranno esposti attrezzi e apparecchi fotografici, qualche esemplare di lastre stereoscopiche in originale e i suoi quaderni d’appunti.
La mostra di Corrado Costetti realizzata per l’occasione, è invece un itinerario nella Napoli contemporanea a partire dall’eliminazione dei suoi abitanti e dei suoi luoghi più riconoscibili, per lasciare che emerga lo spazio, chiuso o aperto, la sua luce e i suoi colori (Dove stanno bene i fiori, Inaugurazione merc. 26 nov. ore 17:30, Palazzo Serra di Cassano).

INCONTRO
A completare il programma di cinema e fotografia, è previsto l’incontro City symphonies: conversazione con Ian Christie, noto studioso di cinema internazionale che presenta una riflessione sulle città e la scena urbana come frequente soggetto di film, con particolare riferimento ad alcuni classici di genere (ven. 28 nov. ore 18, Palazzo Grenoble).
L’incontro sarà interamente in inglese.

DOPOFESTIVAL / MUSICA
All’Institut Français, Palazzo Grenoble, da venerdì 28 a domenica 30, dalle 22:30, dopo l’ultima proiezione in programma deejay set: venerdì e sabato musica di Diego Miedo, domenica musica da ballare con Swingin’ Napoli.

PARTNER
Il festival è un’iniziativa dell’Associazione Ugo Matania, ed è organizzato dalla società di produzione audiovisiva Ladoc, in collaborazione con l’Institut Français de Naples « Le Grenoble », l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e la Mediateca Santa Sofia.
Il festival è finanziato dalla Regione Campania, dall’Associazione Ugo Matania e da sponsor privati. Patrocinio morale del Comune di Napoli.

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.

INFO
www.cityfilmfestival.org


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