Magazine Attualità

Civili armati contro le mafie: l’esercito messicano occupa il Michoacán

Creato il 15 gennaio 2014 da Eldorado

Le truppe dell’esercito federale messicano sono entrate nello stato del Michoacán, trecento chilometri ad ovest della capitale Città del Messico. I militari sono stati chiamati per conseguire il disarmo del Grupos de Autodefensa Comunitario, un’organizzazione che da un anno ha preso le armi per contrastare il cartello criminale Los Caballeros Templarios. Nei primi scontri, differenti fonti riportano almeno cinque morti tra i civili e decine di feriti. Queste, in breve, le notizie che riempiono in questi giorni le cronache dei mezzi di comunicazione messicani. Lo Stato va ancora una volta alla deriva: disarma i civili (come giustamente deve fare), ma non riesce ad assicurare alla giustizia i leader dei Caballeros Templarios. È da supporre che, una volta ritirato l’esercito, comincino le vendette ed i regolamenti di conti.

Figura di spicco delle pattuglie è Juan Manuel Mireles, un medico poco più che cinquantenne, dai modi in apparenza pacati ma efficace in quanto a organizzazione e determinazione. Per venticinque anni medico della mutua, Mireles si è trasformato improvvisamente in un leader militare. Appena scampato ad un attentato ha chiesto ed ottenuto la protezione delle autorità di polizia messicane. Dal suo nascondiglio, però, incita i suoi a non arrendersi a quelle stesse autorità che lo stanno proteggendo: ¨le armi si depongono solo quando l’esercito ci porterà le teste dei sette capi dei Templari¨.

Los Caballeros Templarios è uno dei gruppi criminali di formazione più recente nella mappa criminale del Messico. La sua nascita risale a nemmeno due anni fa, periodo breve ma sufficiente per impossessarsi del mercato della marijuana e delle metamfetamine ai danni della Familia Michoacana. La guerra ha fatto le solite migliaia di morti, ha determinato la leadership dei Templari ma soprattutto ha segnato una nuova maniera di gestire le gesta di un cartello. Morti ammazzati impiccati ai ponti, striscioni intimidatori sui viadotti delle autostrade, videomessaggi su Youtube, un prontuario di 53 regole consegnato porta a porta sia nella capitale michoacana Morelia, che nella provincia. A muoverli, dicono, non è il bisogno del potere, ma il senso della giustizia; da qui il loro nome che si rifà alle Crociate ed all’ordine dei Templari.

Nel Michoacán, però, ci hanno messo poco a capire che Familia o Templarios, la differenza era minima. Quello che non ci si aspettava, però, era che una parte degli abitanti dello Stato si ribellasse. Un anno fa, sono apparsi i Grupos de Autodefensas Comunitarios che, usando le stesse tattiche dei narcos, hanno cominciato a fare pulizia per proprio conto. All’inizio con qualche scaramuccia, poi incendi, agguati, omicidi. Da Natale ad oggi, poi, si   è assistito ad una vera e propria offensiva con scorribande nei paesi, sparatorie con i Templari e decine di morti. Le pattuglie hanno assunto mano a mano il controllo militare di vaste porzioni del Michoacán provocando, infine, l’intervento dell’esercito.

La situazione rischia di aggravarsi con il passare delle ore. Mentre l’esercito dichiara che l’ordine e la legalità verranno ristabilite ad ogni costo, Juan Manuel Mireles incita i suoi a non arrendersi finchè non giunga un segnale perentorio dallo Stato: non disarmare i civili, ma i criminali del cartello dei Templari.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :