Clara ha scritto a Letteratitudine per raccontarci qualcosa sul percorso che l’ha portata alla scrittura del suo nuovo romanzo “Le cose che sai di me” (pubblicato da Garzanti e tradotto da Enrica Budetta). Questa è la scheda di presentazione del volume…
Il piccolo pezzo di cielo che si intravede dal finestrino è di un azzurro intenso. Patricia è sull’aereo che la sta riportando a casa, a Madrid. All’improvviso la sconosciuta che le è seduta accanto le dice una cosa che la sconvolge: “Qualcuno vuole la tua morte”. Patricia è colpita da quella rivelazione, ma poi ripensa alla sua vita e si tranquillizza: a ventisei anni è realizzata, felicemente sposata e con un lavoro che la porta a girare il mondo. Niente può turbare la sua serenità. È sicura che quella donna, che dice di riconoscere le vibrazioni emanate dalle persone, si sbaglia. Eppure a Patricia, tornata alla routine di sempre, iniziano a succedere banali imprevisti che giorno dopo giorno si trasformano in piccoli incidenti. Incidenti che stravolgono le sue abitudini e il suo lavoro. Non può fare a meno di ripensare alla donna dell’aereo e alle sue parole. Parole che a poco a poco minano le sue certezze. Vuole sapere se è davvero in pericolo. Vuole scoprire chi desidera farle del male, e quando il sospetto cresce dentro di lei, inizia a guardarsi intorno con occhi diversi, dubitando delle persone che ha vicino. Sente che tutto il suo mondo sta crollando pezzo dopo pezzo, ma deve trovare il coraggio di resistere: la minaccia è più vicina di quanto immaginasse. Però deve essere pronta a mettere in discussione tutta la sua vita, a leggere dentro sé stessa. Perché anche la felicità ha le sue ombre…
Ringraziamo Clara per il testo che ci ha inviato e ringraziamo la Garzanti per l’assistenza nella traduzione dallo spagnolo affidata, nella fattispecie, a Rossana Ottolini (grazie anche a te, Rossana!).
Di seguito, il contributo di Clara Sánchez (nella duplice versione: tradotto in italiano e in lingua originale)
P.s. Nelle precedenti puntate abbiamo ospitato: Glenn Cooper, Ildefonso Falcones, Joe R. Lansdale e Amélie Nothomb.
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di Clara Sánchez
La paura dello sguardo dell’altro, la paura di non piacere, quella di essere respinti in amore o dalla nostra cerchia di amicizie, così come nel mondo del lavoro ci obbliga a mascherarci dietro a un’immagine e a essere come agli altri piacerebbe che fossimo. Da questa sensazione dominante mi sentivo spinta a scrivere un nuovo romanzo.
Scegliamo i vestiti che ci stanno meglio e mostriamo sempre il nostro profilo migliore, sorridiamo senza ragione e cerchiamo di non dire nulla che possa trasformarci in persone antipatiche. I politici sanno a memoria queste regole, conoscono bene il valore che può avere un gesto. Ma non volevo un politico per protagonista, volevo piuttosto qualcuno di più ingenuo, più vulnerabile, qualcuno incapace di ingannare in modo deliberato. Una persona con contraddizioni e insicurezze in compagnia della quale imparare qualcosa della vita.
E un giorno, all’improvviso, quando meno me lo aspettavo, sfogliando una rivista di moda nella sala d’attesa di uno studio medico, ho trovato la mia protagonista. Lei era una modella giovane e bella, di successo, con ogni probabilità anche ricca e amata e che nonostante tutto questo non sembrava essere proprio felice. Mi ha colpito il suo sguardo, che sembrava gridare “Aiutami!!”. Cosa poteva star succedendo di terribile a una persona così? Forse l’avere tutto non ti mette al sicuro dall’angoscia e dai demoni? In quell’istante l’ho chiamata Patricia ed è uscita dalle pagine della rivista per installarsi in quelle del mio romanzo. Così comincia l’avventura di una ragazza che all’inizio si sente come Anna Karenina, fin quando dovrà decidere se morire o non morire per amore. È una ragazza che non si accorge di essere vittima di una vampirizzazione da parte delle persone che la circondano, perché a volte le persone che più amiamo sono proprio quelle che possono farci più male. Una ragazza sola, che non vede la propria solitudine.
Flaubert direbbe: “Io sono Patricia”, forse siamo tutti un po’ Patricia, perché: qual è l’essere umano che non ha mai sentito il bisogno di fuggire e andare alla ricerca della libertà? Chi non ha mai sentito che il lavoro lo stava indurendo o trasformando in un’altra persona, in qualcuno in cui non si riconosceva più? Patricia inizia a slegarsi dai propri vincoli emotivi grazie al provvidenziale aiuto di Viviana. Tutti i personaggi di “Le cose che sai di me” sono scaturiti direttamente dal mio cuore, tutti sono ispirati a persone che ho conosciuto, persino Viviana, la cui vera casa è davvero come un bosco pieno di aromi.
Quando Viviana entra nella vita di Patricia reca con sé un intero mondo, non è solo un personaggio, ma qualcuno che si porta dietro il mondo delle fate e delle streghe della propria infanzia, la magia. È un personaggio creato dalla natura stessa come un albero o una montagna ed è così che mi piacerebbe che restasse nella mente del lettore una volta chiuso il libro, come un’evocazione della nostra fantasia.
Da qui in poi preferisco che i lettori stessi continuino a raccontare le vicissitudini di Patricia, Viviana, Elías, Carolina… perché sono i lettori a dar loro vita.
Infinite grazie a tutti.
(Riproduzione riservata)
© Clara Sánchez
© Garzanti libri
CLARA SÁNCHEZ ci racconta “Le cose che sai di me” (versione in lingua spagnola)
El miedo a la mirada del otro, el miedo a no gustar, a ser rechazados en el amor, en nuestro círculo de amistades, en el mundo laboral, nos obliga a enmascararnos en una imagen y a ser como a los demás les gusta que seamos. Esta era la sensación que me impulsaba a escribir una nueva novela. Elegimos la ropa que más nos favorece y mostramos nuestro mejor perfil, sonreímos sin motivo y procuramos no decir nada que nos convierta en seres antipáticos. Los políticos saben mucho de todo esto, saben lo que significa un gesto. Pero yo no quería un político como protagonista de mi novela, quería a alguien más ingenuo, más vulnerable, alguien que no engañase conscientemente. Alguien con contradicciones e inseguridades en cuya compañía pudiese aprender algo de la vida.
Y un día de repente, en el momento más insospechado, hojeando una revista de moda en la salita de espera de una consulta, encontré a mi protagonista. Era una modelo joven, guapa, con éxito, seguramente con dinero, seguramente con amor y que sin embargo no parecía precisamente feliz. Me llamó la atención su mirada, que estaba gritando “¡Ayúdame!” ¿Qué le estaría ocurriendo? ¿Acaso el tenerlo todo no te libra de la angustia y de los demonios? En este mismo momento la llamé Patricia y saltó de la revista a mi novela. Y así comienza la aventura de una chica que al principio se siente Ana Karenina hasta que tendrá que decidir si morir o no morir por amor. De una chica que no se da cuenta de que está siendo vampirizada por la gente que la rodea, porque a veces las personas que más queremos son las que más daño pueden hacernos. De una chica que está sola y no lo sabe.