Clara Sánchez: “scrivo per far emergere le emozioni occulte dell’animo umano”

Creato il 28 gennaio 2014 da Leultime20 @patrizialadaga

Clara Sánchez è una delle voci spagnole più conosciute degli ultimi anni in patria come all’estero e con i suoi romanzi, ne ha ben undici all’attivo, ha venduto oltre un milione di copie. In Italia è pubblicata da Garzanti che negli ultimi anni ha portato in libreria successi come Il profumo delle foglie di limone, premio Nadal di Letteratura in Spagna nel 2010, La voce invisibile del vento e il più recente Entra nella mia vita.

Il 6 febbraio uscirà anche in Italia, sempre per Garzanti, Le cose che sai di me, ultimo romanzo dell’autrice che nel 2013 in Spagna si è aggiudicato il prestigioso Premio Planeta.

Il mio incontro con Clara Sánchez, avvenuto al termine di una presentazione in Italia, è stato breve ma intenso, la scrittrice era visibilmente affaticata e aveva un treno da prendere, ma non si è sottratta alle domande, dimostrando grande disponibilità e simpatia per chi dimostra interesse verso il suo lavoro. Il fatto di essere italiana, di parlare la sua lingua e di chiamarmi come la sua ultima protagonista ha favorito un feeling immediato. Un’intervista piacevole, che ricorderò.

Clara, tu hai scritto molti romanzi. Quale per te è il più bello?

Ognuno dei miei romanzi ha qualcosa che per me è importante. Entra nella mia vita è di certo uno dei miei libri più profondi, con una forte “densità psicologica”, mentre Le cose che sai di me, il nuovo romanzo che sta per uscire in Italia, è invece una storia più “fresca” e fluida, ma sempre orientata a far emergere le emozioni occulte che si celano nell’animo umano. A volte capita di trovarle cercando un’altra cosa. È ciò che accade a Patricia, la mia nuova protagonista, che mentre cerca la persona che le vuole male, riesce a trovare una nuova forza dentro si sé. Patricia è una ragazza che nel fondo è sola ma non lo sa. Deve scoprirlo e non sempre è facile.

I protagonisti dei tuoi romanzi sono spesso femminili. Ti senti più a tuo agio raccontando storie di donne?

In Ultime notizie del paradiso il protagonista era un uomo, però è vero, le donne dominano spesso nei miei romanzi perché sono quelle che si occupano di più della famiglia e dei figli e che posseggono in maniera maggiore la sensibilità sul bene e il male dell’essere umano.

Dove trovi l’ispirazione per le tue storie?

In genere da un’immagine della mia mente che si scontra con qualche notizia o evento della realtà. Così sorgono delle domande, mi chiedo: “Cosa farei se…” e comincio a scrivere.

Che tipo scrittrice sei? Come organizzi il tuo lavoro?

Seguo molto l’ispirazione. Però arriva un momento in cui il romanzo prende forma, un po’ come se fosse una “tortilla” che non puoi lasciare che bruci, a quel punto devi dedicarti molte ore a scrivere, in modo disciplinato.

In Italia i tuoi libri hanno molto successo. Come te lo spieghi?

È una cosa che mi inorgoglisce e mi dà grande soddisfazione e voglia di scrivere. Forse perché i lettori italiani nei miei romanzi trovano qualcosa di davvero autentico, che arriva diritto al cuore.

C’è differenza, secondo te, tra i lettori italiani e quelli spagnoli?

Io credo che in Italia si legga di più. Però quando incontro i lettori gli italiani e gli spagnoli mi dicono la stessa cosa, cioè che sono riuscita a trasmettere emozioni. E questo mi fa felice.

C’è un complimento che ti ha colpita in modo particolare?

Non saprei, i lettori mi scrivono spesso attraverso il mio sito e via Facebook e mi dicono cose davvero belle, c’è una grande complicità con loro.

La tecnologia perciò non ti spaventa?

Al contrario, senza questi canali non avrei modo di sapere davvero cosa pensano di me fino a quando non li incontro a una presentazione. Però non voglio che la tecnologia mi domini, non ho un account twitter e non ho nemmeno cominciato a leggere gli ebook. A me piace giocare con la fantasia, immaginare, sentire la vita, passeggiare all’aria aperta e lasciare libera la mente. Non voglio trovarmi camminare in un parco e intanto a rispondere a un tweet.

Una Clara Sánchez sorridente per il consueto scatto della mia “collezione di scrittori”

Ci sono critiche che ti infastidiscono?

Purtroppo, benché io fatichi a capirlo, la professione dello scrittore è molto invidiata e questo a volte genera un po’ di animosità gratuita. Tenuto conto di questo fenomeno direi che mi posso reputare fortunata perché ho di certo molti più riconoscimenti che critiche.

Le presentazioni fanno parte della vita scrittore ormai. Tu le vivi come un sacrificio necessario o come una parte piacevole del tuo lavoro?

Io non me lo chiedo nemmeno. Per me è un privilegio che ci siano persone che si occupano dei miei libri. Provo rispetto per chi viene da me per farsi firmare una copia o per intervistarmi. Sono molto grata a queste persone, nessuno è obbligato a farlo.

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