Bianca Pitzorno
Comunque la questione nasce da una mail che Bianca Pitzorno aveva inviato alla redazione di Fahrenheit: un invito a fare a meno delle riduzioni dei classici per ragazzi. Per "classici" si intendono libri come Moby Dick o Il libro della giungla.Ho seguito alcuni commenti su Facebook e ho visto che la maggior parte di chi rispondeva alla domanda era per i classici integrali.Io potrei essere d'accordo con Bianca Pitzorno e gli altri, ma... stiamo parlando degli stessi ragazzi?Quando si parla di Ragazzi io mi riferisco a quelli delle medie (11-14 anni), i ragazzi delle superiori sono Young Adults (Giovani adulti, 14-...) nel mondo dei libri e delle biblioteche.
In ogni caso, io sono decisamente per i classici ridotti, con le dovute eccezioni. Credo che chi opti per proporre l'edizione integrale ai ragazzi sia un lettore, un forte lettore, da tanto tempo: da così tanto tempo che ha dimenticato come sia non leggere, essere dei non-lettori. A queste persone chiederei di mettersi nei panni dei ragazzi di oggi che non leggono. Lasciando i ricordi nostalgici del tipo "mio papà/mio nonno mi leggeva questo e quello e io sono cresciuto benissimo" che non portano a nulla, bisogna rendersi conto che i ragazzi di oggi non sono assolutamente paragonabili ai ragazzi di ieri, per mille motivi. Bisogna poi prendere atto che i classici hanno un linguaggio diverso dai libri di oggi ( scritti in modo semplicissimo, con frasi che non superano la riga), un linguaggio che richiede uno sforzo in più, che è parte essenziale del libro, ma che se non capito rischia solo di far diventare il libro un mattone e basta.
Leggere, che piacere.
Su Facebook alcuni erano per la "purezza" del testo perché altrimenti il libro perderebbe ogni senso: ma ha senso far leggere ai ragazzi qualcosa che non capiscono davvero ?E' un dato di fatto che i ragazzi oggi abbiano scarse competenze linguistiche (credo che lo possa constatare chiunque abbia a che fare con il mondo della scuola e dell'educazione). A questi ragazzi dall'italiano traballante si vorrebbero dunque far leggere libri a cui la maggior parte della gente si avvicina solo da adulto ? Penso ai ragazzi delle medie che vedo in biblioteca, a come scelgono i libri che sono "obbligati" a leggere: sempre a guardare il numero di pagine, la grandezza dei caratteri, il numero delle figure...come possono leggere libri come Moby Dick o addirittura la versione originale dell'Odissea (nota: da facebook)?Non dubito che esistano ragazzini curiosi, dotati, intelligenti, che leggono carrellate di libri fin dalla prima infanzia, ma sono solo una piccola parte. Gli altri non possono ancora leggere i classici, non hanno le capacità. Forse se si coltiva bene quell'obbligo scolastico in modo da far diventare la lettura un piacere proponendo libri adatti all'età, un giorno potranno ugualmente leggere i classici. Però perché togliere loro il piacere di scoprire queste storie? I ragazzi più che alla scrittura, al piacere del leggere in sé, sono attratti dalle Storie e in quest'ambito i classici la fanno da padroni. Quindi perché non far conoscere loro queste storie, attraverso libri a loro più comprensibili (le edizioni ridotte appunto) e, perché no, dall'aspetto più accattivante ?
Sono convinta comunque che ognuno abbia i propri gusti e i propri tempi. Sono per i classici ridotti perché penso alla maggior parte dei ragazzi; anche se sono certa che poi esistano le Matilde della situazione, ovvero lettori precoci che leggono tutto e capiscono tutto...però sono meno e, molto probabilmente, hanno alle spalle genitori che li hanno incoraggiati su questa strada e continueranno a farlo. Sono più propensa a far scoprire il piacere della lettura a chi ancora non lo conosce. Con i classici perché, anche se cambiata la forma originale, da ragazzo, la prima volta, rimane la ricchezza della storia, la seconda volta, quando si è "grandi", arriva la comprensione dei significati nascosti, delle allusioni, dell'ironia. Il piacere raddoppia.