Criminalità, disuguaglianza, miseria. Per molti il mondo è uno schifo. Ora più che mai. Lo stesso pianeta che offre all’occidente ricchezze e privilegi sfrenati, riserva per alcuni fame e umiliazioni quotidiane. Così ha inizio la criminalità. Il modo più brutto, più veloce per conquistarsi le negazioni della vita. Denaro, lavoro, rispetto. La classifica di oggi mostrerà – l’avete capito – una dura realtà.
Sì, ma i media? Dal canto loro, i mezzi di disinformazione collettiva tentano di occultare. Evitano di parlare troppo dei più deboli. Evitano di dar loro attenzione. Evitano pure di farne dei martiri. Motivi? Per non turbarci troppo, per il bene della classe media che consuma e non può avere compassione. Per cinismo o forse per non piantare il seme della ribellione.
Appurata la relazione esistente tra povertà e crimine, ecco la black list delle metropoli più pericolose. Quelle da evitare o bypassare, nel caso siate turisti da battaglia.
Ciudad Juarez, Messico.
Semplicemente la città più pericolosa del mondo. Lo attestano statistiche governative, Ong e studi accademici. È la capitale della droga. La posizione di confine tra Messico e Usa le conferisce il ruolo di roccaforte dell’illecito. Una sorta di emporio internazionale in mano al cartello di Sinaloa, uno dei più attivi in centro America. Negli ultimi vent’anni ci sono stati oltre 1000 femminicidi, mentre il numero delle donne scomparse è salito a 500. Se guardiamo alla quantità degli omicidi violenti legati al commercio di stupefacenti, cadiamo dalla sedia. 11 mila morti, dal 2007 a oggi. Una guerra. O giù di lì. Misure per contrastare il fenomeno? Nessuna degna di nota.
Caracas, Venezuela.
La capitale del Venezuela presenta il secondo tasso di omicidi del globo. Qui i crimini di piccolo retaggio sono la normalità da decenni. Gli omicidi, poi, rappresentano il più conosciuto metodo di regolamento di conti. La polizia locale ha vietato ai turisti di indossare gioielli durante gite o passeggiate in centro. Pare sia l’unica soluzione suggerita dalle autorità.
Attualmente è in corso una guerra tra gang. Il tasso medio di omicidi è di 7 mila all’anno.
Mogadiscio, Somalia.
Vivo esempio del fallimento anarco-capitalista, Mogadiscio è una città fantasma mantenuta in vita artificialmente. Come un paziente in coma vegetativo. La capitala somala è dunque al centro di una crisi umanitaria senza precedenti. In mano ai signori della guerra dal 2007, ha vissuto un sistematico peggioramento; fino a raggiungere i 2 milioni di sfollati. Tra le strade, intanto, si susseguono omicidi, stupri e furti. Epidemie di ogni genere stanno poi decimando la già provata cittadinanza.
Lagos, Nigeria.
Ex capitale della Nigeria, Lagos è la città più popolata d’Africa. Dei suoi 22 milioni di abitanti, almeno il 60% vive in baraccopoli accidentate. Da un lato grattacieli infiniti, dall’altro poveracci senza acqua potabile, bagni o cure sanitarie. Questo profondo squilibrio è alla base della criminalità più o meno organizzata della metropoli. Sviluppati gangsterismo, omicidi e corruzione politica.
Karachi, Pakistan.
La città che si affaccia sul Mar Arabico è considerata, a buon motivo, la più pericolosa d’Asia. Le ragioni sono simili a quelle che interessano Lagos: contraddizioni sociali, povertà diffusa e sopraffazione. I 23 milioni di cittadini che la abitano vivono ben al di sotto degli standard necessari. Se consideriamo poi le decine di attentati terroristici che ogni anno appestano la città (30 solo nel 2010), possiamo chiudere il quadro. A cuor leggero.
Ecco a voi le prime cinque. Se volete scoprire le altre, andate in qualsiasi sito di informazione o guardatevi Passaggio a Nord Ovest ogni tanto. O continuate a leggere. In sesta posizione troviamo l’“americanissima” New Orleans, poi Bogotà in Colombia, segue la cecena Grozny, la putiniana Mosca e in chiusura Città del Capo – Sud Africa.
Paolo Fassino