Claudia Mori ci insegna a discutere

Da Gynepraio @valeria_fiore

Oltre a quelle di natura prettamente sessuale, ci sono alcune arti femminili che vanno apprese fin dalla più tenera età. Nel mio personalissimo podio delle irrinunciabili abilità che ogni donna moderna deve possedere, ritroviamo:

  1. L’arte del fuffa-making, cioè ottenere grandi risultati estetico-scenografici con limitati sforzi e investimenti, impressionando gli astanti
  2. L’arte di parlare con i doni, estremamente utile sotto le feste o per intimidire la controparte
  3. L’arte di frignare e tornare a casa col risultato in tasca. Se sulle prime due mi sento piuttosto ferrata, su quest’ultima riconosco di avere molto lavoro da fare. Ancora -stolta me!- affronto le discussioni con voi-sapete-chi pensando che un atteggiamento dolce ma maturo, risoluto ma democratico sia la chiave per affermare le mie ragioni e piegarlo al mio volere. Leggo i manualetti di self-help, mi bevo la storiella “Donne da Venere, uomini da Marte”, quando invece basterebbe ascoltare lei, la maestra, la moglie del maestro: Claudia Mori. A voi il video, e mi raccomando il volume.

Lui torna a casa, gagliardo dopo una serata con gli amici; secondo me lei lo aspetta al buio, nell’ingresso, così appena lui accende la luce lei parte con il suo incipit.

Quando ho bisogno di te succede che tu non ci sei: troppa fiducia rovina l’amore e adesso un mistero sei tu.

Enunciato il problema (Claudia Mori si è ovviamente indotta delle lacrime perché non è triste ma incazzata come un puma), seguono la dolorosa presa di posizione e il primo, timido tentativo di indurre il senso di colpa:

Non succederà più che torni alle tre, e io mi addormento senza te. Eppure lo sai che ho taaaaanto bisogno d’amore! 

A questo punto, il terreno è pronto per la minaccia: dopo tutto quello che ho fatto per te tutta la tolleranza dimostrata, me ne vado e faccio di testa mia.

Ma non succederà più che dico di sì per farti contento e penso: “non succederà più, d’amore te ne ho dato tanto”

Ma non devo dartene più e voglio pensare un po’ a me: guardarmi intorno, se è notte se è giorno, deciderlo senza di te.

Non succederà più almeno per me di amare chi troppo vola, non succederà più se averti vuol dire star sola.

A quel punto, il marrano, alito stantio di rhum e capacità di argomentare pari a zero, che fa? La blandisce.

Difendermi cambiandomi per te io lo farei: ma mi ci vedi così, a dirti sempre di sì?
Sei stata, lo sei e sempre lo sarai la donna che ho voluto e che vorrei

Capendo che essa è pronta a uccidere e che non è sufficiente farle due moine (sei la donna della mia vita, blabla, da sempre, blabla, per sempre, blabla), lo stolto tenta un vago “non lo faccio più” e fa per andarsene a letto.

Non succederà più che torno alle tre, e tu ti addormenti senza me. Non succederà più, d’amore te ne ho dato tanto.

A un’altra questo sarebbe sufficiente. Ma Claudia Mori è assetata di vendetta e astuta come una faina: non le bastano le vittorie di Pirro, le promesse vaghe, le lacrime di coccodrillo, i pentimenti da chierichetto. Claudia non vuole vincere, bensì stravincere e quindi fa l’unica cosa opportuna in questi casi: INSISTE COME UN MARTELLO PNEUMATICO. Con pazienza certosina, al grido di “gutta cavat lapidem”, essa ribadisce il medesimo concetto per altri 2 minuti buoni.

Non succederà più che torni alle tre e io mi addormento senza teNon succederà più morire per la tua assenza. Quando ho bisogno di te succede che tu non ci sei, guardarmi intorno, se è notte se è giorno, e poi non parliamone più. Non succederà più che dico di sì per farti contento e penso “Non succederà più che torni alle tre, e io mi addormento senza te, d’amore te ne ho dato tanto”, ma non succederà più che dico di sì per farti contento e penso “Non succederà più che torni alle tre, e io mi addormento senza te”.

Non paga di avere ragione, gli scartavetra le palle senza pietà e gli strappa l’unica cosa di cui aveva bisogno. Anelli di diamanti? Borse di Fendi? Un rene? No. Solo rassicurazione.

Quando hai bisogno di me succede che sono da te.
Quando hai bisogno di me succede che sono da te.

Il che vuol dire “Se hai bisogno, io correrò da te”. E se tanto mi dà tanto, quel poveretto passerà il resto dei suoi giorno a correre come una lepre. Brava Claudia, grazie.

PS Adesso non per fare polemiche, ma se Claudia Mori trionfa su Adriano pur indossando quello scamiciato, allora voi-sapete-chi dovrebbe darmi ragione a priori.


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