
Claudio Sottocornola
Sabato 20 dicembre alle ore 9.00 Claudio Sottocornola terrà una nuova lezione-concerto presso l’Auditorium del Liceo Scientifico L. Mascheroni di Bergamo (Via Alberico da Rosciate, 21/A), all’interno del quale insegna Filosofia e Storia. Un evento importante non solo per la sua collocazione alla fine della settimana prenatalizia, ma perché si tratta della presentazione ufficiale di Una notte in Italia, un fortunato ciclo di lezioni-concerto finalmente disponibile e consultabile su chiavetta USB.
Dal territorio al web, dal dvd al digitale: l’evoluzione delle attività di Sottocornola passa anche attraverso la fruizione al computer, con la pubblicazione su pen drive di questa trilogia di lezioni-concerto dedicata all’identità culturale nazionale, in occasione dei 150 anni dell’ Unità d’Italia, svoltasi tra gennaio, febbraio, marzo e dicembre 2011.
Il docente infatti, nella sua Bergamo, nella suddetta struttura dell’Auditorium del Liceo Mascheroni, ha ideato e realizzato cinque suggestive performance con il coinvolgimento attivo dei suoi studenti, liceali e universitari, per il vasto pubblico del territorio. Il ciclo di Una notte in Italia è nato con l’obiettivo di celebrare, in modo nuovo e originale, i 150 anni dell’Unità Nazionale, evitando ogni deriva retorica, come sempre accade nelle operazioni di Sottocornola, particolarmente attento all’interpretazione e alla divulgazione dei fenomeni sociali e artistici con un linguaggio accessibile ma rigoroso, coinvolgente ma mai superficiale, proponendo un approfondimento partito dalle origini di una fetta rilevante della nostra identità linguistica, culturale e sociale di oggi, utilizzando, secondo una chiave tipica nei suoi studi performativi sul pop, i migliori episodi della canzone popolare italiana degli ultimi cinquant’anni, che ha, come la vituperata televisione, unificato (omologato?) il modo di parlare e di pensare.

Gli anni ’60 affrontati da Sottocornola sintetizzano anche i suoi gusti e ricordi personali, in una lettura che parte dalla condizione individuale e si arricchisce dei riferimenti alla Storia sociale, culturale, politica e del costume; la riflessione del professore parte proprio dal raffronto tra la condizione dei teen-ager di ieri con quelli di oggi, inquadrata in un decennio “favoloso”, ricco di contestazioni, conquiste, scoperte, che Sottocornola non ha mai nascosto di considerare, anagraficamente associato per lui agli anni dell’infanzia, un periodo irripetibile del Novecento, quando “Si affacciavano alla ribalta personaggi come Bob Dylan e Allen Ginsberg, Andy Warhol e Lou Reed e dove cinema, letteratura, rock e arte varia si fondevano nell’elaborazione di un modello culturale che sarebbe diventato ‘planetario’”. Anche se la musica che giungeva in Italia risultava edulcorata rispetto ai contenuti più caustici e corrosivi del rock anglosassone, il nostro Paese non mancò di elaborare in quegli anni una colonna sonora pop-rock e d’autore che venne poi esportata in tutto il mondo.



L’utilizzo dei generi e linguaggi della cultura popular contemporanea costituisce inoltre un’occasione di rinnovamento nella trasmissione dei saperi di cui Sottocornola è da sempre un convinto pioniere, così come della valorizzazione performativa dello studente. L’archiviazione su supporto USB delle lezioni-concerto di Una notte in Italia, arricchite da contenuti speciali di grande valore documentario e didattico, come relazioni degli studenti, approfondimenti critici, materiali di stampa e web, fotografie, video abstract e dossier per la stampa, diventa così momento di condivisione del lavoro svolto con gli studenti dal professore (peraltro giornalista con una lunga esperienza relativa al mondo dello spettacolo), finalizzato all’utilizzo della canzone popolare come strumento di riflessione antropologica, ricostruzione storica e didattica della Storia.

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Si voleva celebrare quell’anniversario risorgimentale, per la verità un po’ ingombrante, parlando di “identità italiana” a partire dal basso della cultura pop(olare), di quella canzone “leggera” che fra rock, cantautori e easy listening aveva però plasmato un senso di appartenenza, generando una prima, condivisa unità linguistica, e poi un immaginario trasversale a società e territorio.
Perché “territorio” è la parola chiave, in questi anni di desertificazione antropologica, per dire identità, e quindi memoria, e quindi socialità in grado di tessere ancora relazioni solidali e benevole, costruttivamente aperte al futuro.
E allora quel ciclo di cinque lezioni-concerto è diventato, per il docente proponente, una esperienza rivelativa della capacità che i ragazzi hanno di rispondere agli stimoli anche quando sono impegnativi e li inoltrano in territori nuovi come, nel caso, la canzone storicamente prospettata, nella lunga evoluzione da Nilla Pizzi agli 883, passando per Vasco e De André, o la Nannini e Carmen Consoli. Ed anche di rispondere creativamente, con le loro poesie, danzando coreografie da loro stessi ideate, cantando insieme al docente brani contemporanei e non, accompagnando l’esecuzione con le loro chitarre elettriche o le loro voci. Insomma, una esperienza performativa a tutto tondo (che raramente studenti e docenti hanno occasione di realizzare in una scuola ancora ingessata per quanto riguarda musica e dimensione espressiva in genere…), ma anche una proposta didattica che, proprio in questi tempi di richiami dallo stesso Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a ridare un posto nel contesto educativo alla musica, potrebbe fare da apripista e suggerire nuove, possibili vie da percorrere. E’ stato allora consequenziale, per chi scrive, cercare di “salvare” l’esperienza perché potesse essere condivisa da altri studenti e da altri docenti, oltre che dal pubblico più vario, attraverso la fruizione personale degli eventi nell’Home video. Ciò che si vorrebbe comunicare è, soprattutto, un possibile metodo nel saldare Storia istituzionale e Storia sociale e del costume attraverso il mezzo della canzone popolare, concepita come significativo, ancorché ambivalente, veicolo di cultura, valori, identità.

Su questa performance del docente si inseriscono quelle che gli studenti hanno scelto in rapporto alle proprie competenze, abilità, inclinazioni, e solo alla fine integrato al percorso del docente. Insomma, niente di più lontano dallo spettacolo pensato come ripetizione di quanto testato e confezionato attraverso prove e memorizzazione forzata. L’approccio si conferma coerentemente nella scelta di riprese effettuate in presa diretta e “on the road” da pubblico e amici, con tutte le sporcature e imperfezioni del caso che però restituiscono all’autore – lo confessa qui candidamente – il senso di un accadere quasi heideggeriano che va colto, come nella celebre “radura” del filosofo, con tutta l’imprecisione e la sublime indeterminatezza che l’accompagna. Ovvio però che gestire la regia di tanto materiale grezzo attraverso un montaggio professionale e specifiche finalità estetiche ha comportato un lungo e paziente lavoro, cui si è poi aggiunto anche quello di selezione e archiviazione del materiale critico, didattico e di stampa, utile a meglio comprendere l’esperienza.

La fruizione consigliata, anche per il carattere vario delle riprese e della definizione delle immagini, è quella più intima e interattiva allo schermo del Pc, ove peraltro si può usufruire di tutto l’apparato che accompagna il video-concerto, ma è possibile anche la visione dallo schermo televisivo o da proiezione a parete. In tal caso, l’eventuale sgranatura delle immagini, per chi, come me, è cresciuto come studente negli anni ’70, costituirà un motivo di fascino in più, e una proposta estetica alternativa ai fasti dell’alta definizione che spesso si limitano a definire il nulla. La imminente apertura di Expo 2015, manifestazione che vede l’Italia, pur fra contraddizioni e polemiche, presentarsi ancora una volta sul palcoscenico internazionale con le proprie eccellenze, ci sembra l’orizzonte più idoneo a riproporre queste “lezioni-concerto sull’unità” a un pubblico vasto, che potrà così ripercorrere il meglio della canzone italiana declinato in stretta connessione con la storia della sua gente e delle speranze che continuano ad animarla. Buona visione, buon ascolto, buona lettura!”
Claudio Sottocornola, Bergamo, 24 settembre 2014
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Dagli anni ’90 ha affiancato alla ricerca scientifica in tale ambito una ricerca estetica e creativa che lo ha portato in studio di registrazione per indagare origini e nuove modalità interpretative dei classici della canzone, pubblicando tre CD, L’appuntamento 1, 2, 3 e un DVD, L’appuntamento/The video. Come scrittore ha pubblicato Giovinezza…addio. Diario di fine ‘900 in versi e Nugae, nugellae e lampi, sillogi di poesie dal 1974 al 2008, il saggio The gift su responsabilità e dono, la trilogia Il pane e i pesci e il pamphlet I trascendentali traditi, che affrontano il tema del sacro e della sua crisi nella società contemporanea. In ambito figurativo ha realizzato le mostre itineranti Eighties (laudes creaturarum ’81) con collages composti nel 1981 da materiale di ritaglio, e Il giardino di mia madre e altri luoghi, 250 scatti fotografici di giardino e paesaggi, da cui sono state tratte opere multimediali.
L’approccio interdisciplinare che caratterizza l’attività di Sottocornola è evidente nelle sue lezioni-concerto che propone in scuole, teatri e centri culturali: mix di canzoni, analisi storico-sociale, immagini, poesie.

Info: Claudio Sottocornola: http://www.claudiosottocornola-claude.com [email protected] Synpress44 Ufficio stampa: http://www.synpress44.com