
Non si altro, soprattutto perché tra le franchigie e la WRU sussiste una clausola per cui le prime non possono esprimere commenti negativi nei confronti della federazione: le trattative di mercato sono in stallo, i rinnovi dei contratti fermi nel cassetto, Leigh Halfpenny e Sam Warburton vengono dati in partenza per la Francia per unirsi al folto gruppo di expat che hanno messo le tende in Top 14. Tra le società gallesi e transalpine non c'è competizione che tenga in termini di disponibilità economiche, eppure i continui incontri tra le parti (squadre e WRU) non hanno partorito alcunché, forse perché si resta in attesa di comprendere l'evolversi del braccio di ferro tra ERC e inglesi.
Ma intanto le regions confabulano con la British Telecom, l'azienda di comunicazioni britannica che con l'investimento dello scorso anno in Premiership ha contribuito a terremotare il rugby europeo per come lo abbiamo conosciuto. BT sarebbe intenzionata a sponsorizzare Cardiff, Ospreys, Scarlets e Dragons a partire dalla prossima stagione, quando il Pro12 verrà trasmesso da Sky, il rivale maggiore dell'azienda il cui logo appare già negli stadi di Edimburgo e Glasgow: nell'ipotesi che l'accordo andasse in porto, il logo dovrebbe essere nascosto agli occhi delle telecamere di Sky.
"Lo dico da tempo che una lega britannica sarebbe fantastica", ha dichiarato Ryan Jones, la terza linea ex capitano della nazionale (foto). "Dobbiamo creare un ambiente interno, a partire delle squadre nazionali, che i giocatori non vogliono lasciare. Dobbiamo risultare finanziariamente competitivi, le stelle di domani devono crescere vedendo le stelle di oggi".