La nostalgia verso Don Draper si fa già sentire, e per cercare di sopperirla ecco qui un film per la TV firmato HBO, quindi, in poche parole, non un film per la TV come gli altri.
Basterebbe solo il cast infatti (Jon Hamm, Larry David, Michael Keaton, Eva Mendes, Kate Hudson), a far capire la netta diversità concettuale che americani (e anche inglesi, come vedremo) danno alle produzioni che non necessariamente arriveranno sul grande schermo.
Ma torniamo a Jon, torniamo a Clear History dove il Mad Men si ritrova a fare non il pubblicitario ma l'inventore, a cui manca decisamente il piglio e la genialità di Don per vendere quanto prodotto.
Creatore di un'innovativa auto elettrica molto più competitiva e unica rispetto alle altre che si stanno sviluppando sul mercato, Will Haney decide però di nominarla Howard, in onore al figlio.
Un auto chiamata Howard.
Forse nemmeno io che di auto me ne intendo pari a zero, sarei tentata di comprarla (visto il mio amore per una semplice Up).
A questa idea si ribella quindi anche Nathan, capo del reparto marketing, abbastanza freakettone e avventato, che non credendo possibile il lancio sul mercato della loro idea con quel nome, si licenzia, restituendo anche il 10% delle quote che possiede sull'azienda.
E che ti succede?
Succede che Howard è un successo strepitoso, che le vendite e la borsa vanno alle stelle, che Will viene nominato uomo dell'anno oltre che lo Steve Jobs delle automobili, e che, per finire, Nathan c'ha rimesso un miliardo di dollari.
Vivere con un rimorso e un rimpianto simili non è cosa facile, ancor più se la moglie ti abbandona e l'intera nazione ti deride, riconoscendoti con facilità per le strade.
Ecco perchè Nathan decide di nascondere la sua identità, di trasferirsi nella tranquilla comunità di Martha's Vineyards dove accudisce una dispotica vecchina, rasandosi barba e cappelli, invecchiando nonostante tutto in serenità, come una persona qualunque.
Dieci anni dopo, però, la sua tranquillità viene scombussolata, il suo peggior incubo si materializza: Will è lì, in carne ed ossa, pronto a prendere possesso di un'enorme villa che sta costruendo a discapito -sembrerebbe- della stessa comunità.
Scatta quindi istantanea la sete di vendetta, aiutata dal fatto che lo stesso Will non lo riconosce nemmeno, e Nathan, pardon, Rolly, architetta assieme a stralunati costruttori un piano nemmeno così dettagliato per radere al suolo la villa, passando, momentaneamente e sfortunatamente, anche all'idea di rubargli la bellissima moglie.
Il tono frizzante e leggero della commedia, si distende per tutta la durata del film, lasciando gigioneggiare Jon Hamm tanto quanto il comico Larry David (da noi reso famoso come alter ego di Woody Allen in Basta che Funzioni) che con le sue smorfie e le sue gag assicura grasse risate.
A fargli da contorno sono però situazioni al limite dell'assurdo che si vanno a ripetere facendosi così più incisive, dove il resto del cast si diverte chiaramente, basti guardare al cammeo perfetto del ceceno Liev Schreiber o quello dei Chicago nei panni di loro stessi.
Pur rappresentando una commedia degli equivoci come ce ne sono altre, pur non avendo chissà quale originalità, Clear History la si vede senza pensieri, la si gode come un'aria fresca per il suo essere intelligente e ricca di ironia, per l'alone di loser che non si vuole cancellare dal protagonista, costi quel che costi.
Il finale, tra l'amaro e l'inevitabile, sancisce una chiusa perfetta, che lascia un bel sorriso stampato.
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