La dinastia regnò in Egitto fino al 30 a.C. e tutti i re portarono il nome di Tolomeo. Se Alessandro la costruì, i Tolomei fecero di Alessandria la città più splendida del mondo ellenistico. Sotto la loro dinastia, il paese divenne immensamente ricco e potente. L’impero commerciale tolemaico comprendeva infatti tutta l’area orientale fino a Tripoli in Libano, Cipro, l’intera costa della Libia e quasi tutte le isole del Mar Egeo, ad eccezione di Creta e Rodi.
Come i faraoni e come Alessandro stesso, i Tolomei si facevano incoronare a Menfi rispettando fedelmente il costume egizio e si facevano chiamare "dei benefattori". L’ultimo e il più celebre monarca tolemaico fu Cleopatra VII (identificata nell’iconografia e sulle monete con Iside-Afrodite), una donna di bellezza e intelligenza eccezionali.
Di queste doti si servì per accrescere il suo potere personale e la prima vittima del fascino della sovrana fu proprio Giulio Cesare, che ne favorì l’ascesa al trono. Dopo la morte di Cesare fu la volta di Marco Antonio, ma si trattò di un amore tragico. Antonio e Cleopatra sognarono insieme un grande impero orientale, ma Ottaviano trionfò su di loro nel 31 a.C., nel corso della grande battaglia navale di Azio, a ovest della Grecia. Dieci mesi più tardi Alessandria cadde e Cleopatra mise fine ai suoi giorni offrendo il seno, racconta la leggenda, a un aspide.
All'ombra del grande faro bianco, là dove il Nilo sposa il mare, la giovane principessa dallo sguardo fiero sogna...Le imbarcazioni si allontanano dal porto di Alessandria verso la potente Roma e verso il misterioso Oriente: olio, grano, papiro, pietre preziose, perle, profumi...
Cleopatra ascolta le note lontane che nascono dal flauto di Tolomeo XIII, suo padre, il re. La principessa sospira. Ma oltre le colonne di marmo pregiato del palazzo reale, il vento solleva la sabbia del deserto e sembra portare con sé una nenia lenta e ritmata. "Roma, Roma grande e potente...un giorno io ti possiederò, un giorno..." Cleopatra socchiude gli occhi e guarda lontano.....
Figlia di Tolomeo XIII, dal quale appena diciottenne (51 a.C.) fu nominata per testamento reggente e associata nel regno al fratello Tolomeo XIV, suo sposo, è forse la più celebre in assoluto della dinastia dei Tolomei. All’imperitura fama di questa donna affascinante e ambiziosa, colta e capace di parlare correntemente molte lingue, ha senz’altro contribuito il lungo e travagliato rapporto con Giulio Cesare, giunto in Egitto da dominatore, dopo la vittoria di Farsalo (48 a.C.), sulle tracce del fuggitivo Pompeo.
Costretta, infatti, dall’ostilità dei favoriti del fratello a lasciare Alessandria, poté rientrarvi solo grazie all’appoggio dello stesso Giulio Cesare, affascinato, secondo la tradizione, dalle sue grandi arti seduttive, e che non esitò a muovere guerra al recalcitrante Tolomeo XIV, provocandone la morte. Cleopatra tornò allora sul trono come sposa di un altro fratello poco più che bambino, Tolomeo XV, ma il suo posto era ormai al fianco di Cesare.
Fra i due nacque una grande passione allietata, nel 47 a.C., dalla nascita di un figlio, che ebbe nome Cesarione. La sovrana d’Egitto accompagnò il condottiero romano in un trionfale viaggio lungo il Nilo per presentargli il suo regno e non esitò in seguito a raggiungerlo a Roma con il figlio. Qui, pur in condizioni non sempre favorevoli, data la palese diffidenza se non ostilità che la circondava e lo scandalo suscitato dalla sua sola presenza, visse in una magnifica dimora, circondata da onori e da un lusso leggendario che contribuì a rafforzare la sua leggenda.
A Roma, Cleopatra rimase fino all’assassinio di Cesare, nelle Idi di marzo del 44 a.C., quindi fece ritorno ad Alessandria. Intanto, a Roma si succedevano eventi di grande portata. Nel 40 a.C., nell’ambito di una complessa ripartizione del potere, al triumviro Marco Antonio venne affidato il governo delle province orientali. Antonio rimase affascinato e sedotto dalla regina d’Egitto e accettò di dividere con lei le proprie ambizioni e il proprio destino.
La loro unione, allietata anche dalla nascita di 3 figli, Alessandro Elio, Cleopatra Selene e Tolomeo, e quella dei loro domini, pareva destinata a dar vita a un grande e potente impero, capace di contrapporsi con successo a quello romano. Antonio concesse a Cleopatra il governo della Fenicia, della Celesiria, di Cipro e di parte della Siria e dell’Arabia, e ai figli avuti da lei il titolo di re. Ma Ottaviano, non potendo più tollerare una tale situazione, mosse guerra alla regina d’Egitto.
Il 2 settembre del 31 a.C. ad Azio egli sconfisse duramente i due rivali, che, fuggiti ad Alessandria, senza più speranze, scelsero di darsi la morte, Antonio con un colpo di spada, Cleopatra con il morso di un aspide. Ottaviano sancì la definitiva annessione dell’Egitto a Roma (30 a.C.), dove tornò immediatamente, portando con sé i tre figli di Antonio e Cleopatra, della cui educazione si fece personalmente carico.
Intervista a Cleopatra...La sirena del Nilo
Donna dotata di grandi capacità intellettuali, attraente e sensuale più che bella, audace e spregiudicata, conoscitrice di molte lingue..Cleopatra, chi sei in realtà?
Sono l'ultima regina d'Egitto, sovrana a soli 17 anni. La mia intelligenza, la natura sensuale, l'amore per la cultura, lo sfrenato desiderio di dominare...Sono caratteristiche che ho ereditato dalle mie antenate della dinastia Lagide, di origine greca. Sono cresciuta durante il burrascoso regno fi Tolomeo XIII Aulete, mio padre, e mi sono formata presso la corte alessandrina, assimilandone il fervore intellettuale,la vita brillante e raffinata. Lo straordinario patrimonio offerto dalla Biblioteca di Alessandria, nella quale palpitava tutto il sapere del mondo antico, mi ha consentito di realizzare una cultura vasta e multiforme: letteratura, arte, scienze ,filosofia. Unica tra i sovrani, conosco otto lingue, tra cui l'egizio, che mi ha permesso di avere un rapporto diretto con il mio popolo.
Duemila anni di storia, però, ti hanno sopratutto descritta come una donna ambiziosa e senza scrupoli. Plinio il Vecchio ti definì "la regina delle cortigiane" e Dante, nel settimo canto dell'inferno, ti immortalò come "Cleopatràs lussuriosa"...
Non ero altro che una donna straordinariamente orgogliosa, volitiva e caparbia, dotata per natura di grande energia. Il mio sogno era quello di fare grande l'Egitto, realizzando in Oriente un vasto impero di impronta ellenistica, secondo il modello di Alessandro Magno. E per fare tutto questo ero disposta a tutto.
Ammetti, dunque, di esserti servita dell'arma della seduzione per raggiungere i tuoi scopi politici?
Non sarei così superficiale nel giudizio. La storia spesso dimentica, deformando la realtà. Così si dice che io abbia venduto il mio fascino in cambio di vantaggi politici. Non si considera, però, che nei miei 39 anni conobbi i due uomini più frivoli e donnaioli del mondo antico, Cesare e Marco Antonio, ambedue amanti dello sfarzo e del lusso, ambedue romani, ambedue condottieri di quel popolo che sempre mi disprezzò e sempre mi ostacolò con la sua propaganda diffamatoria.
Sembra, però, che ti innamorassi continuamente del primo venuto...Gneo Pompeo, Cesare, Marco Antonio...
Oh! Non posso dar peso a queste insinuazioni! Ma lo sai che secondo gli storici, nell'ambiente corrotto della corte alessandrina non esisteva una sola donna virtuosa? La verità è che ho amato Cesare fino a seguirlo a Roma, dopo la nascita di Cesarione, nostro figlio. Se gli dei me lo avessero concesso, sarei stata la sua fedele compagna per tutta la vita. Con la sua morte si è spenta anche una parte di me.
E Antonio, il triunviro al quale ti legasti subito dopo la morte di Cesare? Molti sostengono che tu lo abbia sedotto perchè ti restituisse il trono d'Egitto...
Ho trascorso quattordici anni al fianco di Antonio. Non pensi dunque che io abbia veramente amato quest'uomo, dal quale ho avuto tre figli? La sua tragica morte è stata per me un dolore grandissimo, che Shakespeare ha poi cantato nel suo toccante dramma funebre. "Quando eravamo vivi nulla ci separò" piansi disperata sul sepolcro di Antonio "Nascondimi nella tua fossa, perchè delle innumerevoli sciagure che abbiamo sopportato, nessuna è stata più grande e più difficile di questo breve periodo che ho vissuto senza di te".
Fiera e coraggiosa in vita, così come nella morte.. hai preferito il suicidio piuttosto che permettere ad Ottaviano di festeggiare il suo trionfo esibendoti ed umiliandoti come schiava per le strade di Roma....
Ho tentato di parlare con Ottaviano dopo la sconfitta e la morte di Antonio. Distrutta nell'animo e nel fisico- il mio fascino e la mia bellezza però, non erano del tutto tramontati- ho accolto il vincitore nel mio palazzo per ottenere la sua clemenza. Piansi, mi disperai, gli mostrai anche le lettere di Cesare, suo zio, perchè comprendesse quanto grande fosse stato il mio amore per lui..Ma nulla servì a suscitare la sua pietà: Ottaviano, impassibile come una roccia, uomo privo di passioni, lasciò il palazzo con la convinzione di avermi rassicurata. Sapeva infatti che mi sarei uccisa piuttosto che sottomettermi all'umiliazione di essere mostrata pubblicamente come un trofeo al suo glorioso ingresso a Roma. "Non seguirò il tuo trionfo!" sibilai con fermezza mentre usciva dalla porta. E la storia testimonia che così ho fatto. Quando Ottaviano e i suoi soldati mi trovarono ormai morta su un letto d'oro regalmente ornato, Carmiana, la mia ancella, disse loro: "Questo è degno della stirpe dei grandi re!". Dunque ache la mia morte spettacolare fu degna della fiera regina che fece tremare Roma, la novella Iside adorata dal popolo egizio come una dea. La "sirena del Nilo" dai lunghi occhi neri.