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Clima, l’Accordo di Parigi è stato approvato da tutte le parti. Ecco tutti i punti principali, ma ora bisogna agire

Creato il 13 dicembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Lo ha annunciato ieri il ministro degli esteri francese Laurent Fabius nella sessione plenaria che ha concluso la Conferenza sul clima durata 13 giorni. Un totale di 195 paesi e l’Unione europea hanno quindi accettato il testo che ieri mattina la presidenza francese della Conferenza ha presentato ai delegati. L’accordo prevede un finanziamento di 100 miliardi di dollari per i Paesi in via di sviluppo entro il 2020 e un limite al riscaldamento globale di 1,5 gradi. In attesa del via libera il testo era stato pubblicato on line sul sito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (cliccare qui).

(npr.org)

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Clima, l’Accordo di Parigi è stato approvato da tutte le parti. Un lungo applauso è scoppiato nel tendone di Le Bourget usato per le sessioni plenarie della Conferenza sul clima dopo che il presidente della Cop21 ha battuto il martello sul tavolo degli oratori per segnare l’approvazione, ovvero la mancanza di obiezione da parte delle delegazioni, dell’accordo sul clima. “E’ un piccolo martello ma può fare grandi cose”, ha dichiarato il ministro, raggiunto sul palco dal presidente francese Francois Hollande, dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-moon, e dalla responsabile della convenzione delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici Christina Figueres.

“Ce l’avete fatta, siete riusciti a superare i vostri interessi legittimi”, ha dichiarato Hollande rivolto ai delegati. “Aspettavamo questo accordo da 40 anni”, ha aggiunto, ringraziando Fabius per il lavoro di mesi. “Già domani proporrò che i paesi che vogliono andare più veloci (nella riduzione dei gas a effetto serra rispetto a quanto si sono impegnati a fare nei piani presentati prima dell’inizio della conferenza, ndr) possano riaggiornare i loro piani prima del 2020, ha reso noto Hollande. “E’ enorme: quasi tutti i Paesi del mondo hanno appena firmato per l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, grazie alla leadership americana“, ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. “Accordo su clima a Parigi è un passo in avanti decisivo. Italia protagonista, oggi e domani #COP21″, ha invece twittato il premier Matteo Renzi.

La giornata di ieri, l’intervento di Laurent Fabius, presidente della Cop21. ”Siamo arrivati a un progetto di accordo ambizioso ed equilibrato”, aveva sottolineato questa mattina il presidente della Cop21 Laurent Fabius, nel presentare il testo destinato a limitare il riscaldamento climatico a livello mondiale. “Questa Cop21 è una svolta storica. Il testo, – ha sottolineato il ministro degli Esteri francese - conferma il nostro obiettivo: contenere l’aumento della temperatura ben al di sotto di 2 gradi e sforzarsi di mantenerla a 1,5, il che consentirebbe di limitare significativamente i rischi e gli impatti del riscaldamento”. “Nessuno tra noi, agendo solo, può arrivare al successo. E’ alla portata di tutte le nostre mani unite”, ha proseguito Fabius che più volte durante il suo intervento è apparso emozionato e commosso. In conclusione il ministro francese ha citato Nelson Mandela: “In questa sala deciderete su un accordo storico. Il mondo trattiene il fiato e conta su noi tutti”. “Questo accordo – ha proseguito – è necessario per il mondo intero e per ciascuno dei nostri Paesi. Aiuterà gli stati insulari a tutelarsi davanti all’avanzare dei mari che minacciano le loro coste; darà mezzi finanziari all’Africa, sosterrà l’America Latina nella protezione delle sue foreste e appoggerà i produttori di petrolio nella diversificazione della loro produzione energetica. Questo accordo sarà al servizio delle grandi cause: sicurezza alimentare, lotta alla povertà, diritti essenziali e alla fine dei conti, la pace”.

“L’accordo decisivo per il pianeta, è ora. Il 12 dicembre 2015 può essere una grande data per l’umanità. Avete l’occasione di cambiare il mondo. Coglietela, perché viva il pianeta, viva l’umanità e viva la vita”, aveva dichiarato dal canto suo il presidente francese François Hollande. Sulla stessa linea il segretario generale dell’Onu Ban-Ki moon: “Siamo a un momento decisivo di un lungo percorso avviato decenni fa. L’accordo presentato è storico, promette di avviare il mondo su una nuova strada”, ha detto Ban che poi si è rivolto alle singole nazioni esortandole a presentare “piani nazionali sul clima: le soluzioni ai cambiamenti climatici sono sul tavolo, tocca a noi adottarle, facciamolo”.

Ecco i punti principali dell’accordo finale della Cop 21 e della decisione che lo accompagna.
- Riscaldamento globale.
L’articolo 2 dell’accordo fissa l’obiettivo di restare “ben al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali”, con l’impegno a “portare avanti sforzi per limitare l’aumento di temperatura a 1,5 gradi”.
- Obiettivo a lungo termine sulle emissioni. L’articolo 3 prevede che i Paesi “puntino a raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile”, e proseguano “rapide riduzioni dopo quel momento” per arrivare a “un equilibrio tra le emissioni da attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda metà di questo secolo”.
- Impegni nazionali e revisione.  In base all’articolo 4, tutti i Paesi “dovranno preparare, comunicare e mantenere” degli impegni definiti a livello nazionale, con revisioni regolari che “rappresentino un progresso” rispetto agli impegni precedenti e “riflettano ambizioni più elevate possibile”. I paragrafi 23 e 24 della decisione sollecitano i Paesi che hanno presentato impegni al 2025 “a comunicare entro il 2020 un nuovo impegno, e a farlo poi regolarmente ogni 5 anni”, e chiedono a quelli che già hanno un impegno al 2030 di “comunicarlo o aggiornarlo entro il 2020″. La prima verifica dell’applicazione degli impegni è fissata al 2023, i cicli successivi saranno quinquennali
- Loss and damage. L’accordo prevede un articolo specifico, l’8, dedicato ai fondi destinati ai Paesi vulnerabili per affrontare i cambiamenti irreversibili a cui non è possibile adattarsi, basato sul meccanismo sottoscritto durante la Cop 19, a Varsavia, che “potrebbe essere ampliato o rafforzato”. Il testo “riconosce l’importanza” di interventi per “incrementare la comprensione, l’azione e il supporto”, ma non può essere usato, precisa il paragrafo 115 della decisione, come “base per alcuna responsabilità giuridica o compensazione”
- Finanziamenti. L’articolo 9 chiede ai Paesi sviluppati di “fornire risorse finanziarie per assistere” quelli in via di sviluppo, “in continuazione dei loro obblighi attuali”. Più in dettaglio, il paragrafo 115 della decisione “sollecita fortemente” questi Paesi a stabilire “una roadmap concreta per raggiungere l’obiettivo di fornire insieme 100 miliardi di dollari l’anno da qui al 2020″, con l’impegno ad aumentare “in modo significativo i fondi per l’adattamento”
- Trasparenza. L’articolo 13 stabilisce che, per “creare una fiducia reciproca” e “promuovere l’implementazione” è stabilito “un sistema di trasparenza ampliato, con elementi di flessibilità che tengano conto delle diverse capacità”.


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