Un uomo pragmatico che ha sottolineato di: “voler procedere nel segno della continuità del lavoro fatto” e che ben conosce le problematiche di un settore dove la politica non è quasi mai riuscita a dare programmi nazionali e di lungo periodo, come il tanto atteso Piano Energetico Nazionale. “Nel momento in cui - ha dichiarato Clini alla notizia della sua nomina – l’emergenza economica suggerisce lacrime e sangue, che può voler dire ridurre gli investimenti sui temi ambientali, farò di tutto perchè la strategia dello sviluppo sostenibile diventi la strategia della crescita dell’Italia”.
Per Clini bisogna innanzitutto: “completare il quadro normativo per il sistema energetico italiano“. Il che significa: rinnovabili e efficienza energetica. Il faro è l’Europa e il governo Berlusconi ha lasciato ancora da approvare i decreti attuativi dell’ultima direttiva UE recepita in Italia, che riguardano la produzione elettrica da fonti rinnovabili e l’energia termica verde. Entrambi attesi dai produttori che aspettano la definizione degli incentivi per ripartire con gli investimenti. Per l’efficienza energetica resta da capire che fine farà la detrazione del 55% e gli altri strumenti che consentano di raggiungere gli obiettivi europei.