Cloud Atlas

Creato il 07 gennaio 2013 da Bangorn @MarcoBangoSiena

Per parlare di questo film, occorrerebbe fare alcune premesse, e a dire il vero anche per vederlo. Non posso dire nulla riguardo al libro di David Mitchell, perché non l’ho letto purtroppo, ma vedrò di rimediare in futuro.
Le premesse riguardano principalmente quello che ci si può aspettare vedendo il trailer, che ancora una volta non rende affatto l’idea di cosa ci troveremo di fronte. Ingannevole soprattutto il richiamo a Matrix, che per molti sarà un amo che li farà correre nelle sale per vedere qualche bullet time, due sparatorie e qualche frase filosofica a effetto da condividere con gli amici su Facebook. Qui siamo lontani anni luce dal prodotto precedente dei fratelli Wachowski*, aiutati a questo giro da Tom Tykwer, che sicuramente sul momento non vi dirà nulla.
Lo spettatore vaiconlaction, si lamenterà dopo 10 minuti e seccherà amici, vicini e conoscenti, con invettive su questo film, che riterrà troppo lungo e noioso. Nell’accesso di rabbia più estremo, arriverà pure a dire che non si capisce nulla, per poi correre su Google a cercare Cloud Atlas significato o Cloud Atlas spiegazione. Si troverà spiazzato a vedere l’alternarsi delle epoche e i ruoli dei vari attori, che si danno magistralmente il cambio per interpretare diversi personaggi, talvolta irriconoscibili grazie alle protesi di lattice.
E perché tutto ciò? Di cosa parla questo Cloud Atlas? Presto detto in poche parole.

Locandina

Trama

Epoche diverse, storie diverse, eppure tutte collegate da qualche particolare, da un oggetto, da una casa, da una musica. Le vite dei personaggi ci vengono presentate a scene alternate, con lo stesso ritmo. Abbiamo un giovane che sta morendo su una nave all’epoca schiavista, il cui unico desiderio è di tornare a casa. Poi abbiamo un giovane compositore in erba, omosessuale, al servizio di un famoso musicista, scorbutico e anziano, che desidera solo scrivere la sua opera più grande e rivedere il suo grande amore. Quest’ultimo, lo rivediamo negli anni ’70, quando viene ucciso per le sue ricerche su un’azienda che mette in pericolo il paese, la cui eredità viene raccolta da una coraggiosa giornalista. Passiamo a un presente/futuro, e vediamo uno scrittore ed editore che sta quasi per gettare la spugna, finché non trova uno scopo per rimettersi a scrivere, nonostante l’età. E infine, due futuri, uno conseguenza dell’altro, dove ci vengono mostrati il degrado massimo di una civiltà/incivile che rende tutti quasi automi e ciò porterà al collasso e al ritorno a una società tribale.

4 trasformazioni di Weaving

Considerazioni

Provate ora a immaginare di vedere queste storie alternarsi con scene che durano pochi minuti. All’inizio si può essere disorientati, ma quando si entra dentro al meccanismo, alla logica e alla poesia che c’è dietro, sia visiva che musicale, non si fa altro che seguire con passione lo svolgersi degli eventi, a ricercare i collegamenti, i particolari che uniscono le storie. Ci si può anche chiedere se le fattezze dei personaggi, interpretati dagli stessi attori, siano da attribuirsi a un ammiccamento al trasmettersi del dna, altro legame sottointeso lasciato al giudizio del pubblico. Può nel futuro il discendente di un bastardo, redimere il suo avo? Un assassino avrà discendenti assassini?
Queste sono congetture che come dicevo posso essere lasciate al pubblico, e non influiscono effettivamente sulla storia.
La forza del film, oltre alla sapiente e sorprendente mano dei due Wachowski e di Tykwer, sta nella bravura degli attori, tutti perfetti nella loro parte e impressionanti anche quando interpretano persone di sesso ed etnia diversi.
L’unico suggerimento che posso darvi, è prepararvi a questo film, mettervi a sedere, seguire i suoi ritmi e rendervi conto dell’opera che avete davanti. Una pellicola con tempi, ritmi, connessioni e scelte e meravigliose scenografie. Alcune sembrano ereditate dai tempi visionari di Blade Runner, ma non vorrei esagerare.
Ultimo avvertimento, non andate a vedere questo film se aspettate un nuovo Matrix, o se ritenete che Emmerich e Bay siano i registi top di questi anni.

L’Atlante delle Nuvole. A voi capire cos’è.

*Per cortesia, evitate di farmi notare la storia di Lana Wachowski che avete scoperto ieri, al massimo oggi…


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