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Cloud Atlas, il bookcrossing a macchia di leopardo (selvaggio), con sferzata finale a quelli che non restituiscono i libri

Creato il 06 febbraio 2013 da Lidiazitara @LidiaZitara
La Frassinelli che dà il peggio di traduzione e grafica

La Frassinelli che dà il peggio di traduzione e grafica

Sfiga ha voluto che mi perdessi al cinema due film che attendevo da tempo: Vita di Pi e La migliore offerta.
Tenendomi al dito questo insulto della sorte, forse per vendetta, forse per cretineria, forse attratta da Tom Hanks tatuato, forse solo per desiderio di non rimanere tagliata sempre fuori dalle letture fantascienza/fantasy e addentellati, ho preso Cloud Atlas con i punti della card Mondadori.
In realtà l’ho preso a dicembre ma ho iniziato a leggerlo solo un paio di settimane fa, nel terrore che arrivasse anche da noi l’attesissimo film dei fratelli Cosi e che io non l’avessi ancora finito. Cosa avrei fatto a quel punto? Finire il libro in una notte? Neanche Houdini. Andare a vedere il film e poi finire il libro? Che orrore.

Ma tant’è…il film non è arrivato nè ne sento neanche parlare in giro, mi sa che non lo portano neanche.
Ecco come la vita trova sempre il modo di mettertela in quel posto: avrei potuto prendere Vita di Pi, invece di Cloud Atlas, e consolarmi della mancata visione del film. Ma all’epoca ero straconvinta di non perdere Vita di Pi.
Riassumendo, ho mancato un film che volevo vedere e letto un libro il cui film con tutta probabilità non vedrò neanche.

A questo punto, se non avete ancora letto o visto Cloud Atlas, sospendete la lettura perchè ve ne narrerò la trama.

Non conosco l’autore di Cloud Atlas, non so se gli altri suoi romanzi siano buoni o no. Ho dato un’occhiata alle recensioni su Amazon e Ibs: c’è chi dà cinque stelle, chi una, chi tre, chi getta un fiore, chi si prenota per due ore.
Insomma, ha accontentato più o meno tutti i palati.

Ma quello che mi sorprende è che nessuno abbia visto l’autentica struttura del “romanzo” (per questo genere di opera narrativa occorrerebbe trovare altra definizione).
Forse i miei incontri ravvicinati del terzo tipo con le case editrici mi hanno dato qualche gettone in più, ma è più credibile che il pubblico d’oggi (e comunque il pubblico giovane, anche se ben acculturato, a cui è diretta l’opera) non sappia più leggere tra le righe, o tra i capitoli, in questo caso.
La mia netta impressione è che l’autore abbia concepito il testo a tavolino, con uno o forse entrambi gli occhi a una versione cinematografica (qualcuno ha scritto che Cloud Atlas era difficile da rendere filmicamente…diobbono, ma se sembra una scenggiatura), che abbia scritto diversi racconti uniti tra loro da concetti pretestuosi trattati in maniera marginale, da una ipotetica reincarnazione dei personaggi, e da un riferimento casuale che rimbalza da un episodio al successivo, con ippopotamica andatura.

Lo scopo è -mi sembra evidente- produrre un libro di maestose dimensioni, tali che la carta su cui è stampato è quasi una velina (chiaro stratagemma per non terrorizzare i lettori poco determinati),che aspiri allo status di epico o colossale, di must, di pietra miliare nella storia della letteratura di genere, di zenit fantasifilmico, di oggetto di emulazione, di macchina editoriale per rastrellare premi e recensioni su periodici importanti.
Manco a dirlo, se l’autore ha avuto un merito è stato capire che ad un certo punto si doveva fermare, perchè con il sudoku letterario che ha utilizzato, il librone sarebbe potuto lievitare anche all’infinito, raggiungendo gli antipodi e forse la luna.
Insomma, di Cloud Atlas nessuno potrà porprio fare a meno, se non altro di parlarne, visto che leggerlo risulta indigesto come la cicoria cruda.

Lo stile? nè fresco nè accattivante. Uno stile “da avventura” con le classiche formalità dell’editing americano. Dei “rutilanti colpi di scena” già al terzo racconto non se ne può più. Qualcuno su Amazon ha scritto che se anche fosse stato “ventriloquismo letterario” (o qualcosa del genere) ne sarebbe valsa la pena. Io non confonderei un ventriloquismo con un gargarismo, sebbene facciano rima. Lo stile camaleontico è senza dubbio l’unico pregio di questo libro, purtroppo ammazzato? massacrato? assassinato? distrutto? appiattito? cancellato? ucciso? omicidiato? fatto fuori? da una traduzione che definire criminale è una gentilezza. Frassinelli, Frassineli, ma che cazzo combini? Credi che siamo ciechi, che non vediamo, che certe cosette con sappiamo dove scaricarle e farci i confrontini sui tablet? Credi che siamo ancora negli anni ’80, quando ci voleva la cugina americana per tradurci le canzoni dei Duran Duran?

Enfin, del volumone, una volta finito, non sapevo proprio cosa farmene, sicché l’ho usato per continuare la mia missione di “bookcrossing a macchia di leopardo (selvaggio)”.
Tutti sapete come funziona il bookcrossing, no? Si condivide un libro che ci è piaciuto, giusto? Ecco, siccome di spazio nella mia casa per romanzi inutili non ce n’è, e la biblioteca comunale ha finito gli scaffali, io con questo sistema mi libero contemporaneamente di un libro che non mi è piaciuto e risparmio spazio sugli scaffali miei, in più spero pure che qualcuno apprezzi il gesto e si legga il libro, magari trovandolo bello e tenendoselo sullo scaffale suo.

Ho notato, infatti, che le persone tendono a prendere a prestito i libri perchè non vogliono spendere soldi nell’acquisto di tali oggetti fatti di carta. Se glieli presti, se li leggono, se no nisba.
Avrete tutti capito che non sono tipo da prestar libri, piuttosto ne compro un’altra copia e la regalo, ma in questi mesi mi è capitato di prestarne qualcuno: sono stata giustamente punita per la mia generosità e nessuno dei libri prestati mi è tornato indietro, costringendomi a ricomprarli.

Sarebbe anche carino che le persone a cui hai prestato un libro da mesi e non accennano a restituirtelo, si offrissero di prestarti quello che loro hanno comprato, che sanno che non hai e che ti interessa.

Non molti, a dire il vero, praticano la forma di “bookcrossing a macchia di leopardo (selvaggio)”. E non molti ricambiano i favori ricevuti.
Un insegnamento ad essere gretti e meschini. Grazie, vita di merda.


Filed under: Libri Tagged: cloud atlas, critiche acritiche, david mitchell, fantascienza, fantasy, frassinelli, imbrogli editoriali, l'atlante delle nuvole, libri gonfiati, pessima traduzione, sfiga, traduzione da cani, universi correlati, universi paralleli

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