QUOTA -135,8m DALLA SUPERFICE
05:29 – 31/07, 59 ACF
HP si fermò, sputando saliva e terra per cercare di liberare la gola.
Gli altri lo seguivano da vicino e colsero l’occasione per riprendere fiato, erano visibilmente stanchi e benché la tuta di Roman fosse perfettamente operativa non aveva più un’arma. L’aver sacrificato il cannone per salvare Niemi era sembrata una buona idea, ma in quel momento e senza armi Roman era inutile per la loro sopravvivenza. Niemi era stato più sfortunato e la sua ferita non gli lasciava molte speranze di farcela, ma HP non aveva osato proporre di sacrificarlo.
Larsson sembrava sul punto di crollare, ma la sua non era tanto stanchezza, quanto la consapevolezza che la donna di cui si era innamorato aveva dato la vita per loro. HP ci pensò un attimo di troppo, prima di sospirare pesantemente. I sentimenti riguardo Selene Levkova erano vividi e l’idea di averla persa per sempre lo riempiva di rabbia e sconforto.
Avrebbe voluto fare qualcosa per la sensazione che si stava impadronendo di lui, ma il modo in cui era finita la missione non gli lasciava altra scelta che agire. Aveva ancora qualche secondo per crogiolarsi in quelle emozioni, ma si preparò a fare ciò che andava fatto. Come gli era stato ordinato di fare nel caso la donna fosse morta.
Ricacciò lo sguardo all’indietro e con la mente attivò il circuito che gli avevano impiantato dietro la cornea, nello stesso istante un dolore atroce lo fece gridare, costringendolo a stringersi l’occhio destro. Si accasciò a terra continuando a gridare, pensando che non ci fosse dolore più atroce e prima che se ne rendesse conto di Harold Pratt non era rimasto più nulla, solo una personalità artificiale indotta da quell’innesto corticale.
Innesto cerebrale attivo…
Inizializzazione interfaccia ottica completata…
Contatto stabilito…
Per la gloria dell’impero xatrano!
Settore M12 – Assoggettare e Sottomettere
Utente: Theo Durban
Salve confratello Durban,
la personalità di Harold Pratt e tutti i ricordi su Selene Levkova sono stati rimossi dalla tua mente, il settore M12 vuole che tu faccia ritorno al campo base ignorando le forze Mutanti e le eventuali ripercussioni sull’esito della situazione planetaria a seguito della morte del soggetto AG3.
Termina il resto della squadra del CAO, ma assicurati di non uccidere il Colonnello Larsson, deve essere interrogato e sondato per capire che tipo di interazioni ha avuto con il soggetto AG3.
GreyRagdoll chiude.
La macchia di sangue su cui erano impresse quelle lettere si diradò molto velocemente, Larsson gli aveva spostato la mano per controllargli l’occhio, mentre gli teneva il fucile puntato contro, come se temesse una possibile infezione da parassita dei Kkatsk. Ricordava il suo nome e come era finito in quel guaio, ma poco importava. Theo Durban realizzò che poteva finalmente smettere i panni di quell’idiota in cui l’avevano costretto e fare ciò che gli riusciva meglio.
– Sto bene. – riuscì a dire, con voce ferma. Evitò di sorridergli, sapeva che non gli sarebbe riuscito bene.
Roman sembrò preoccupato, disattivò la tuta per controllare meglio con i suoi occhi – Che cosa ti è preso? –
– Ho ricevuto nuovi ordini. – ammise, tirandosi in piedi.
– Nuovi ordini? Pratt la missione è andata! Levkova è morta e Niemi è ridotto male. Prendo io il comando, sono il più alto in grado e non possiamo permetterci di mantenere le apparenze: non lascerò morire uno dei nostri solo perché credi di poter portare avanti la missione! –
Durban lo fissò con uno sguardo poco interessato, controllò di avere un ultimo palmare di richiamo per poter triangolare la posizione della boa al campo base e poi fece un sospiro. Sarebbe stato un piacere ammazzare gli agenti del CAO, dopotutto.
– Non rimanertene lì impalato, aiutaci! Dobbiamo tamponare le ferite di Niemi e riprendere a camminare, forse troveremo un’uscita prima che muoia dissanguato! –
– Non lo porteremo con noi. –
Larsson s’irrigidì e per un istante si voltò al tunnel da cui venivano, forse preoccupato per il possibile arrivo di altri Mutanti, forse nella vana speranza di veder arrivare la sua defunta spasimante.
– Non sei tu a dare gli ordini, dannazione! Niemi ci ha tirato fuori da due imboscate spaventose. –
Per tutta risposta Durban estrasse la pistola, sparando tre colpi a Niemi.
Gli altri due rimasero a fissare il corpo dell’agente operativo ormai senza vita e Roman ebbe appena il tempo di voltarsi a fissarlo per chiedere spiegazioni. Altri tre colpi misero fine alla vita dell’infiltrato, lasciando un silenzio vuoto e per la prima volta piacevole. Era soddisfatto di aver messo a tacere quei due idioti del CAO e quasi gli venne voglia di sorridere.
– Non mi hai sparato, quindi vuoi qualcosa da me. – dedusse il Colonnello, puntandogli il fucile contro.
– Neanche tu puoi spararmi, Larsson. –
– Dipende, morire sbranato dai Mutanti potrebbe essere una fine migliore. –
– Mandagli in sovraccarico il fucile, GreyRagdoll. – ordinò Durban, con un sorriso maligno.
L’arma del Colonnello emise tre bip allarmati, prima che il sistema di sicurezza sganciasse la batteria, lasciandolo disarmato. Per tutta risposta Larsson estrasse una pistola – Dannati pazzoidi, siete peggio degli incensati. Con chi sei in contatto? Con Rods? –
Durban non gli prestò attenzione, si avvicinò ai cadaveri degli agenti segreti e prese l’equipaggiamento del CAO che avevano ancora addosso, facendo un bel mucchio e limitandosi a guardarlo ordinò – Sulla mia posizione, estrazione rapida verso il campo base, GreyRagdoll. –
I tunnel si trasformarono nella tranquilla tenda dove una silenziosa Gill Rods lavorava alla strumentazione da campo, indossando il camice e un paio di occhiali che rendevano la sua figura quasi attraente.
Per la gloria dell'impero xatrano
Assoggettare e Sottomettere