Cloud Nine - L'unica via d'uscita (I parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
L’impatto tra la carica degli spazzini e le tute corazzate fu violento al punto che Selene distolse lo sguardo, ma l’attimo dopo le due Gorgon si trovavano su un mucchio di cadaveri, pronte a bersagliare gli altri spazzini come se nulla fosse. Niemi ridacchiava come un bambino felice e le sue risate erano attutite solo dalle sventagliate di energia delle altre armi xatrane.
– Hai lo stomaco debole, Roman? –
Selene si affiancò a Pratt per fare fuoco e coprire il fianco scoperto dei due agenti, la cosa funzionò per qualche minuto, mentre i cadaveri degli spazzini continuavano ad ammucchiarsi e le unità corazzate a tenere posizione. Durò finché dal mucchio di Mutanti non uscirono delle creature simili a lupi terrestri.
Avevano sei zampe e ognuna terminava con degli artigli grandi quanto la mano di un uomo, dietro al collo due protuberanze muscolari sembravano pronte a esplodere, mentre due file di denti altrettanto aguzzi affollavano le due protuberanze mandibolari sotto il muso.
Selene aveva visto i lupi-ragno, così erano state battezzate quelle creature, solo nei filmati e nelle ricostruzioni, li aveva studiati quando il CAO l’aveva incaricata di scendere nei tunnel, ma non aveva mai creduto di potersi sentire così spaventata nel vederne uno dal vivo.
– Lupi-ragno! – chiamò Niemi, mantenendo la calma – Dannato centro sviluppo, non hanno pensato che nei tunnel servisse un maledetto lanciafiamme? –
Roman non replicò, troppo impegnato a tenere a bada quella nuova minaccia con le granate.
Pratt e Selene indietreggiarono, coperti da Larsson – Ritirata? – fece il Colonnello.
– Non possiamo tornare indietro. – gli ricordò Selene – Dobbiamo trovare ciò per cui siamo venuti. –
– Vi stavano aspettando! Non è possibile continuare così. –
Selene si voltò ai due agenti in tuta corazzata, anche se non stavano arretrando, era chiaro che i Mutanti stavano avendo la meglio sulle armi xatrane e che l’arrivo dei lupi-ragno li avesse messi in difficoltà. Era una lotta impari e per quanto fossero evolute le armi xatrane, non sarebbero durate ancora per molto tempo.
Selene chiamò la ritirata, sapeva che non ci fosse altra scelta che ripiegare nell’unico punto dove non avrebbe voluto tornare, ma non poteva costringere i suoi uomini a immolarsi per lei. Dove sono finiti i dannati incensati? Che tu sia maledetto T’Taf!
Roman e Niemi si mossero all’indietro, continuando a vomitare scariche di energia contro gli spazzini, per quanto fossero sempre di più e per quanto fosse sempre più chiaro che le tute corazzate non avrebbero retto ancora per molto, quei due riuscivano a mantenere un’apparente calma – Facciamo esplodere di nuovo il tunnel? –
– Dai rilevamenti la struttura del tunnel collasserebbe nel giro di quaranta secondi. –
– Rods perché ci dai sempre queste belle notizie? – ridacchiò Niemi, fermandosi.
– Quaranta secondi sono sufficienti a far detonare la sua tuta, Agente. – gli ricordò l’hacker con voce distaccata, come se il caos contro cui l’intera squadra stava combattendo non fosse reale.
Selene imprecò cercando di negare quella possibilità, non avrebbe sacrificato la vita di un suo sottoposto per fuggire – Trova un’altra soluzione, Rods! –
La donna rimase in silenzio.
– L’alternativa sono le granate, quante ne sono rimaste? – s’intromise Larsson.
– Cinque caricatori per me. –
Pratt ne sganciò due dalla sua cinta – Non avremo tempo per richiamare altre attrezzature e non possiamo andarcene in giro disarmati. –
Il Colonnello fece una smorfia, facendo loro cenno di consegnargli le granate – Meglio rischiare di non avere le armi che morire perché non le si è usate! –
– Dagli le granate, HP! –
Un lupo-ragno balzò addosso a Niemi, facendo cadere la tuta corazzata all’indietro. L’agente operativo imprecò, usando il suo cannone per togliersi di dosso la creatura, non prima di aver subito qualche danno alla corazzatura del torso.
Roman intervenne falciando il Mutante con una scarica di energia e piazzandosi davanti all’altro, cercò di fargli scudo con la sua tuta.
– Tutto bene, Niklas? – chiese Selene, coprendolo mentre si rialzava.
– Valori normali, la Gorgon regge. –
– Grazie dell’interessamento, Rods! – fece l’uomo con rabbia, affiancando di nuovo Roman.
Pratt le corse accanto con la bandoliera piena di batterie – ‘Lene sei sicura di voler rischiare tutto con una seconda esplosione? Potremmo non sopravvivere. –
– Non abbiamo scelta, HP. – gli ricordò, afferrando la bandoliera.
– I sensori rilevano altre unità in avvicinamento, probabilmente altri lupi-ragno. – avvertì Rods.
Con lo sguardo Selene cercò Larsson, avrebbe voluto farsi dire che sarebbero usciti da quella situazione indenni, assaporarne le labbra per un attimo solo e vedere quel suo sorriso. Chiuse gli occhi scacciando quei pensieri, ma la sua mente lo cercò e gli trasmise il suo stato d’animo, facendola arrossire come una quindicenne alla sua prima cotta amorosa.
Il Colonnello le lanciò appena uno sguardo, troppo impegnato a tenere a bada i Mutanti per darle retta, ma bastò quel semplice contatto a distanza per far decidere Selene.
– State giù! – gridò sganciando le linguette di sicurezza delle batterie.
L’esplosione arrivò prima di quanto si fosse aspettata, tagliando via quella miriade di Mutanti e facendo crollare il tunnel sopra le loro teste. Le orecchie di Selene non sentivano alcun suono e la sua mente era troppo stordita per poter cercare gli altri.
Si alzò barcollando e gridò – Rods dammi la situazione! –
L’hacker disse qualcosa, ma Selene non riuscì a comprenderla, stava per chiederle di ripetere quando vide una delle due tute corazzate sotto le macerie – Non sento nulla! Puoi ripetere, Rods? –
– L’agente Niemi è ferito, ma in buone condizioni, signore. –
– Gli altri? –
– Stiamo bene. – assicurò Larsson, scrollandosi di dosso la polvere.
Selene riuscì a tranquillizzarsi solo quando lo vide, s’impose di rimanere distaccata, ma la sua mente trasmise al Colonnello l’intenzione di correre ad abbracciarlo e di dimenticare tutto il resto. Larsson le sorrise, fissandola con lo stesso sguardo che l’aveva stregata e per un istante infinito rimasero a fissarsi, uniti dalla mente di Selene. Il resto perse importanza, persino l’idea che i Mutanti potessero raggiungerli e farli a pezzi non intaccò quel momento e Selene comprese che non sarebbe più potuta tornare indietro: si era legata a Larsson con la mente.

Fare la spia vi sconvolgerà la mente!