CloudFlare rappresenta la nuova generazione di CDN: facile da installare, più abbordabili, e offre prestazioni migliori.

Creato il 11 settembre 2013 da Linuxlandia

Argomento un po’ complesso per cui preferisco partire con la definizione di CDN:

Le Content Delivery Network (CDN, Rete per la consegna di contenuti) … sono un sistema di computer collegati in rete attraverso Internet che collaborano in maniera trasparente, sotto forma di sistema distribuito, per distribuire contenuti agli utenti finali.

L’obiettivo di una CDN è di instradare una richiesta di contenuto sul nodo che viene individuato come ottimale. Se ottimizzate per le prestazioni, il nodo ottimale è quello che può soddisfare la richiesta nel minor tempo possibile: si può determinare per esempio scegliendo quello geograficamente o topograficamente (nel contesto di rete, minor numero di hops o minor ping) più vicino alla locazione del richiedente, oppure quello con un minor carico di lavoro (in inglese, load average).

Detto in modo più concreto si tratta di un sistema per ottimizzare e risparmiare carico server facendo in modo che alcuni contenuti (es. le immagini e/o i file statici come js e css) vengano erogati da server differenti ottimizzando la distribuzione a livello geografico in modo che sia il server più vicino a noi ad occuparsi del trasferimento.

Mi sono chiesto più volte in quale modo la nostra infrastuttura potesse beneficiare di questo tecnologia ma guardando le specifiche di Akamai e/o Amazon (che sono forse tra le più importanti realtà in questo settore) mi sono reso conto che i prezzi per la gestione di piccoli siti sono abbastanza proibitivi.

Poi, come sempre succede in queste cose, “la figlia del contadino” mi ha parlato di CloudFlare e del suo piano gratuito.

Ho deciso quindi di provare l’integrazione su questa pagine limitando però l’uso alle immagini e ai file javascript e css.


Questo, in breve, quello che ho fatto.

  1. Comprato un nuovo dominio “mavidacdn.in” su whois.com (in offerti in questi giorni a 3.88 dollari).
  2. Ho girato i name server sui server di Cloudflare.
  3. Impostato un nuovo sottominio static.mavidacdn.in in modo che punti sul mio ip
  4. Configurato Apache per indirizzare correttamente. (sia maurizio.mavida.com che static puntano adesso allo stesso sito)
  5. Scritto un microplugin per fare in modo che l’indirizzo delle immagini pubblicare su queste pagine punti sul sottodominio CDN.
  6. Modificato nella pagina nelle impostazioni dei media il “Percorso URL completa ai file” con il sottodominio configurato su CloudFlare (http://static.mavidacdn.in/wp-content/uploads)

In questo modo CloudFlare oltre a fare da CDN svolge anche un lavoro come Reverse Proxy facendo cache dei contenuti. Quando viene chiesta un’immagine, o un file javascript/css CloudFlare verifica se è già nella sua cache e solo nel caso non lo sia la chiede al mio server. I benefici nel mio caso sono molto limitati in quanto il traffico generato è relativamente piccolo ma in situazioni più complesse una soluzione come questa potrebbe ridurre notevolemente il traffico.

Questo è il risparmio di banda (e di richieste) ottenuto in 5 giorni di utilizzo:

Adesso qualche dettaglio tecnico:
Qui sotto potete vedere il modo in cui vado ad effettuare la sostituzione dei link alle immagini che viene usata su filtri: ‘the_content’, ‘post_thumbnail_html’ e ‘widget_text’.

function CloudFlareImageReplace ( $content ) {
$pattern="/(" .$this->blog_url . ")(\/wp-content\/)(.*)(png|gif|jpg)/";
$replacement = $this->cf_cdnurl. "$2$3$4";
return preg_replace($pattern, $replacement,$content );

}

Mentre questa quella per js e css che viene attiva dal filtro su “script_loader_src”.

function CloudFlareScriptReplace ( $src ) {
$pattern="/(" . $this->blog_url . ")(\/wp-content\/)(.*)(js|css)/";
$replacement = $this->CloudFlareUrl . "$2$3$4";
// remove Query Strings From Static Resources
$src_parts = explode('?', $src);
return preg_replace($pattern, $replacement, $src_parts[0] );
}

Su GitHub potete trovare il sorgente versione completa

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