Bologna, 10 gen. - (Adnkronos) - Riqualificare le città ristrutturando gli immobili vecchi e brutti, dalle case alle strutture alberghiere della Riviera, evitando così di consumare nuove porzioni di territorio. Il tutto con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale e finanziaria degli interventi. Questo, in estrema sintesi, l'obiettivo del progetto per una nuova qualità urbana e dell'abitare presentato oggi a Bologna da Cna Emilia Romagna, in partnership con Unipol, Tecnicoop e Studio TI.
Il piano, che si articola in tre fasi, consiste nell'abbattere gli edifici dispersivi costruiti nel secondo dopoguerra, ristrutturare quelli recuperabili e ammodernare quelli più degradati e inquinanti, cambiando la faccia di interi quartieri e Comuni. "La fattibilità del nostro progetto può essere immediata - spiega infatti il presidente regionale di Cna Costruzioni Roberto Franchini - utilizzando gli attuali strumenti urbanistici e la normativa vigente sul partenariato fra Enti Locali e privati".
"Con gli accordi di programma a norma dell'articolo 18 della legge 20/2000 - prosegue Franchini - l'imprenditore edile può concordare con i Comuni il ridisegno del comparto urbanistico da recuperare, i modi e le compatibilità dell'operazione, valutando l'utilizzo di opportunità di perequazione e le quote di aumenti volumetrici necessari a rendere economicamente fattibile l'operazione". Un progetto, insomma, che potrebbe dare anche una scossa al settore edile che ha fortemente risentito della crisi.
Quanto al ruolo dei partner, Unipol è pronto a predisporre appositi strumenti finanziari ed assicurativi, mentre Tecnicoop e Studio Ti a di Rimini hanno definito i modelli di intervento per le diverse tipologie edilizie. "La Regione - ricorda Franchini - ha approvato il Prt e la legge 6-2009 recependo alcune nostre proposte. E' quindi possibile percorrere strade nuove per migliorare la vivibilità, l'estetica, la sicurezza di interi quartieri". Il piano riguarda sia gli edifici unifamiliari sia i condomini, ma anche i piccoli comparti urbani costruiti prima del 1974, aree produttive urbane dismesse o da rilocalizzare; strutture ricettive, alberghiere e turistiche.
"L'analisi di fattibilità - rimarca anche il presidente di Cna Emilia Romagna, Paolo Govoni - ha individuato modelli differenziati comparabili, ed evidenziato precise ipotesi di intervento: ristrutturazione, sostituzione, abbattimento e ricostruzione, valutando la differente distribuzione di costi e benefici nella catena del valore, nella consapevolezza dell'impossibilità di gravare sulla finanza pubblica". "L'ottica del ridisegno urbano - precisa Govoni - dovrà molto considerare l'impatto ambientale e pertanto il valore territoriale apportato dal riciclo dell'acqua, dal recupero dei rifiuti, oltrechè dal miglioramento apportato alle mobilità e nella sicurezza antisismica".
I modelli di intervento definiti saranno presentati nel corso di tre eventi entro giugno 2012, ad associati Cna, dirigenti e tecnici regionali e comunali ed esponenti di governo locali e nazionali. Il tutto a partire dal convegno regionale in programma il prossimo 2 febbraio a Bologna. Per consentire il decollo e l'ampiezza dell'operazione, Cna chiede che la Regione istituisca un Fondo di garanzia per sollecitare le banche ad agevolare questo tipo di operazioni, calmierando gli interessi per gli operatori e i cittadini beneficiari dell'intervento.
"L'ambizione del nostro progetto - conclude Govoni - è quella di evitare operazioni speculative e l'espulsione di piccoli proprietari ed operatori economici a fronte dell'impennarsi delle rendite fondiarie"tratto da bolognanews.it 10 gennaio 2012