L'articolo di ieri di Repubblica in merito ai benefici del co-sleeping, ovvero figli che dormono nel lettone dei genitori, è sembrato a molti la dichiarazione della scoperta dell'acqua calda .......
Ma, come è giusto che sia in questo blog, si deve dare spazio anche al punto di vista dei papà.
Parlo ovviamente dall'alto della mia esperienza di un papà che dorme ormai da anni sulle cuciture del materasso tipo Eta-Beta, fino ad ieri sera, per dirne una, eravavo in quattro nel lettone incastrati in diverse direzioni.
Credo che il "cambio d'uso" del lettone, da alcova a nido, deve essere pienamente condiviso da entrambi i genitori, si rischia altrimenti di rendere difficile una condizione, già di sè molto particolare, come l'arrivo di un figlio che, per antonomasia, cambia gli equilibri all'interno di una famiglia.
La coppia si trova dunque separata da un bimbetto che richiede attenzioni tutta la notte, l'unico contatto fisico si riduce a quello alluce-alluce.
Se per qualcuno quest'unico contatto basta.......mmmmhhhhhh.......non credo che a qualcuno basti.
Bisogna dare il giusto peso anche alla sfera intima del rapporto di coppia, e se la presenza del bimbo nel lettone rischia in quanche modo di minare gli umori familiari si deve sicuramente trovare un compromesso.
Sicuramente la crescita corretta dei nostri figli è il nostro unico scopo ma anche il matrimonio non deve essere messo da parte.
Il problema, io ritengo, non è da cercare nella presenza o meno nel lettone del bimbo, ma nella voglia della coppia di ripristinare gli equibri alterati di cui parlavamo prima.
La coppia deve impegnarsi a far tutto affinché la presenza del bimbo non diventi la scusa "del malditesta" come molte volte accade; difatti, questa situazione, spesso, porta il papà a vivere male questo periodo, spingendo la madre ad una separazione prematura dal figlio durante la notte.
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