Coaching: un caso concreto

Creato il 20 febbraio 2012 da Copywriter @copywritermilan

Descriviamo l’incontro di un professionista molto impegnato che, con l’ausilio di una coach esperta, vuole migliorare la qualità delle sue giornate riuscendo a riprendere in mano le redini della propria vita, migliorando le relazioni con gli altri, acquisendo una migliore conoscenza del proprio mondo interiore.

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Marcello Sole racconta il suo incontro con Silvia Minguzzi.

Qual è la molla che ti ha spinto a rivolgerti ad un coach?

Circa un anno e mezzo fa avevo una grande confusione in testa e un giorno parlando con un’amica del mio stato d’animo mi ha consigliato di mettermi in contatto con Silvia. In quel periodo ero immerso in pensieri lugubri e l’inizio del coaching è stato strano per me perché Silvia è molto attenta a certi particolari che fanno parte del quotidiano ma che sfuggono ai più e così facendo mi ha fatto alzare la testa, cioè dandomi fastidio e mettendomi in una posizione scomoda, mi ha fatto rendere conto di alcuni miei atteggiamenti e mi ha stretto con le spalle al muro. Mi faceva delle domande che erano delle pugnalate perché mi costringeva a vedere delle cose che nascondevo anche a me stesso. In quel periodo non avevo un obiettivo preciso e ricordo che mi tornavano alla mente le parole di una canzone di Franco Battiato che dicevano…”avrai pure un progetto per la tua vita”…Questa frase mi disturbava, mi metteva a disagio. Silvia mi ha fatto capire, giorno dopo giorno, che si può arrivare dove si vuole, dipende solamente dalla voglia che si ha di raggiungere un obiettivo e dal sacrificio che si è disposti a fare per riuscire a realizzare un progetto.

Con che frequenza la incontravi?

Inizialmente la vedevo una volta la settimana, poi ogni quindici giorni e adesso la vedo saltuariamente, ci faccio delle chiacchierate per vedere di raddrizzare qualche mio comportamento o atteggiamento che ancora non si dovesse rivelare costruttivo per la mia realizzazione. Gli incontri che facciamo in questo ultimo periodo sono caratterizzati dal dialogo e dal confronto per vedere con più chiarezza qual è il compito che devo portare a termine. Io ho bisogno di un po’ più di tempo paragonato agli altri e cerco di rispettare il mio modo di essere. Sono come una mongolfiera che tende a salire in alto…ma butto la zavorra un po’alla volta, sono legato ad alcune cose che rallentano il cambiamento.

Qual è stata una delle tue priorità, una meta da raggiungere?

Diciamo che un aspetto importante è stata l’organizzazione della mia giornata, in pratica avevo problemi con il time management. Sono riuscito ad imparare che è fondamentale prendere degli impegni con se stessi, lavorare per ottenerli ed essere inflessibili. Non si deve cedere alla tentazione di cambiare un ‘ordine del giorno’ perché risulta più comodo in quel momento rischiando di togliere spazio ad altri aspetti che invece sono altrettanto importanti…a volte lo sono persino di più se considerati dal punto di vista del nostro benessere e della qualità della nostra vita. Tenere un’agenda ordinata e rigorosa si è rivelata un’attività fondamentale. Ho considerato anche di partecipare a dei corsi di formazione che si svolgevano nel fine settimana ma era per me prioritario lasciare spazio a mia figlia e a mia moglie, direi che anche questo è  risultato dall’avere un quadro chiaro e preciso della mia scala di valori visto che non mi sono lasciato trasportare dall’entusiasmo del momento ma ho tenuto un punto fermo.

Cosa ti ha fatto capire che eri arrivato ad una svolta?

L’anno 2011 è stato il più bello che io ricordi perché ho raggiunto delle mete decisive e le cose venivano con facilità, senza arrivare ad essere stremato e insoddisfatto. Quando si ottiene un risultato che nasce da una fatica ha un altro sapore. Prima ero sempre oberato di lavoro, ero sempre protagonista della mia attività ma a quel punto sentivo l’esigenza di andare un po’ in ombra. Adesso ho un socio al quale delego parte dei miei impegni e con lui sto costruendo un’attività in cui non sono più io il cardine. Lo studio va avanti da solo e ho guadagnato tempo per me, ho la tranquillità di poter arrivare in ritardo qualche volta, se succede non è un problema. Questo mi ha permesso di dare in mano ad un’altra persona tutto il mio lavoro, anche ciò che mi rendeva unico, sto ricavando un grande sollievo da questo, sono sereno. Ho pienamente raggiunto il mio scopo in questo senso. Finalmente posso andare in moto e sono riuscito a correre a Santa Monica a Misano che è sempre stato un mio sogno. Inoltre mi dedico ad altre attività sportive che prima mi sembravano impossibili. Sono riuscito a prendere parte alla mia prima maratona…un tempo mi  faceva paura tentare di superare una certa soglia perché temevo il fallimento. Con l’aiuto di Silvia ho vissuto questa sfida come un divertimento, il percorso per vincerla è stato piacevole e sono riuscito a fare la mia conquista con grande soddisfazione

In che modo Silvia è stata in grado di farti arrivare a questo punto?

Mi dava degli spunti e poi voleva vedere cosa succedeva, mi faceva fare degli esercizi. Per esempio mi ha fatto disegnare dei palloncini nei quali scrivevo le cose che mi sarebbe piaciuto fare, a seconda del valore più o meno grande che io davo avevano dimensioni diverse. La cosa importante in questo esercizio è vedere i tuoi desideri e le tue aspirazioni nero su bianco e vederli quotidianamente. Per prima cosa volevo del tempo per me ma una volta raggiunto questo primo traguardo si sono collegate le altre cose.  La cosa bella è che il cambiamento nasce da te.


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