Cocaparty, l’inchiesta mancata

Da Bolo77

Più coca, che sesso, in quella che non passerà agli annali come una inchiesta sull’uso (e l’abuso) di cocaina nelle giovani generazioni: niente numeri che possano aiutare il lettore a districarsi nel fenomeno, niente analisi, nessuna possibile strategia di eventuale prevenzione del fenomeno e nemmeno uno straccio di valutazione sui perchè eccetto una striminzita appendidice.

In Cocaparty c’è solo qualche storia-verità di ragazzino o ragazzina che racconta ai giornalisti di farsi, ma niente giornalismo. E persino scelte discutibili. Che centra con le storie di ragazzi tra sballo e cocaina la storia di una “corriera brasiliana” della droga?

Il risultato è un inconcludente e pasticciato urlo di dolore, clamore, scandalo e  disperazione dall’universo sulle dipendenze giovanili, raccontate da giovani che parlano il linguaggio dei romanzi in una poco condivisibile scelta di riscrittura di ogni storia.

L’operazione di giornalismo all’amatriciana di Cocaparty ricorda da vicino le storie di Studio Aperto, il tg di Italia 1, che costruiscono inchieste verosimili su singoli casi. E nel libro ci sono persino le foto che ci mostrano come si usa la “bamba” (decine di film sul tema non potevano bastare?). Orrore.

Certo le storie sono toccanti per le vette di disperazione che sfiorano, ma qualche rondine non fa né primavera né tantomeno un’inchiesta. Peccato.