Le piante hanno moltissimi nemici che possono attaccarle fino a distruggerle. Tra questi, anche funghi, virus, batteri e insetti parassiti. L’attività parassitaria degli insetti fitofagi consiste il più delle volte nella sottrazione della linfa vegetale, sostanza che spesso nutre sia gli esemplari adulti che le larve. Tra gli insetti fitofagi più temibili, anche la cocciniglia cotonosa, variante della nota e famigerata cocciniglia delle piante. L’insetto viene così definito perché gli esemplari adulti, specie le femmine, hanno il dorso ricoperto da una fitta peluria bianca, simile a fiocchi di cotone. La cocciniglia cotonosa non attacca tutte le specie vegetali, ma solo quelle legnose. La si ritrova frequentemente negli agrumi, dove si assiste alla devastazione di intere colture.
Caratteristiche
Piante colpite
Come già detto, le piante maggiormente colpite dalla cocciniglia cotonosa sono quelle legnose, come gli agrumi, l’acacia, le ginestre, la robinia e il pittosporum. In genere, la cocciniglia predilige gli agrumi le ginestre e il pittosporum, mentre gli attacchi ad acacia e robinia sono più sporadici. L’insetto si annida nella pagina inferiore delle foglie, nei rami giovani e nei peduncoli dei frutti, da dove sottrae la linfa vegetale. Di questa sostanza si nutrono anche le neanidi. Ci si accorge dell’attacco di cocciniglia cotonosa quando la linfa fuoriesce dalle parti vegetali colpite o quando gli esemplari dell’insetto sono talmente numerosi da formare una sottile patina bianca sulle stesse. L’attività di nutrimento della cocciniglia cotonosa genera un’abbondante produzione di melassa, sostanza zuccherina secreta dall’insetto come escremento. La melassa si deposita sulle parti vegetali colpite favorendo la comparsa di una malattia fungina: la fumaggine, fitopatologia che porta alla necrosi della pianta. I fattori che favoriscono gli attacchi della cocciniglia cotonosa sono i climi umidi e temperati tipici delle zone mediterranee.
Lotta
La lotta alla cocciniglia cotonosa si combatte essenzialmente con due metodi: chimici e biologici. La lotta migliore è senza dubbio quella biologica, perché non tossica e più rispettosa dell’ambiente. Per combattere la cocciniglia si usa un coccinellide, il Rodolia cardinalis, originario dell’Australia e utilizzato, agli inizi del Novecento, proprio a Napoli, durante le prime infezioni di cocciniglia cotonosa. L’insetto antagonista divora ingenti quantità di cocciniglia, debellandola definitivamente. Per contrastare l’azione del parassita, bastano appena quattro esemplari di Rodolia cardinalis, meglio se di sesso opposto. Questi esemplari si riprodurranno nutrendosi proprio della cocciniglia. Negli attacchi a grandi superfici coltivate si preferisce però ricorrere alla lotta chimica, normalmente combattuta tramite utilizzo di oli minerali bianchi o di piretroidi e fosforganici. In caso di attacchi di cocciniglia cotonosa in giardino è sempre consigliabile ricorrere ai metodi di lotta biologica. L’uso di metodi naturali sarebbe auspicabile anche nelle grandi superfici coltivate, per evitare fenomeni di tossicità ambientale. In realtà, gli oli bianchi, i piretroidi e i fosforganici, sono considerati gli insetticidi meno tossici tra quelli disponibili per la lotta alla cocciniglia. Gli oli bianchi sono gli oli minerali più leggeri, perché sottoposti a un processo di raffinazione. Il loro effetto, più che tossico, è lievemente irritante. I fosforganici sono insetticidi ad azione neurotossica, cioè paralizzano il sistema neurologico dell’insetto, i piretroidi sfruttano, invece, una sostanza repellente ricavata dai fiori, ovvero il piretro.