Qualche giorno fa, per esempio, si parlava delle condizioni disumane di oltre 10 milioni di persone nei paesi del Terzo Mondo. Mi chiedo: com’è possibile che in Africa ci sono zone poverissime dove la gente muore per fame, denutrizione e malattie, mentre in occidente ci sono bar, ristoranti e
locali che ogni sera buttano chili di cibo e dove le malattie considerate croniche sono l’obesità, il diabete e così via?!
L’uomo stesso ha creato dei paradossi che nessun altro uomo può rompere. Cosa possiamo fare noi per risolvere un problema tanto grande?
Siamo schiacciati in un ingranaggio dal quale non si può uscire. Siamo schematizzati, inquadrati, siamo delle semplici serie numeriche: siamo un numero sulla carta di identità, sulla patente, sulla tessera sanitaria, siamo un codice fiscale, siamo un numero di braccialetto appena nati e siamo un numero nell’elenco dei presenti a scuola, siamo un numero di cartellino al lavoro e siamo un numero sulla tessera elettorale… Come possiamo sperare di ridare dignità all’essere umano se l’abbiamo ridotto ad una entità astratta quale il numero?
Nonostante ciò, in realtà credo che qualcosa si possa fare, questo meccanismo può essere distrutto in un solo modo. Come? Studiando, informandosi, acculturandosi il più possibile. Ciò che ci fanno credere, infatti, è che il sapere sia troppo o irraggiungibile, in realtà non è così: nessuno può imprigionare la cultura, e quanto più studiamo e sappiamo, tanto meno siamo controllabili. Dobbiamo essere però noi ad aggiornarci, a leggere e, soprattutto, dobbiamo allenarci a pensare.
Questo è l’importante. Se facciamo funzionare il cervello nessuno potrà plagiarci: una testa pensante non può essere controllata. Inoltre le idee sono indistruttibili, i pensieri sono così invisibili che non possono esserci tolti, ma hanno un potere ed una forza pari ad uno tzunami o ad un terremoto. “Cogito ergo sum” che significa letteralmente “Penso dunque sono”, diceva Cartesio.
Ma allora cosa ci blocca? Perchè non si riesce a cambiare il sistema? Probabilmente perchè ci siamo abituati a non pensare.
C’è gente che muore di fame? E che possiamo farci?
Il potere mondiale è nelle mani di poche famiglie assurdamente ricche. Che ci possiamo fare?
Ci siamo rassegnati a credere che “pensare” è inutile, ed è proprio questo che ci impedisce di cambiare le cose.
La verità è che possiamo cambiare le cose, possiamo cambiare questo sistema e crearne uno più giusto ed equo se solo riuscissimo a renderci conto che la “prigione” in cui siamo rinchiusi, che la trappola che crediamo ci blocchi, in realtà non esiste.
Solo allora potremmo realmente agire. “Cogito ergo sum”, Cartesio aveva dunque ragione?
Written by Rossella Vicidomini