Ieri ho preso un biglietto per Parigi. Ho acceso il computer, volevo solo vedere il costo del biglietto e ho finito per comprarlo. Succede sempre così, almeno a me. Non dico che la programmazione sia qualcosa di sbagliato, semplicemente a me manca. Il mio ragionamento è semplice: controllo i soldi in portafoglio, mi faccio due conti e se so di avere qualche giorno libero e senza troppi “se” e “ma”, prendo e vado.
COGLI L’ATTIMO
In effetti io la faccio facile “cogli l’attimo e viaggia”, ma un viaggio lungo necessita almeno un minimo di programmazione e un tempo avevo chi mi aiutava in questo, ora devo fare i conti con la mia deficienza – e non è per dire che mi reputo idiota.
Per viaggiare non servono capitali esorbitanti, soprattutto ora che le compagnie aeree low cost sono molte e le opportunità non mancano, e vi ricordo che i biglietti aerei last minute non esistono più, per cui un po’ di anticipo sulla prenotazione serve sempre, soprattutto per risparmiare qualche euro che non fa mai male.
Come non tutti sanno organizzarsi, non tutti sanno cogliere l’attimo. C’è chi temporeggia, chi in realtà si guarda dentro e non è mai abbastanza convinto di quel che ripete in continuazione a sé stesso, tanto da arrivare ad agire. Chi coglie l’attimo si divide in due categorie, che spesso si intrecciano, l’incosciente ed il coraggioso. Credo di ritrovarmi più nella prima categoria, perché il mio non è coraggio, al massimo è pura curiosità.
Detto francamente, tutte quelle scusa con cui ci imbottiamo il cervello e che ci fanno posticipare le decisioni fino a rimandarle ad un tempo che non esiste, sono, appunto, solo scuse. Non c’è altro da aggiungere, e se ci fosse farebbe parte di tutta quella cerchia di giustificazioni insulse che farebbero perdere solo del fiato.
PERCHÉ PROPRIO PARIGI
Spesso ci si sofferma troppo a pensare alle cose da fare, ma il momento passa e, se vogliamo essere venali, il prezzo si alza. Se devo parlare per me, perché ho scelto Parigi? Perchè dovevo togliermi un sassolino dalla scarpa, ed in seconda battuta, perché è una settimana che nella mia testa si è insidiato il bisogno, quasi fisico, di vedere Montmartre. Non chiedetemi il perché, è così e basta.
Ad ogni modo, per me ogni destinazione ha un significato, viaggiare non è puntare il dito sul mappamondo, mentre sta girando e scegliere. Io non viaggio a caso, ho sempre un motivo per farlo.
Parigi non la visito solo perché è la classica città da vedere prima di morire - a dire il vero non rientra nemmeno nella lista delle mie 100 cose - non credo nemmeno farò un giro convenzionale in realtà, ma per via di ciò che è stata negli anni ’20 e ’30, per moltissimi artisti, uno fra tutti Henry Miller, che io adoro.
Vado a Parigi sola, quindi niente romanticismo per me, il che è solo un vantaggio, non perché non lo apprezzi, ma perché lo scopo del viaggio è tutt’altro. Un weekend da sola, in un posto che ancora non ho visto, dannazione, ho come l’impressione che dovrò imparare ad usare la metro!