Da ragazzo timido e religioso, incapace di approcciare le ragazze fino al suo ventiduesimo anno d’età, al matrimonio con Gwyneth Paltrow, fino al successo mondiale: la storia dell’ascesa di Chris Martin è una favola moderna con il più classico dei lietofine, la buona riuscita del bravo ragazzo, la dimostrazione che camminare sulla retta via paghi.
Interessante l’operazione di Minervini: a ogni album della band inglese fa corrispondere un capitolo e ogni singola canzone è commentata in un paragrafo: la struttura è quella dell’ipertesto, della diramazione dei versi delle canzoni in un altissimo numero di connessioni storiche, letterarie, musicali. Ogni pezzo dei Coldplay è collocato nel contesto temporale in cui è nato: l’attacco alle torri gemelle, la guerra in Iraq, le dimissioni di Blair, e riferimenti alla poesia, alla narrativa e a canzoni simili di altri gruppi musicali rendono Life is for living un compendio della cultura contemporanea. Da ogni parola dei versi delle canzoni degli anti-Oasis parte un elenco di rimandi degni di Wikipedia o di una ricerca su Google: il libro è così vario e molteplice e ben più ricco di contenuti delle stesse canzoni dei Coldplay. I testi del gruppo, infatti, letti di seguito nel libro di Minervini, giustificherebbero i giudizi poco lusinghieri (peraltro riportati in epigrafe) dati da altri musicisti: l’amore, la guerra, la solitudine, il disagio sono temi costanti e trattati da Martin&co con un buonismo a volte stucchevole. Ma Minervini riesce a scandagliare le tematiche trattate dando profondità e dignità agli argomenti, dunque rintracciando sensi che spesso i Coldplay negano di aver voluto inserire consapevolmente: «Di cosa parla Yellow? Che cazzo ne so! Continuo a chiedermelo anche io, ogni giorno». Lode a Minervini, che invece fotografa con intelligenza e una sottesa, leggera ironia il fenomeno di massa del successo dei Coldplay.
Carlotta Susca
C. Minervini, Coldplay. Life is for living, testi commentati, Arcana Edizioni, 431 pp., 18,50 euro.