Ma, partiamo dall'inizio.
E' certo che la trasmissione avviene esclusivamente per via oro-fecale attraverso acqua e cibi contaminati dalle feci. E' altrettanto vero che solo quando non trattato il colera uccide e che il trattamento consiste principalmente nell'idratazione (ovvero bere, o iniettare, acqua e sali minerali). Infatti le scariche di diarrea, abbondantissime, portano rapidamente alla disidratazione e alla conseguente morte. Perfino gli antibiotici hanno solo lo scopo di diminuire la durata della malattia.
Ecco che il problema principale diventano l'acqua (ancora poco accessibile quella potabile in molte zone del pianeta, ed in Africa in particolare) e i servizi igienici (ancora inesistenti in molte aeree).
Nel 2013, stando ai dati ufficiali, sono stati 47 i paesi che hanno registrato almeno un caso di colera. (erano 48 nel 2012). La mortalità ufficiale è molto bassa (1,6%). Tra i paesi più colpiti (esclusa Haiti, la cui epidemia scoppiata nell'ottobre 2010 non si è ancora arrestata, sabbene i casi siano in netta diminuizione), figurano, nell'ordine, la Repubblica Democratica del Congo (26.944 casi), la Somalia (6.864 casi), l'Angola (6.655 casi), la Nigeria (6.600 casi), l'India (6.008 casi) e l'Afghanistan (3,957 casi).Paesi che sono caratterizzati da aree di forte povertà e da assetti amministrativi-governativi difficili e non capaci di intervenire nei contesti epidemici.L'Organizzazione Mondiale della Sanità non ritiene necessario nessun tipo di azione per quanto riguarda immigrazione e viaggi, in quanto come si evince da quanto detto, nei nostri paesi i pericoli di epidemia sono assolutamente nulli. In Italia l'ultima epidemia degna di questo nome risale al 1973, mentre nel 1994 a Bari furono registrati, eccezionalmente, 10 casi. Nel 2013 vi sono stati in Europa 7 casi di colera "importato" (di cui uno in Italia) che sono stati facilmente circoscritti.L'OMS sottolinea anche che sono in uso due vaccini, che non hanno un livello di protezione alto tale da giustificare campagne preventive.
Appare quindi evidente che l'eradicazione di una malattia come il colera passa attraverso due imperativi: acqua e servizi igienici. Una scommessa ancora difficile da vincere in Africa.