Tornando alle LDL, quando queste sono in eccesso possono in effetti costituire un problema. Se le LDL si ossidano, magari per colpa dei radicali liberi, danno luogo al fenomeno che per comodità è stato definito colesterolo cattivo che rischia di provocare tre effetti negativi perché vengono inglobati nel tessuto arterioso. Si viene di conseguenza a formare una placca, definita aterosclerotica, che rischia di aumentare nel corso del tempo con la conseguenza che il diametro dell’arteria si riduce facendo passare meno sangue. Inoltre l’aterosclerosi comporta una minore elasticità delle arterie che invece è importante perché, coordinate con il cuore, riescono a spingere più facilmente il sangue a valle. Se le arterie non aiutano più il cuore è così costretto a fare più fatica. Infine alcune parti della placca potrebbero staccarsi finendo per diventare dei potenziali tappi alla circolazione del sangue in determinati capillari con il rischio di sofferenza del tessuto.
Questo si intende per colesterolo cattivo, ma guai se non ci fosse il colesterolo (colesterolo buono a questo punto), che assolve a una funzione basilare per il giusto funzionamento dell’organismo dell’uomo dal momento che regola la permeabilità e la fluidità delle membrane cellulari oltre ad essere precursore di alcuni importanti ormoni della vitamina D e dei sali biliari.
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