I libricini sono in effetti un po’ datati: risalgono agli anni 70, quando l’autore e illustratore li creò per la figlia allora piccina.
Ma nonostante siano più o meno miei coetanei – e quindi non più giovincelli – continuo a ritenerli insostituibili per originalità, fantasia e adeguatezza della proposta all’età evolutiva cui fanno riferimento.
E, tuttora, ne sperimento il successo e il fascino che esercitano sui bimbi.
La collana è composta da dodici piccoli albi illustrati, di formato quadrato, con la sola copertina cartonata.
Su uno sfondo rigorosamente bianco, la pagina di sinistra riporta il breve testo, la pagina di destra è invece interamente dedicata all’illustrazione, ben delineata entro una cornice quadrata.
Ogni libro racconta una storia, estremamente basilare.
Come personaggi, animaletti più o meno umanizzati. Abbiamo rondini, coniglietti, uccellini, coccinelle, pinguini, elefanti…ma anche palline e puntini rossi.
In ciascuna storia un protagonista ben definito e unico, che compie azioni e usa oggetti, in un tempo frequentemente (ma non sempre) delineato dall’arco della giornata.
Il bambino, più o meno intorno ai venti mesi, ha acquisito la capacità di simbolizzare, cioè di compiere il passaggio dall’oggetto alla sua rappresentazione.
Ha inoltre avviato la composizione del suo vocabolario, comincia a formare le prime frasi, cioè le primissime giustapposizioni di parole (due di solito) che indicano azioni, sensazioni e intenzioni e inizia a comprendere il rapporto temporale prima-dopo.
E’ in grado quindi di compiere il passaggio dai “libri delle parole” – il cui compito è quello di stimolare il linguaggio e la simbolizzazione – alle prime storie.
Servono quindi racconti brevissimi e semplicissimi che introducano la struttura narrativa, struttura che via via si evolverà e che il bambino ritroverà –se fortunato! – nei futuri libri della sua crescita.
Gli albi che narrano le prime storie differiscono da quelli delle parole (anche da quelli dove alla parola è associata l’azione di riferimento o la funzione. Ad esempio: matita-scrive, oppure Giulia canta) perché al protagonista accade qualcosa, cioè voltando le pagine si capisce che questi subisce un’evoluzione e i fatti che accadono si susseguono nel tempo.
C’è un inizio e una fine. E, ovviamente, un “durante”.
Nella collana di Altan si ritrovano – conditi dalle sua deliziosa immaginazione – tutti i giusti ingredienti di queste “protostorie”.
Le frasi sono corte e incisive, a volte c’è addirittura una sola parola nella pagina. Le parole sono però tutte legate tra di loro a formare una traccia.
Come anche vengono introdotte sensazioni note al bambini: freddo, caldo, fame, sonno e così via.
Sono storie perfette, che rispondono a tutti i bisogni cognitivi dell’età, ma, allo stesso tempo non sono banali, scontate.
Riescono a stimolare anche l’immaginazione, pur rimanendo ancorate all’esperienza quotidiana del bambino, sapendo parlare il suo linguaggio ma rielaborandolo in immagini fantasiose e ricche di suggestione.
Ideale è anche la realizzazione degli albi che denota una profonda conoscenza della più giusta modalità di sostenere l’attenzione dei più piccini.
Le figure semplici, con pochi e sempre calzanti particolari, i colori accesi, i bordi spessi e neri, gli sfondi bianchi…sono tutti accorgimenti che aiutano il bambino a non disperdere la propria concentrazione e a riuscire a mettere in relazioni le parole ascoltare e le immagini osservate, anche là dove queste ultime ampliano e argomentano il testo.
(età consigliata: dai 18 mesi)
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