Collegare i nodi centrali di una trama

Creato il 01 settembre 2013 da Pamelaserafino

La costruzione della trama comprende, nella sua struttura tradizionale in particolar modo, la presenza di macrosequenze, che sono difficili da collegare, soprattutto per lo scrittore alle prese col suo primo romanzo. I nodi centrali della storia devono essere presentati in maniera accurata e con un preciso intento di disposizione temporale da parte dell'autore. A questo difficile compito come al solito può venire incontro un'attenta ed accurata lettura di altri testi letterari . E' bene tenere presente però quali siano gli intenti di poetica narrativa che guidano la scrittura, se per esempio, si intendono sperimentare nuove forme temporali per descrivere un determinato passaggio temporale in maniera condensata, i collegamenti tra le sequenze saranno eliminati concentrando tutta la narrazione in una scrittura serrata.
Prendiamo come esempio esemplificativo alcuni passaggi del romanzo Mentre Alma dorme di Igor Štiks.
Una delle tante macrosequenze della trama descrive con una coesione spazio-temporale (l'azione si svolge in unico luogo e in poco tempo) il momento in cui il protagonista interroga l'anziana zia sulla reale origine della sua vita: chi è il suo vero padre? Dopo cinquant'anni di una vita fondata sulla menzogna la zia rivela la verità, svela il suo segreto. La scena si chiude concentrando l'attenzione su un luogo, una nazione, la nazione d'origine di provenienza del padre: La Jugoslavia.
A questo punto, siccome il protagonista è desideroso di scoprire la sua vera identità perduta il lettore si aspetta che egli si metta alla ricerca di suo padre in Jugoslavia, lo stesso problema se lo pone l'autore che si chiede in che modo descrivere la scena successiva. Questo passaggio deve essere fluido e credibile. L'autore crea uno stacco sequenziale attraverso una pausa di paragrafo ma in questo paragrafo anziché descrivere il suo arrivo in Jugoslavia ne descrive la partenza.
Quando il 7 luglio l'aereo di trasporto delle Nazioni Unite si levò in volo all'aeroporto di Sarajevo, ero profondamente convinto che la vergogna mi avrebbe ammazzato lì sul colpo se avessi ancora una volta buttato lo sguardo sulla Città. [...]
Come mai questa scelta, perché invertire l'ordine temporale degli eventi? Per creare attesa nel lettore, per far sì che egli si ponga immediatamente la domanda principale alla quale resterà legato per buona parte dello svolgersi successivo della vicenda: che cosa lo ha spinto a fuggire?
Il paragrafo precedentemente citato si conclude così:
Nessuno poteva sapere che quell'uomo che non erano riusciti a tirar fuori dall'aereo, in quella giornata di calura spalatina, non era più l'uomo del cartellino che stava sulla sua camicia. Non rispondeva più a quel nome.
Alla conclusione di questo paragrafo se ne apre un altro, quello che ci saremmo aspettati di incontrare prima:
Quando verso la metà di maggio, ero arrivato nella Città in qualità di corrispondente di giornali tedeschi, come reporter Tv, come scrittore europeo che solidarizza con il cataclisma esploso nel bel mezzo del continente, i miei occhi erano ben aperti.[...]
Analizzando la costruzione della trama realizzata da questo autore si noterà che egli procede sempre in questo modo a zig zag, tra salti temporali e spaziali che si invertono e si intrecciano. Dominare questi passaggi è essenziale per movimentare la trama e non renderla scontata.

Questo articolo è stato pubblicato in Senza categoria e contrassegnato come collegamento, connessione, eserciziscrittura creativa, nodi centrali, romanzo, trama da pamela serafino . Aggiungi il permalink ai segnalibri.