Colleghi si rientra a scuola!

Da Maestrarosalba
Dopo una lunghissima e necessaria pausa, dopo cinque anni ininterrotti di attività, questo blog riprende
le pubblicazioni.
Ricomincio anch'io con una prima, come tanti colleghi che quotidianamente ancora mi scrivono e come tanti genitori che iniziano, sull'altro versante, la stessa avventura.
Parleremo ancora di strategie educative, di giochi per imparare in allegria, ma anche di gestione delle dinamiche della classe,  del rapporto con le famiglie e del rapporto con i colleghi.
Come ha scritto  Galatea in queste belle righe, la scuola è circondata da un alone di idee in parte vere e in parte no, vi rimando al suo post dove ha già descritto molto bene una realtà oggettivamente innegabile.
Ciò che intendo aggiungere in queste poche righe è che molto di ciò che si può fare oggi per la scuola dipende dalla volontà del singolo, è tempo di tornare semplicemente alla classe, di attenersi solo a quel che oggi si può realmente fare in aula. Il tempo scuola è stato ridotto drasticamente, tre ore settimanali sono una quantità rilevante di tempo in un anno scolastico, il fondo d'istituto è praticamente prosciugato, non rimangono grandi spazi di manovra per aggiungere progetti di supporto alle discipline e quand'anche ci fossero, di solito sono finanziati in modo irrisorio, già va bene quando si riesce a ottenerne una manciata di materiale di facile consumo.
Nonostante ciò io prenderei questa situazione come un'occasione, una possibilità.
Oggi come oggi, dato l'estremo impoverimento della realtà scolastica, io baderei più agli strumenti culturali che a a tutta una serie di contenuti riversati nelle nostre programmazione negli ultimi anni. Ad esempio farei meno "progetto genitori" e meno feste, più scienze con gli alunni. Farei meno pubbliche relazioni e più "didattica laboratoriale". La scuola forma la persona attraverso l'apprendimento, non si occupa direttamente di aspetti educativi, quali ad esempio il rispetto delle regole, che gli alunni devono già apprendere in famiglia e la cui cura ad essa spetta, al contrario di quanto in questi anni siamo stati portati a credere.
L'unico vero cambiamento che noi insegnanti possiamo imprimere è un nuovo orientamento didattico, che tornando all'essenzialità degli argomenti, così come ci viene obbligato fare perché questo ci impone il tempo scuola attuale, ci permetta di riappropriarci dell'unico vero ruolo che la scuola ha: fare e trasmettere sapere. L'unico vero ruolo che noi docenti non possiamo delegare ad alcuno.
Sapremo fare di questa congiuntura  un'occasione? Sì se pensiamo che la scuola si possa fare con meno schede, perfino meno materiali, senza compresenza, ma anche evitando anche quel continuo piagnisteo a tu per tu con le famiglie che ci rende così inattendibili. Certamente non smettendo mai di rivendicare ma nelle sedi opportune, i collegi dei docenti e i consigli d'istituto, le iniziative sindacali (quando ci sono) che l'impoverimento della scuola è prima di tutto un danno alle nuove generazioni. Dal canto loro occorre che le famiglie prendano coscienza che: sicurezza, tempo scuola adeguato e risorse umane sono essenziali per garantire opportunità educativa e inclusione per ciascuno.
Nella valigia per ricominciare ci deve stare la voglia di divertirsi ancora facendo questo mestiere, la necessaria forza e l'autorevolezza per stare dietro agli alunni, la capacità di dialogare con le famiglie ma anche di saper prendere decisioni a volte controcorrente, il riconoscere umilmente che siamo una parte dell'istituzione e non possiamo proclamarci salvatori della scuola.  L'arretramento della scuola ci suggerisce di tornare a quella serietà professionale e alla compostezza che sono l'unico modo, oggi come oggi, di fare serenamente questo lavoro.
Per dirla in altre parole, cari colleghi, c'è poco da agitarsi, lasciamo da parte i progetti ambiziosi e facciamo coscienziosamente quel che è realmente possibile. Buon anno a tutti.

© Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.

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