In sostanza hanno messo in mano alla ex miss italia una macchina fotografica automatica della Canon (che sponsorizza il progetto) e lei, quasi per gioco, ha "accettato la sfida e si è lanciata nel mondo della fotografia, la sua è un’esplorazione intima, un guardarsi allo specchio alla ricerca di un estetica capace di confrontarsi con i contenuti e i valori.Allo specchio, Martina, si è guardata di sicuro (vd foto). Quello che mi è sembrato un po' strano, in tutto questo, è stata la scena surreale di vedere questa donna bellissima, in un elegante abito nero, lungo, in piedi al centro di una stanza con un calice di prosecco in mano a chiaccherare normalmente con avventori e fotografi dilettanti, mentre sullo schermo alle sue spalle scorrevano fotografie sfocate di capezzoli e glutei. Suoi."Surreale, ma bello" direbbe lo Hugh Grant di turno se fossimo nel bel mezzo di Notting Hill. E, la citazione, non è del tutto casuale.Sono passati pochi secondi dopo la fine della mini chiaccherata davanti al pubblico "sull'importanza della fotografia come vettore di concetti nel mondo contemporaneo in cui siamo già pieni di stimoli e immagini che ci bombardano ogni giorno" e sulla "centralità della macchina fotografica a scapito dei software di fotoritocco che tolgono naturalezza all'immagine rendendola sofisticata e quindi meno autentica". Martina esce dalla saletta dove ha appena finito di parlare, resa bollente dai riflettori, e mi passa a qualche cm di distanza, mentre io sono ancora spalmato contro il muro dove mi sono fermato ad origliare tra decine di flash.E' una sensazione strana, come se, nel mezzo, ci fosse uno schermo invisibile: quello della TV, dietro il quale, da sempre, sono sempre stato abituato a guardarla. Verrebbe voglia di allungare una mano per provare a vedere se un sottile strato di vetro trasparente non ci sia davvero, ma qualcuno potrebbe non prenderla bene. E' in un momento come questo che uno potrebbe tranquillamente versarle addosso uno dei bicchieri di vino bianco offerti per l'inaugurazione, come fosse succo d'arancia all'angolo tra due strade nel centro di Londra.
In sostanza hanno messo in mano alla ex miss italia una macchina fotografica automatica della Canon (che sponsorizza il progetto) e lei, quasi per gioco, ha "accettato la sfida e si è lanciata nel mondo della fotografia, la sua è un’esplorazione intima, un guardarsi allo specchio alla ricerca di un estetica capace di confrontarsi con i contenuti e i valori.Allo specchio, Martina, si è guardata di sicuro (vd foto). Quello che mi è sembrato un po' strano, in tutto questo, è stata la scena surreale di vedere questa donna bellissima, in un elegante abito nero, lungo, in piedi al centro di una stanza con un calice di prosecco in mano a chiaccherare normalmente con avventori e fotografi dilettanti, mentre sullo schermo alle sue spalle scorrevano fotografie sfocate di capezzoli e glutei. Suoi."Surreale, ma bello" direbbe lo Hugh Grant di turno se fossimo nel bel mezzo di Notting Hill. E, la citazione, non è del tutto casuale.Sono passati pochi secondi dopo la fine della mini chiaccherata davanti al pubblico "sull'importanza della fotografia come vettore di concetti nel mondo contemporaneo in cui siamo già pieni di stimoli e immagini che ci bombardano ogni giorno" e sulla "centralità della macchina fotografica a scapito dei software di fotoritocco che tolgono naturalezza all'immagine rendendola sofisticata e quindi meno autentica". Martina esce dalla saletta dove ha appena finito di parlare, resa bollente dai riflettori, e mi passa a qualche cm di distanza, mentre io sono ancora spalmato contro il muro dove mi sono fermato ad origliare tra decine di flash.E' una sensazione strana, come se, nel mezzo, ci fosse uno schermo invisibile: quello della TV, dietro il quale, da sempre, sono sempre stato abituato a guardarla. Verrebbe voglia di allungare una mano per provare a vedere se un sottile strato di vetro trasparente non ci sia davvero, ma qualcuno potrebbe non prenderla bene. E' in un momento come questo che uno potrebbe tranquillamente versarle addosso uno dei bicchieri di vino bianco offerti per l'inaugurazione, come fosse succo d'arancia all'angolo tra due strade nel centro di Londra.
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