La trama (con parole mie): Hazel e Gus sono due adolescenti colpiti da forme diverse di tumore, la prima rimasta segnata nel fisico e nell'approccio alla vita, più "difensivista", ed il secondo arrembante e pronto a cogliere l'attimo dopo un osteosarcoma che gli ha portato via la gamba destra.Conosciutisi ad un gruppo di sostegno per malati e da subito legati, i due costruiscono giorno dopo giorno una storia d'amore fondata sugli interessi comuni e non: uno di questi è un romanzo che li porta a viaggiare fino ad Amsterdam per incontrare l'autore dell'opera, per quello che potrebbero ricordare come il momento migliore delle loro brevi vite.Una volta tornati negli States, però, il Destino sarà pronto a chiedere il tributo alle loro malattie, finendo per portarli a fronteggiare quello che avevano temuto dal primo giorno: il fatto che uno di loro possa morire lasciando inevitabilmente l'altro.
Sono davvero felice. Da tempo, infatti, non mi capitava di avere così tanta voglia di massacrare di bottigliate un film da prima a durante a dopo la visione come è capitato con questo Colpa delle stelle.Fin dai primi passaggi del trailer, infatti, avevo subodorato la classica americanata alla melassa degna delle stroncature delle grandi occasioni, che neppure alcune recensioni sorprendentemente positive erano riuscite ad intaccare: e fin dai primi minuti, in bilico tra sigarette non fumate e voce off più irritante che nel più irritante dei Malick, sono stato felice di trovare conferma delle mie aspettative, neanche Moccia avesse deciso di dedicarsi all'avventura a stelle e strisce in pieno stile Muccino.Curioso come, qualche mese fa, con l'uscita in sala di Alabama Monroe, ben più di un blogger era rimasto indignato rispetto al presunto sfruttamento del dolore provocato dalla perdita di un figlio, mentre ora (quasi) tutti corrono ad applaudire questa caramella pietista gigante che vomita banalità sul cancro mascherandosi da cosa figa e simpatica pronta a giocare con battute e gag neanche fossimo tornati a Gran Torino: ma vaffanculo, dico io.Due adolescenti innamorati volano ad Amsterdam ben consci del fatto che potrebbero schiattare da un momento all'altro e che fanno, invece che ammazzarsi di canne e scopare fino allo sfinimento? Vanno dritti alla casa di Anna Frank - davvero un colpo basso da Oscar - per un primo bacio strappalacrime che fa sembrare Tre metri sopra il cielo una specie di filmone da Festival di Cannes dopo essere stati giustamente bastonati dall'autore del romanzo che tanto li ha fatti sentire speciali e vicini - interpretato da un Willem Defoe che parte a mille e si riduce, nel finale, alla peggiore delle macchiette, vergogna anche per lui -.Se non altro, nel corso di quello che dovrebbe essere il passaggio simbolo della pellicola, ho potuto tornare con la mente al Randall di Clerks e Clerks 2, pronto a confondere la già citata Frank con la Keller, pensando fosse "sorda, cieca e muta".
Sia ringraziato Kevin Smith.Neppure Lars Von Trier, quest'anno, era riuscito nell'impresa di farmi incazzare così tanto, e rimanere a bocca aperta di fronte ad una vera e propria immondizia buonista che non solo con il Cinema c'entra poco - agghiaccianti i protagonisti, terribile la struttura, che risparmia sulla sceneggiatura inserendo spezzoni da video musicale per spingere la colonna sonora di fatto occupando con la stessa metà del tempo destinato ai dialoghi -, ma che mercifica la malattia trasformandola in una sorta di simpatica amica con la quale prima o poi si finisce a dover dare appuntamento per un the delle cinque un pò più prolungato degli altri.L'unica a salvarsi da un tracollo clamoroso e completo è Laura Dern, il cui ruolo risulta più profondo ed interessante rispetto al resto del cast, pronta ad incarnare la volontà di una madre che sfrutta l'esperienza traumatica della malattia della figlia per poter aiutare altre famiglie trovatesi nella stessa situazione: ma è una consolazione misera rispetto a quella che è una versione da fighette di Noi siamo infinito che potrebbe piacere giusto a pusillanimi come Cannibal Kid o Kekkoz, che nonostante siano decisamente radical finiscono per abboccare alla più classica trappola hollywoodiana strappalacrime e zuccherosa neanche fossero i più ingenui tra gli spettatori.E come se tutto questo non bastasse, l'agonia si prolunga per due ore suonate, sfruttando un crescendo che dovrebbe lasciare senza fiato per il dolore ma che di fatto ha finito per sbigottire gli occupanti di casa Ford, incerti se concedersi una liberatoria risata di fronte a tutta questa immondizia o sgranare gli occhi rispetto all'evidenza degli intenti biechi del regista e degli sceneggiatori, pronti a sfruttare una materia perfetta per un prodotto da stupro sentimentale e culturale come il romanzo da cui è tratto il film - romanzo che non ho letto e che non mi sogno, a questo punto, neppure di aprire -.Non si confonda, dunque, questa merda al caramello per coraggio di affrontare la malattia, o la morte.E non mi si venga a raccontare la stronzata di alcuni infiniti che sono più grandi di altri.Se a diciotto anni mi fossi ammalato di cancro, sarei stato incazzato con dio, le stelle e tutte le puttanate di film come questo.E avrei cercato di scopare il più possibile e divertirmi il più possibile prima che le luci si potessero spegnere, altro che cerchi romantici da Banca Mediolanum costruita intorno a te.E sono incazzato anche con film come questo, che ricattano tutti gli spettatori, dai più tecnici a quelli occasionali, quasi come se si avesse paura di parlare male di qualcosa che riguarda la malattia.Come se, criticandoli, ci si tirasse addosso la sfortuna.Vaffanculo, dico io, di nuovo.E non alle stelle, che probabilmente se ne fregano, come è giusto che sia di piccoli esseri insignificanti come noi.Ma a quelli come Josh Boone, che se avessi un figlio adolescente malato e finissi per guardare questa roba, andrei a cercare per gonfiarlo come una zampogna.E per chiudere, e per chi non avrà mai il coraggio di scriverlo, dirlo, o anche solo pensarlo, lo dico io: Colpa delle stelle è una cagata pazzesca.E se anche fossi malato, mi farei novantadue minuti di applausi.
MrFord
"So open your eyes and see
the way our horizons meet
and all of the lights will lead
into the night with me
and I know these scars will bleed
but both of our hearts believe
all of these stars will guide us home."Ed Sheeran - "All of the stars" -