Colpa delle stelle di John Green

Creato il 17 aprile 2013 da Nasreen @SognandoLeggend

John Green

John Green è nato nel 1977. È cresciuto in Florida e in Alabama, dove ha frequentato una scuola non molto diversa da Culver Creek, e oggi vive a Indianapolis. Cercando Alaska è stato il suo primo romanzo e negli Stati Uniti ha vinto numerosi premi come miglior libro per Young Adults. Nel 2013 diventerà un film della Paramount Pictures scritto e diretto da Josh Schwartz, il creatore di The O.C. Rizzoli ha pubblicato anche Teorema Catherine Città di carta.

Sito: John Green

Titolo: Colpa delle stelle
Autore: John Green (Traduttore: G. Grilli)
Serie: //
Edito da: Rizzoli (Collana: Narrativa Ragazzi)
Prezzo: 16,00 € 
Genere: Romanzo Contemporaneo, Narrativa Straniera, Young Adult
Pagine: 360
Voto
  

Trama: Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale, andrà pagato.

Recensione

“Il mio libro preferito era Un’imperiale afflizione, ma non mi andava di raccontarlo in giro. A volte leggi un libro e ti riempie di uno strano zelo evangelico che ti convince che il mondo frantumato che ti circonda non potrà mai ricomporsi a meno che, o fino a quando, tutti gli esseri umani non avranno letto quel libro. E poi ci sono libri come Un’imperiale afflizione, di cui non puoi parlare con l’altra gente, libri così speciali e rari e tuoi, che sbandierare il tuo amore per loro sembrerebbe un tradimento.

Non era nemmeno che il libro fosse così bello. Era solo che l’autore, Peter Van Houten, sembrava capirmi in strani, impossibili modi. Un’imperiale afflizione era il mio libro, nel modo in cui il mio corpo era il mio corpo, e i miei pensieri i miei pensieri.”

Queste sono le parole più adatte per descrivere il romanzo di John Green e che lui stesso scrive tra le pagine di Colpa delle stelle, arrivato in Italia solo qualche mese fa dopo l’approvazione ricevuta in tutto il mondo, grazie all’editore Rizzoli.

Un libro perfetto in un modo imperfetto, l’approccio allo stesso è un po’ complicato, perché il tema trattato è difficile e doloroso, ma John riesce a illustrarlo con un occhio vispo.

Colpa delle stelle parla di tumori giovanili; la protagonista Hazel, ha scoperto di avere un tumore che inizialmente ha colpito la tiroide e i polmoni a soli 13 anni e da allora, grazie a una cura sperimentale, che in lei sembra avere avuto effetto e che le ha donato altri 3 anni di vita, vive la sua esistenza attaccata ad una bombola di ossigeno, ma per fortuna il suo cancro è in remissione. Hazel, è la protagonista che non ti aspetti, una ragazza che ha dovuto lottare sin da bambina per un diritto alla vita che le è stato negato da un male che vuole solo crescere e nutrirsi.

Il romanzo inizia con il racconto di Hazel che viene costretta, dalla madre e dal suo dottore di base, a partecipare ad un gruppo di supporto contro la depressione per ragazzi malati di tumore. Lì conoscerà altri ragazzi nelle sue stesse condizioni, tra loro spicca Isaac, a cui da bambino è stato rimosso un occhio a causa di un tumore particolarmente raro. Lui e Hazel sembrano condividere la loro esperienza in quel gruppo improbabile di malati cronici tramite i sospiri e le occhiate mentre gli altri ragazzi raccontano le loro esperienze sul continuare a sopravvivere.

Hazel è una protagonista spigliata e irriverente, di quelle che ti lasciano un sorriso sulle labbra nonostante tutti i drammi che debba sopportare.

Il gruppo rappresenta un luogo dove poter stringere amicizie con altre persone che si trovano o si sono trovate in una situzione simile alla tua, ma non è un romanzo edulcorato purtroppo come nella vita reale non tutti sopravvivono alla lotta.   

L’altro protagonista è Augustus, che parteciperà ad una seduta per sostenere l’amico Isaac a cui dovranno asportare l’occhio buono perché il cancro si è ripresentato, ma neanche lui è immune a questo male che l’ha colpito qualche anno prima con un cancro alle ossa ed ha dovuto subire l’amputazione di una gamba.

«Letteralmente?» ho chiesto. «Siamo letteralmente nel cuore di Gesù» ha detto.
«Pensavo che fossimo nel seminterrato di una chiesa, ma siamo letteralmente nel cuore di Gesù.»
«Qualcuno dovrebbe dirglielo, a Gesù» ho fatto io. «Dev’essere un bel rischio per Lui tenere nel cuore dei ragazzini malati di cancro.»
«Glielo direi io» ha ribattuto Augustus, «ma si dà il caso che sia letteralmente incastrato dentro il Suo cuore, per cui non mi sentirebbe.»
Ho riso. Lui ha scosso la testa e mi ha guardato.

Tra i tre ragazzi nasce una vera amicizia, in particolare tra Hazel e Augustus, che si ritroveranno ad affrontare insieme le difficoltà.

Il tumore ha bloccato questi ragazzi e nonostante abbiano amici sani, con loro, la comunicazione resta in parte frenata, poiché non fanno più parte di quel mondo in cui il futuro è un dato di fatto; questi ragazzi devono lottare ogni giorno per avere un’occasione di andare avanti, non lasciandosi abbattere dalle cure, dolorosissime già per un adulto.

La malattia li lega in modo indissolubile perché loro sanno ciò che si passa e non hanno bisogno di dare futili spiegazioni.

Augustus ama le metafore, non ha ancora la patente di guida nonostante i suoi diciasette anni, va a scuola e gioca spesso e volentieri ai videogiochi con Isaac.

«Non ti uccidono, se non le accendi» ha detto mentre la mamma fermava l’auto praticamente attaccata al cordolo. «E non ne ho mai accesa una. È una metafora, sai: ti metti la cosa che uccide fra i denti, ma non le dai il potere di farlo.»

«È una metafora» ho detto, dubbiosa. La mamma temporeggiava.

«Proprio così, una metafora» ha detto lui.

«E quindi tu ti comporteresti in un modo rispetto a un altro sulla base delle risonanze metaforiche…» ho detto.

«Oh, sì.» Ha sorriso. Il suo sorriso largo, quello vero, quello buffo. «Sono un devoto credente nella metafora, Hazel Grace.»

I protagonisti si fanno amare al primo sguardo, e state bene attenti, non si prova pietà per loro, li si ama incondizionatamente perché hanno un mondo tutto loro di percepire sia le semplici che le difficili cose. Molto importante è l’organizzazione Make a wish, che dà la possibilità di far esprime un desiderio ai bambini gravemente ammalati per far capire anche ai piccoli che nulla è impossibile, portando il sorriso e la gioia nelle loro vite poco fortunate, e far si che ritrovino la forza per continuare a lottare.

Particolare sarà il rapporto che si creerà tra Hazel, Augustus e l’autore Van Houten.

Dato che Van Houten lascia il suo libro – “Un’imperiale afflizione” – incompiuto, per chissà quale motivo, sia Hazel, che successivamente Augustus, si interrogano su quale sia il “vero finale” del romanzo, tanto da far desiderare ai due ragazzi di intraprendere un viaggio intercontinentale per trovare le risposte alle loro domande.

Molte volte, noi lettori, idealizziamo i nostri scrittori, coloro che attraverso le loro parole sono stati capaci di farci provare sentimenti ed emozioni vere, credendo che loro sapranno darci tutte le risposte e immaginando che una persona che ti faccia provare tutte queste sensazioni grazie alla scrittura, sia una persona degna di tale nome. Idealizziamo anche i personaggi da loro creati, credendo che l’unica persona che possa dare un lieto fine ai protagonisti sia lo scrittore, ma ci sbagliamo.

Quando chiudiamo il libro i personaggi non restano bloccati, ma si creano uno posticino proprio nel nostro cuore, un posto in cui tu puoi scrivere il tuo finale alla storia e rendere tuoi i personaggi, ed è proprio perché oramai sono diventati “tuoi”, che questo non sminuirà mai la visione dell’autore. Perché il lettore ama continuare la storia anche quando il libro è finito. Chi di voi non si è mai ritrovato a pensare, dopo aver appena terminato il libro, chissà cosa succede ai nostri beniamini?

L’autore sa scrivere e sa prendersi in giro, sarebbe impossibile per me non citarvi almeno qualcuna delle sue perle, perché lo ammetto, il mio ebook è quasi tutto evidenziato. Dietro alle sue battute fatte dire da Hazel o Augustus si nasconde una verità semplice che a volte troppo profonda per essere appresa nella sua semplicità.

Abbiamo scritto l’annuncio insieme, correggendoci l’un l’altro mentre procedevamo. Alla fine è venuto così:

Altalena Disperatamente Sola

Cerca Casa Amorevole

Altalena decisamente usata ma strutturalmente solida cerca una nuova casa. Donate al vostro bambino/a ricordi, così che lui o lei un giorno guardando il giardino sul retro provi il dolore che ho provato io oggi pomeriggio. Tutto è fragile ed effimero, caro lettore, ma con questa altalena il tuo bambino/a sarà introdotto agli alti e bassi della vita umana in modo delicato e sicuro, e potrà forse imparare la lezione più importante di tutte: non conta quanto forte ci si spinge, non conta quanto in alto si sale, non si potrà mai fare tutto il giro. 

Ammetto di aver rimandato la lettura di questo libro per tanto tempo, ma dopo nemmeno aver letto il primo capitolo, ho capito l’errore che ho commesso, perché è davvero un bel libro; anche se parla di una sofferenza incurabile, l’autore è bravissimo. Il libro non è cupo, visto l’argomento trattato, ma descrive la malattia e le persone con una simpatia e un umorismo che ti lascia con un sorriso amaro sulle labbra…

Un libro che vi farà ridere di cuore, sorridere e piangere, ma che vi conquisterà dalle prime pagine se gli date almeno una speranza, non lasciatevi distrarre dal cancro e godetevi questa splendida esperienza insieme ad Hazel e alla penna di John Green.

 

Autore articolo: momi87

Una pandina rapita dai libri… credo che sia la mia miglior descrizione. I libri mi rapiscono sin dalla tenera età, prima mi dedicavo alla lettura dei classici ma da qualche anno sono diventata una Fantasy-Dipendente. Altre passioni? La musica, non riesco a resistere alle melodie che mi accompagnano ogni giorno della mia vita.


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