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Colpa delle stelle (John Green): la vera imperiale afflizione

Creato il 08 settembre 2014 da Nageki @nagikka

Colpa delle stelle di John Green

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Colpa delle stelle
di John Green
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 356
Data di uscita: Giugno 2014
Voto: 5/10

Sinossi

Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.

La mia opinione

Spinta dall'entusiasmo generale mi sono decisa a legge Colpa delle stelle, scegliendo quindi di dare una seconda chance a John Green dopo la delusione di Cercando Alaska. Purtroppo anche Colpa delle stelle non mi è piaciuto, lo ritengo infatti un romanzo decisamente sopravvalutato e fin troppo artificioso.
Colpa delle stelle di John GreenHazel ed Augustus sono due adolescenti malati di cancro le cui esistenze si intrecciano in seguito ad un incontro in un gruppo di supporto per chi è afflitto da tale patologia. Tra i due ragazzi scatta la scintilla ed insieme si recheranno in Olanda per conoscere l'autore di un romanzo particolarmente caro ad Hazel.
Effettivamente non c'è altro da aggiungere per quanto riguarda la trama di Colpa delle stelle, se non il fatto che i due si innamorano a pagina 10, o quasi. La trama è  talmente scarna da essermi domandata come abbiano fatto a girare un intero film con così pochi elementi a disposizione perchè, diciamocelo, succede ben poco. Buona parte del romanzo gira infatti attorno ad alcuni punti focali che vengono ripetuti allo sfinimento:
  • i muscoli di Augustus, i suoi occhi azzurri, l'aspetto sexy
  • un'imperiale afflizione (il libro tanto caro ad Hazel)
  • svariati discorsi pseudo-filosofici tra i due protagonisti

Hazel ha solo sedici anni, certo, ma l'autore poteva dare l'impressione che non fosse solo l'aspetto fisico di Augustus ad aver fatto breccia nel cuore della ragazza. Insomma, per quanto riguarda questo punto rientriamo appieno nei canoni del peggiore degli young adult. Per farvi qualche esempio ho pensato di segnarmi alcune citazioni e le relative pagine.
Alto, asciutto e muscoloso (pag. 10)
Insomma, diciamolo, era sexy (pag. 11)
Ha sorriso e poi ha distolto i suoi occhi azzurri (pag. 11)
Aveva una voce bassa, fumosa, eccitante da morire (pag. 12)
Aveva gli occhi così azzurri che ci si poteva quasi vedere attraverso (pag. 12)
Ogni sua sillaba flirtava. Dico sul serio, mi eccitava (pag. 15)
Aveva una mascella fantastica, purtroppo (pag. 16)
Gli ho dato un colpetto per scherzo sul braccio. Ho sentito il muscolo sotto alla pelle, teso e sbalorditivo (pag. 20)
Era proprio bello (pag. 25)
L'intensità dei suoi occhi azzurro acqua (pag. 25)
I muscoli degli avambracci tesi (pag. 35)
Ho visto Kaitlyn e il suo ragazzo (carino, ma francamente non un altro Augustus) (pag. 39)
Le mie dita si sono strette intorno ai suoi bicipiti (pag. 49)
Era così bello (pag. 62)
Dio quanto è bello (pag. 82)
Le sue braccia forti mi stringevano al suo torace muscoloso (pag. 105)
Mi ha lanciato un'occhiata. Dio, se era sexy (pag. 112)
Potevo vedere le curve dei suoi muscoli delle sue braccia avvolte intorno a me (pag. 114)
E poi ho sentito il suo torace robusto (pag. 114)
Non era più il muscoloso, bellissimo ragazzo che mi aveva fissato quella volta al gruppo di supporto (pag. 125)
Giusto, più che altro è incredibilmente sexy (pag. 134) 

Dopodichè Hazel/John Green vogliono renderci partecipi del fatto che Augustus sfoderi spesso un sorriso sbilenco, il famoso "crooked smile" alla Edward Cullen:
Mi sembrava quasi di sentire il suo sorriso sbilenco (pag. 47)
Il suo sorriso sbilenco (pag. 90)
Mi ha rivolto il suo sorriso sbilenco (pag. 114)
E mi regalava il suo sorriso sbilenco (pag. 114)
Il suo sorriso deliziosamente sbilenco (pag. 121)
Si è aperto in quel suo sorriso sbilenco (pag. 25)

Lungo l'intero corso di Colpa delle stelle, Hazel non fa altro che citare il libro "Un'imperiale afflizione", fittizio romanzo partorito dalla mente di un altrettanto fittizio autore, tale Peter Van Houten. Per pagine e pagine, Hazel si tormenta in merito alla sorte dei personaggi: la madre di Anna sposerà l'olandese dei tulipani? l'olandese era onesto? e che cosa accade al criceto Sisyphus?
L'ossessione di Hazel la porta addirittura a comparare il suo tormento a quello di Isaac, ragazzino cieco a causa del cancro (oltre che fresco reduce da una cocente delusione amorosa). A pagina 104 Hazel, arrabbiata per l'impossibilità di conoscere il finale del romanzo,  sostiene di "sentire il lamento di impotenza di Isaac". Ho trovato davvero di cattivo gusto mettere sullo stesso piano un capriccio ed una tragedia quale la perdita della vista, un po' come il famoso bacio di Hazel ed Augustus all'interno del museo dedicato ad Anna Frank (senza contare l'applauso di contorno, ma credo sia già stato scritto molto a riguardo ed anzi, vi rimando all'eccellente recensione di Muriomu).
Colpa delle stelle di John GreenProvo una forte antipatia nei confronti di Hazel ed Augustus, sebbene immagino che l'intento dell'autore fosse ben altro. Hazel è la classica adolescente capricciosa tutta presa dalla sua prima cotta, al punto da prendere ripetutamente a pesci in faccia i genitori, persone distrutte dal dolore di fronte alla consapevolezza della probabile dipartita della figlia. Sono numerosi i momenti in cui la madre di Hazel cerca di stare vicina alla figlia, sentendosi urlare contro risposte sarcastiche che mi hanno molto infastidita, per non parlare di quando si riferisce ai propri genitori definendoli "grasse creature sedentarie" (pag. 39). Inutile dire che il suo atteggiamento nei confronti delle figure genitoriali muta solo ed esclusivamente nel momento in cui le viene concesso di recarsi all'estero insieme ad Augustus.
Lo stesso Augustus non ha saputo entrarmi nel cuore, il tutto a causa della sua insopportabile
Colpa delle stelle di John Greensaccenza, l'infinito autocompiacimento ed un finto filosofeggiare così privo di naturalezza. Ho letto recensioni in cui viene descritta la fedeltà con cui John Green ha saputo ritrarre due adolescenti, ma sono in disaccordo. Trovo che nulla di quanto ha tratteggiato l'autore si avvicini a quello che potrebbe essere l'atteggiamento di due ragazzini nella vita di tutti i giorni, figuriamoci a stretto contatto con la consapevolezza della propria imminente dipartita da questo mondo. Scopriamo invece due adolescenti che discutono di "risonanze metaforiche", di negazioni del costrutto americano della colazione, di "premi cancro" e sonetti che Hazel conosce a memoria.
« [le sigarette] non ti uccidono se non le accendi. E non ne ho mai accesa una. E' una metaforsa, sai: ti metti la cosa che uccide fra i denti, ma non le dai il potere di farlo »

Difficile provare affetto per un personaggio così egocentrico, soprattutto quando di fronte alla disperazione di Isaac (che, vi ricordo, sta per diventare cieco a causa del cancro e che per questo è stato lasciato dalla sua ragazza) non muove un dito per fargli sentire la sua vicinanza. Mentre Isaac lancia e distrugge i trofei che si trovano nella stanza, August rimane impassibile perchè troppo preso dalla presenza di Hazel:
All'improvviso Isaac ha cominciato a dare calci tremendi alla sua poltroncina fino a scaraventarla verso il letto di Gus. «Eccoci» ha detto Augustus. Isaac ha seguito la poltroncina e l'ha presa di nuovo a calci. «Si» ha detto Augustus. «Prendila. Spaccale il culo, a quella seggiola!» Isaac l'ha calciata di nuovo finchè la poltrona non è rimbalzata sul letto di Gus, e allora Isaac ha afferrato un cuscino e ha cominciato a sbatterlo contro il muro, tra il letto e la mensola dei trofei.
Augustus mi ha guardato, con la sigaretta in bocca e il suo mezzo sorriso. «Non riesco a smettere di pensare a quel libro.»
«Fa così, vero?»
«Non ha mai detto che cosa succede agli altri personaggi?»

Altro aspetto irritante di questo romanzo è stato il finale, in particolare la scena del funerale quando invece di commuovermi sono scoppiata a ridere. In un libro come questo non mi sarei mai aspettata di assistere ad una scena fantozziana, eppure è successo quando Hazel scopre che Van Houten siede alle sue spalle. Tralasciando l'improbabile presenza, che cosa dire della sua apparizione sul sedile posteriore dell'auto di Hazel? senza contare che lei non si accorge di Van Houten fino a dopo la partenza, eppure il cieco sarebbe Isaac...
Avrei invece apprezzato maggiore attenzione alla famiglia e non mi vergogno a dire che le uniche parti in cui ho versato qualche lacrima sono proprio quelle incentrare sul dolore dei genitori. In un certo senso si è ripetuto quello che a suo tempo provai leggendo Amabili resti di Alice Sebold. Non è facile restare impassibili e si finisce con l'immedesimarsi nel dolore di chi è rimasto solo, di chi deve dire addio ad una persona cara o abituarsi all'idea della sua dipartita.
Colpa delle stelle di John GreenDeliziosa invece la scena di Hazel seduta sull'altalena in giardino, un oggetto pieno di ricordi un tempo piacevoli ed ora così dolorosi. Emozionante anche l'affermazione di Hazel quando dice di essersi innamorata di Gus come quando ci si addormenta, o il suo doloroso paragonarsi ad una granata pronta ad esplodere ed a ferire chi la ama. Se Green avesse continuato a scrivere il libro in questi brevi episodi di ispirazione, con ogni probabilità il mio giudizio sarebbe stato positivo.
Non mi sento quindi di consigliarvi la lettura di questo romanzo ed anzi, faccio fatica a spiegarmi il suo immenso successo. Oltretutto, Colpa delle stelle è solo uno dei tanti romanzi appartenenti al filone sick lit tratteggiato da Christian Auricchio su 40 secondi, filone dal quale mi terrò alla larga. Peccato.

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