Colpi

Creato il 07 agosto 2011 da Fabry2010

da qui

Il poliziotto ha la pistola in mano, il dito sul grilletto, lo sguardo fisso sul bulldozer. Allunga le braccia, le mani sono unite, strette all’arma; la nuca è rasata e la camicia bianca.
- Ho bisogno di parlarti.
- Ti sento agitata, Magdalenne.
Un uomo, con la maglietta blu, grida qualcosa nel telefonino; più avanti c’è un soldato col casco e la giacchetta neri.
- Come potrei starmene tranquilla?
- Vieni qui.
Sullo sfondo s’intravedono i palazzi e un cipresso dai rami striminziti.
- Ho paura, Yehochoua; tutto dice contro, siamo in balia di un nemico inafferrabile.
La pala del bulldozer è rivolta verso l’alto; la gente corre in direzioni opposte, un uomo vestito d’azzurro è riuscito a salire sul predellino insanguinato.
- C’è un nemico visibile e uno invisibile. Il primo può ucciderti soltanto; il secondo rubarti l’anima, per sempre.
Si aggrappa al tettuccio, per non essere sbalzato; il mezzo scarta a destra e a sinistra, con violenza.
- Mi sento debole, non potrei stare senza te.
L’uomo col telefonino ha abbassato le braccia: guarda incantato, l’odore della morte dà alla testa.
- Stringiti a me, non avere paura, Magdalenne.
L’azzurro del vestito è una macchia scura che cerca di aderire al finestrino.
- Non posso, temo di perderti per sempre.
La gente corre, alza le braccia, ma si tiene a debita distanza.
- Guardami negli occhi.
Un clacson suona all’impazzata, non si capisce da dove possa provenire.
- Mi ricordano il lago, il tramonto che colora di rosso le pieghe delle onde.
Ora si fermano: che sta succedendo?
- Quante volte ho pensato di immergermi con te, le notti che non riuscivo a prender sonno.
L’uomo azzurro è davanti al finestrino, sta per compiere un gesto decisivo: si capisce dalla sagoma immobile, pronta a scattare da un momento all’altro.
- Noi due, lontani da tutti, fatti di sole e d’acqua.
Il clacson insiste, da dove sta arrivando?
- Siamo schiuma che s’infrange contro i sassi.
Alza il braccio, ha una pistola in mano.
- Nel cuore umido del mondo, al riparo dall’odio e dall’invidia.
Si sporge dentro, esplode un colpo, una nuvola si allarga nell’interno.
- Ci siamo già: non senti l’acqua che ti scende dalle spalle, Magdalenne?
Un altro colpo, l’autista rimbalza, la nuvola scomparsa si riforma.
- Sì, riesco a sentirla, ma è un’acqua gelida, che fa rabbrividire.
Un altro colpo ancora, la figura all’interno si piega da una parte, il clacson suona, suona, da dove arriverà, maledizione?
- Non tutto finirà: ci credi, Magdalenne?
Ancora un colpo, l’autista non riesce più a rialzarsi, l’uomo azzurro si volta verso gli altri.
- Non mi basta, Yehochoua, capisci: non mi basta!
Scrosciano gli applausi, quello col casco e la giacchetta neri dà il cambio all’uomo azzurro.
Il sole è tramontato, il lago è una macchia umida che deposita la schiuma sulla riva.



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