Sassi lanciati contro il treno in corsa: succede anche questo nella disastrata Circumvesuviana, la linea tranviaria che collega Napoli con i Comuni della provincia, salita all’onore delle cronache per i numerosi problemi economici che ne decretarono quasi il fallimento. A fare le spese di questo incredibile gesto è una donna, ferita alla testa, che accusa i dipendenti della società.
Raffaella è ovviamente sconvolta per il fatto accaduto, proprio lei che tornava dall’Inghilterra: “Vivo a Manchester da tre anni circa – racconta al “Il Mattino” - Sono laureata in Scienze internazionali e diplomatiche all’ Orientale e ho trovato un’opportunità lavorativa lì, presso una società di alta formazione. E pensare che ero tornata per proporre progetti culturali e di sviluppo alla Regione e al Comune di Castellammare.“ E invece “mentre guardavo dal finestrino il paesaggio, ho sentito un dolore lancinante alla testa e lì per lì ho quasi pensato di avere avuto un problema al cervello. dopo qualche secondo ho iniziato a gridare perché c’era tanto sangue che fuoriusciva dalla parte superiore del lobo destro.” Paura e dolore ma i passeggeri intorno a lei non sembravano essersi accorta di nulla, come racconta lei stessa: “Attorno a me, da parte degli altri, ho avvertito solo indifferenza e inciviltà. Solo una dottoressa è accorsa e mi ha aiutato. Non mi hanno neanche soccorsa dopo, e il treno, invece di fermarsi, ha continuato la sua corsa, tanto che sono dovuta scendere alla stazione di Castellammare dove i miei genitori mi hanno portata all’ospedale.”
La donna ce l’ha anche con gli addetti della Circumvesuviana: “Sono accorse due persone: non so bene se fossero macchinisti o controllori. Fatto sta che il treno si è fermato, quando sono giunti da me. E, mentre piangevo dal dolore, con molta freddezza e senza chiedermi come mi sentissi, mi hanno chiesto i documenti. Io li ho guardati senza rispondere, poi sono riuscita a prendere il documento dalla mia borsa, con la mano insanguinata. Loro lo hanno preso e sono andati via. Poi me lo hanno riportato e il treno è ripartito. La dottoressa ha chiesto loro cosa ne sarebbe stato della pietra, loro hanno risposto che sarebbe stata gettata via. A quel punto la dottoressa ha protestato, ha preso la pietra, l’ha avvolta in un fazzoletto dicendomi di portarla ai carabinieri e di sporgere denuncia contro ignoti. E così ho fatto”.