Samantha Cristoforetti la contempla dall’oblò e non resiste alla tentazione di fermarla in una foto e in un pensiero: «Vedere l’Italia dalla cupola dell’astronave è stata un’emozione intensa. Vista dallo spazio è proprio bella. Scalda il cuore». Dallo spazio, già. Perché appena si comincia a perdere quota, l’Italia vista dalla cupola diventa l’Italia della cupola, delle mille cupole e cupolette che confluiscono in un unico cupolone visibile a occhio nudo. Il cupolone delle tante lobby in lotta l’una contro l’altra e tutte in lotta contro lo Stato, a sua volta in guerra con i cittadini e in combutta con i privilegiati.
Se ieri fosse rientrata nella nostra atmosfera, Samantha avrebbe avvistato scontri per le strade, antiche sindacaliste e premier precoci che si urlavano addosso senza ascoltarsi, mamme che annegavano i figli e altre che non riuscivano a seppellirli per mancanza di soldi e solidarietà umana. E in sottofondo il cicaleccio televisivo di criminologi e politologi che discutevano di famiglie dissestate, tangenti ben assestate, infanticidi, femminicidi e correnti assassine del Pd. Samantha ha ragione. Vista dall’alto, da fuori, da qualsiasi posto tranne che da vicino, l’Italia scalda il cuore. Il problema è l’atterraggio.
(di Massimo Gramellini)
2012/1130/1030