Combattere il capitalismo, si può?

Creato il 22 novembre 2013 da Ilcanechesimordelacoda
Non stiamo iniziando la solita litania, sul non andare al supermercato perchè fa parte della nostra cultura consumista, e anche se esistono alternative ci servirebbe del tempo per praticarle, tempo che non abbiamo proprio per la stessa causa guarda te!
Ma è proprio vero che non esistono alternative? è proprio vero che siamo obbligati dal sistema? Certo il vivere alternativo comporta dei rischi, rischi che comunque esistono anche nella vita ordinaria. Non rischiamo continuamente di perdere il lavoro? c'è talmente tanta richiesta di esso che è diventato molto più facile sostituirci e lo sappiamo bene, per questo viviamo in un costante stato d'ansia...
E allora cosa cambierebbe se lo sfidassimo invece questo sistema? Non ci tiene affatto al sicuro e vorrei portarvi degli esempi incoraggianti di gente che ci ha provato.
Nel 2008 un ragazzo catalano Enric Duran, soprannominato Robin Hood’s bank, ha annunciato di aver ottenuto, tramite 68 prestiti erogati da 39 diverse banche, la somma di 492.000euro.
Dichiarò di non aver nessuna intenzione di restituire i soldi e anzi, che li avrebbe destinati a progetti anticapitalisti. Ha infatti pubblicato 3 giornali indipendenti che ha poi distribuito gratuitamente in cataluna. Ha anche fondato una cooperativa, la cooperativa Integral Catalàna, http://cooperativa.cat/es/
Enric ha di fatto aperto un dibattito sul sistema capitalista e ha lanciato azioni di protesta e movimenti contro di esso, durante le sue interviste chiede infatti agli altri di imitarlo. Nel 2009, di ritorno dal suo viaggio in Europa per portare in giro la sua idea, viene arrestato all’università di Barcellona a causa della denuncia di tutte e 39 le banche truffate. Dopo due mesi fu scarcerato su cauzione di 50.000 euro. Nel 2011 il pubblico ministero gli contestò una condanna a 8 anni per i reati di presentazione di documenti falsi e insolvenza, ma pare che per quanto riguarda l’insolvenza non sia più prevista la detenzione in Spagna. Sa che il carcere resta una possibilità per lui, ma sostiene che la sua causa è troppo importante per tirarsi indietro. Nella sua Carta Pubblica ricorda che in passato, l’inizio della detenzione per alcuni attivisti coincise con l’inizio del successo per la causa. Come fu per l’abolizione del servizio civile in spagna e come accadde a Nelson Mandela. Per citarlo, “Io preferisco la libertà pericolosa alla schiavitù pacifica.”
Altro interessante caso è quello del russo Dimitry Agarkov che ha scannerizzato un contratto di quelli che ci inviano continuamente le banche e lo ha cambiato mettendoci zero interessi, zero commissioni, nessun limite di spesa, e cambiando l’URL del sito del contratto imponendo pesantissime sanzioni in caso di rescissione del contratto o mancato rispetto dei termini dello stesso. La banca ha controfirmato senza rileggere e ha inviato la carta di credito. Quando se ne sono accorti era ormai troppo tardi e anche tutto perfettamente legale. Dimitry ha trovato la truffa perfetta, pare che tuttavia non si sia approfittato della situazione.
IO PREFERISCO LA LIBERTà PERICOLOSA ALLA SCHIAVTù PACIFICA,  ecco questo post vorrebbe farvi riflettere sulle parole di Duran, sarà poi così pacifica questa schiavitù? A me non sembra, il capitalismo è violenza, o ti omologhi e ti sottometti per sopravvivere a malapena o... Esistono le alternative, open your mind!

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