Combattere l’insonnia con i CYNIC

Creato il 16 gennaio 2014 da Cicciorusso

È sempre molto facile marciare sul complesso di inferiorità che molti metallari covano nei confronti di generi come il jazz e il progressive, però ai Cynic non riesco a farne una colpa più di tanto, e non solo per la stima imperitura che dobbiamo loro per aver partorito nel 1993 quel capolavoro di Focus. Paul Masvidal e Sean Reinert si erano resi conto già subito dopo lo scioglimento che a loro l’heavy metal non interessava più. Dimostrando coerenza, misero su una nuova band chiamata Portal e sottoposero la demo alla Roadrunner, che rispose loro picche. Siccome accà nisciuno è fesso, dieci anni dopo si ripresentarono con dei pezzi che erano più o meno la stessa roba che avevano composto con i Portal, però riesumando il vecchio marchio. Che nella vita bisogna essere un po’, ehm, cinici. Infatti stavolta beccarono subito un nuovo contratto, nel 2008 arrivò Traced In Air e tutti si sentirono in dovere di parlarne bene. Non che fosse un brutto album, per carità. Però se invece che come Cynic si fossero fatti il giro delle case discografiche come, che so, The Sarchiapons, col cavolo che la Season of Mist li avrebbe fatti firmare, sperando di poterli contrabbandare ai metallari.

Gli svarioni etnici da sushi bar dell’ep Carbon-Based Anatomy, pubblicato due anni fa, mi avevano lasciato l’amaro in bocca, nonché la certezza incrollabile che dei Cynic non mi sarebbe più fregato nulla, nonostante il ritorno di Sean Malone, che è sempre un bel sentire. Nei giorni scorsi sono usciti due pezzi di anticipazione di Kindly Bent To Free Us, il terzo full che sarà fuori a febbraio: la title-track, che potete ascoltare a questo link, e The Lion’s Roar, del cui lyric video potete fruire qua sotto. Sono decisamente meglio dei brani dell’ep, in un paio di passaggi strizzano l’occhio al passato, dopo qualche ascolto svelano anche spunti interessanti e sono formalmente perfette (e ci mancherebbe), tuttavia non mi hanno detto assolutamente nulla. Non capisco cosa stiano cercando di fare o, più, probabilmente non mi interessa capirlo. Il limite è quindi mio, a voi magari faranno impazzire. Il problema però non è questo. Il problema è che ne scriveranno tutti perché là sopra c’è scritto “Cynic” e tutti si sentiranno in dovere di parlarne bene per il terrore di passare per ignoranti.



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