Combattere l'ossessione digitale

Creato il 29 luglio 2011 da Ilbicchierediverso

Il web è lo spazio più libero del pianeta e della nostra società oppure è una macchina in cui ci siamo lasciati ingabbiare?

Da questa domanda, ma ce ne sono moltissime altre, si aprono ogni giorno nel grande e nel piccolo di ognuno di noi e tra di noi, numerosi dibattiti pro o contro lo spazio virtuale che occupiamo quotidianamente.

Per darci qualche risposta ci siamo lasciati andare alla lettura di HOMO INTERNETICUS Restare umani nell’era dell’ossessione digitale (Piano B Edizioni) di Lee Siegel.

Il testo è scritto da uno dei più grandi esploratori delle risorse virtuali e della blogosfera che possiamo annoverare tra i nostri contemporanei, nonché critico culturale e saggista, ma anche profondo conoscitore delle trappole in cui si può incappare quando si naviga (emblematico il suo caso di autodifesa on line attraverso pseudonimo che gli ha causato l’allontanamento dalla testata per cui scriveva), quindi una voce che possiamo considerare autorevole sotto ogni punto di vista.

Nel suo saggio non svela misteriose verità, ma ricorda quali sono, critica la nostra mancanza di critica in un incessante memento che rende lo scritto terribilmente furioso, perché ognuno di noi dimentica che la rivoluzione digitale ha comportato anche una rivoluzione umana che tra fasti e tecno entusiasti non ha avuto mai una coscienza critica e autocritica, non si è mai davvero rapportata alla solitudine che si può vivere nella più totale connettività o ai sensi di presenza-assenza a cui questa può condurre.

Siegel affronta tematiche a noi (s)conosciute, che però non vogliono mostrarci con il rovescio della medaglia, di cui si nega il rovescio della medaglia fino a risultare ridicoli. Sembra strano che non si parli di questo libro, che si faccia fatica ad averne riscontri sulla stampa mainstream, quasi che ci fosse una specie di rifiuto (soprattutto per chi vuole incrementare le piattaforme virtuali delle testate cartacee) a parlare di ciò che non va in internet.

Siamo tutti parte della rete, ma in che modo? Perché? Perché dobbiamo conoscere e apprezzare soltanto il lato positivo e non poter scegliere di conoscere anche quello negativo?

Homo interneticus è un libro ostilmente vero, un saggio che riesce a stimolare la coscienza distruttiva e costruttiva del nostro rapporto con il mondo on line.

Una lettura che consigliamo vivamente per far vivere l’umanità che ci strappano ogni giorno con colpi bassi e virali fatti di pop up e offerte apparentemente tese alla nostra felicità.

Buona scelta

IBD

ilbicchierediverso@gmail.com


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