Come affrontare l’apertura della Trota: i consigli del Dream Team

Da Pietroinvernizzi

Trota marmorata pescata sull’Adda da Mario Narducci

L’apertura della trota si avvicina.  E non sarà un giorno di pesca come gli altri: l’attesa dopo mesi lontani dal torrente, le temperature rigide (in acqua e non solo), l’affollamento di pescatori, l’obbligo del ”piede asciutto” per evitare di calpestare le uova di trota. All’appuntamento è bene presentarsi pronti, nello spirito e nell’attrezzatura. Per non farci mancare nulla, noi di Anonima Cucchiaino abbiamo chiesto a cinque amici e grandi pescatori, maestri nello spinning e nella mosca, di darci qualche consiglio su come affrontare il ritorno al torrente: a che ora andare a pesca, quali esche scegliere, che zone del fiume battere, quali tecniche di recupero adottare. A formare il nostro Dream Team sono Savino Re (il Savio), cacciatore di marmorate a spinning in Sesia, Mario Gianninone (il Ruccio), decano dei moschisti del Toce, Roberto Cazzola, padre dello spinning italiano e inventore della tecnica spinfly, Matteo De Falco, pescatore top per versatilità e direttore di Caccia e pesca, e Mario Narducci, presidente dello Spinning club Italia. Approcci e stili diversi, un unico obiettivo: cominciare la stagione della trota con un bel pesce in fondo alla lenza, sempre nel rispetto del fiume e dell’ambiente.

1-SPINNING: A CACCIA DI MARMORATE NELLE BUCHE PROFONDE

Savino Re con una Marmorata di 75 centmetri

«Esche di reazione per cercare catture importanti»

Il consiglio per cercare la marmorata all’apertura è usare esche “di reazione”, quindi rumorose. È meglio un cucchiaino rotante rispetto a un ondulane. Io, in generale, non credo nelle colorazioni fluorescenti nella pesca alla trota e di norma privilegio sempre il colore argento. Quanto alla zona del fiume in cui tentare la cattura, conviene privilegiare  i tratti con tanta acqua, soprattutto le buche più fonde, battendo bene anche le prismate, le lame con una buona portata d’acqua e le depressioni del fondo in prossimità dei piloni dei ponti. Il fatto che l’acqua sia fredda, e di conseguenza il metabolismo dei pesci rallentato, impone un recupero lento dell’esca, che va fatta lavorare vicino al fondo. Di norma ovviamente fine febbraio non è il periodo migliore dell’anno per pescare, però l’apertura può regalare belle soddisfazioni: ci si trova a lanciare in acque in cui nessuno pesca da mesi e dove i pesci sono quindi meno disturbati. Un espediente per cercare belle catture può essere quello di lanciare in zone dove sono stati immessi pesci pronto-pesca: la grossa marmorata potrebbe essere infastidita dalla presenza improvvisa di un grande numero di pesci più “stupidi” e per questo divenire più aggressiva. Se di taglia veramente importante, la marmorata potrebbe addirittura entrare in caccia per cibarsi dei pesci appena immessi.

Savino Re detto Savio, pescatore di marmorate e presidente della Società valsesiana pescatori sportivi (S.v.p.s.)

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2-MOSCA: EFFIMERA IMITATIVA PER TROTE SVOGLIATE

Una delle rarissime foto del Ruccio in pesca (da Google Immagini)

«Inutile svegliarsi all’alba, indispensabile muoversi molto»

Anzitutto, se pescate a mosca, dormite pure! Svegliarsi alle sei per essere in pesca alle sette a fine febbraio è del tutto inutile. Con l’acqua fredda, le ore migliori sono quelle comprese fra mezzogiorno e le tre del pomeriggio. Io per tutta la prima metà di marzo non scendo mai al fiume prima delle 11.30 e non aspetto certo il tramonto per tornare a casa. Se c’è brutto tempo e bassa pressione, le cose cambiano un po’: è probabile che le schiuse anticipino di mezz’ora e proseguano più in là nel pomeriggio, quindi in quel caso vale la pena pescare più a lungo, cominciando prima. Quanto alla scelta del corso d’acqua, è meglio battere i grandi fiumi rispetto ai torrenti, dove le trote sono ancora rintanate. Dedicatevi soprattutto i tratti del fondovalle e spostatevi tanto, camminate anche per chilometri e chilometri fino a quando non vedete il pesce che moschetta. Nei tratti veloci o con troppa poca acqua, in assenza di segnali di attività, lanciare è quasi inutile. Da provare invece le grandi buche, che possono sempre riservare belle sorprese e catture davvero importanti. Quanto alla scelta della mosca, in linea generale una buona scelta può essere una march brown o una adam. Comunque, conviene puntare su effimere imitative montate su amo 16.

Mario Gianninone detto Ruccio, maestro di pesca a mosca sul Toce

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3-MOSCA E SPINNING: ELOGIO DELLA LENTEZZA

Matteo De Falco affronta un torrente pescando a mosca

«Ninfa e gomma su testina piombata sono le scelte vincenti»

Lentezza. L’apertura richiede lentezza. Ed è il contrario del mio modo di pescare! Io di solito sono impaziente, faccio due lanci e mi sposto. L’apertura invece è il momento in cui più vale la pena di insistere su una buca, di far sostare l’artificiale in strike zone un attimo in più. Per chi padroneggia entrambe le tecniche, si pone poi un dilemma: mosca o spinning? Se per spinning si intende pesca al lancio con hard bait, penso che sia più probabile prendere un pesce a mosca, con coda di topo e ninfa. Se invece si ha una visione dello spinning più “laica”, le cose cambiano: una gommina che saltella sul fondo di una buca è probabilmente il modo migliore per sperare di prendere una trota all’apertura. La ninfa, come la piccola esca di gomma su testina piombata, è un pasto facile per la trota, che può mangiare senza quasi spostarsi. Un cucchiaino rotante o un ondulante prevedono un inseguimento, e con l’acqua ancora gelida è improbabile che una trota abbia voglia di rincorrere più di tanto. Per il resto, ninfa o gomma che sia, i consigli non cambiano: cercate buche profonde, battete il fondo valle. E scegliete i fiumi che conoscete meglio. L’apertura non è certo il momento giusto per sperimentare.Io penso andrò sul Brenta, il mio fiume, all’altezza di Bassano.

Matteo De Falco, direttore editoriale di Caccia e pesca e Cacciaepesca.tv

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4-SPINFLY: SUGLI APPENNINI IN CERCA DI ACQUA MENO FREDDA

Roberto Cazzola con una bellissima fario presa a spinfly, tecnica di sua invenzione

«Fate saltellare sul fondo una mosca in colori naturali»

All’apertura pescherò senz’altro a Spinfly, tecnica che io stesso ho inventato e che in consiste nel lanciare mosche con attrezzatura ultra-leggera da spinning. Per chi vuole cimentarsi con lo Spinfly nell’ultimo week-end di febbraio, il consiglio è di scegliere un fiume appenninico con una discreta portata come ad esempio il Trebbia, che amo molto: rispetto ai corsi alpini, l’acqua sarà meno fredda. Questo ovviamente non garantisce catture, ma aumenta la probabilità di prendere qualcosa. Usate una canna in grado di lanciare 2-10 grammi, imbobinate un nanofilo di qualità su un mulinello di misura 1000 e come esca una ninfa. Le migliori in questa stagione sono quelle un po’ voluminose, montate su amo 10 con testina in tungsteno, che pesano un paio di grammi. Come colori, sceglierei il marrone e il nero, non certo le tinte troppo accese. A questo punto, non vi resta che scegliere una porzione del torrente lenta e con tanta acqua e provare tutti i lanci possibili: a valle, a monte, in testa alle pozze. Quanto al recupero, assicuratevi che la mosca saltelli sui sassi in modo lento e irregolare. Pensando all’orario, le ore migliori sono le più calde della giornata. Questa regola vale in generale per i periodi freddi. Ma se  il 24 febbraio il clima sarà già primaverile, le ore più calde della giornata potrebbero essere quelle in cui l’acqua è più fredda per effetto dello sciogliersi della neve.

Roberto Cazzola, padre dello spinning italiano e inventore della tecnica spinfly

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5-AMBIENTE: IL RISPETTO PER FIUMI E TORRENTI

Mario Narducci, presidente dello Spinning club Italia attivo nelle campagne di difesa dell’ambiente fluviale

«Pescate a piede asciutto per non disturbare le fregole»

Che per l’apertura scegliate un grande fiume o un torrente, poco importa. Quello che conta è rispettare l’ambiente e l’ecosistema. Come? Anzitutto, attenendosi con scrupolo alla regola del piede asciutto. Per entrare in acqua avrete tutta la primavera, l’estate e l’autunno. Fino a quando fa freddo, non è detto che il processo di riproduzione delle trote sia terminato, quindi camminando in acqua rischiereste di fare strage di uova e avannotti. Nascosti sotto i sassi. I salmonidi producono, al contrario dei ciprinidi ad esempio, un basso numero di uova ma di dimensioni superiori. Questo significa che il singolo uovo ha più possibilità di schiudere, ma caplestando un nido si produce un danno molto superiore. Inoltre la temperatura mediamente più fredda delle acque da salmonidi comporta una maggior durata del periodo di incubazione per raggiungere la schiusa (si parla di diverse settimane fino a oltre il mese). Per paragone, le uova dei ciprinidi o del siluro ci mettono pochi giorni. Quindi è un’ipotesi del tutto realistica quella di trovare all’apertura le zone di frega con ancora le uova non schiuse ed è una norma di prudenza necessaria pescare senza entrare in acqua! In alcuni casi il piede asciutto è  imposto o  consigliato dalla associazioni che gestiscono il torrente o il fiume. Nel caso non lo sia,  seguite comunque la vostra coscienza.

Mario Narducci, presidente dello Spinning club Italia

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IMPORTANTE. Facciamo una piccola aggiunta, che piccola non è. Pietro Invernizzi di Anonima Cucchiaino è stato eletto consigliere della S.v.p.s., associazione di pescatori fra le più nobili in Italia, guidata da pescatori seri di cui condividiamo i valori. Da oggi Pietro, assieme a Savino e al resto del Consiglio, darà una mano a preservare e curare le acque di quel fiume meraviglioso che è il Sesia. Questo ci rende felici e ci riempie di orgoglio. Rock’n'Rod !



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