Un febbrile ritorno avanza piano,
stretto tra le nascoste pieghe vive
delle cose perdute, andate, prive
d’orme chiare, ma che un nuovo, lontano
sguardo riemerso sembra riuscire
a ridestare, come ai giorni dell’oro.
E sembra che le voci amiche, in coro,
ti sussurrino frasi da carpire
nel silenzio presente, sorda luce,
corolla di fermenti che si schiude
alla ferma fiducia, all’accoglienza
del tuo fertile vuoto, delle nude,
tenui trame, disperse nell’assenza,
che un filo inafferrabile ricuce.
(Inedito) - Francesco De Girolamo