Oggi mi dedicherò a un tipo di file che, probabilmente, la maggior parte di voi non avrà mai visto né sentito nominare e che, altrettanto probabilmente, la maggior parte di voi non vedrà mai, perché al momento non sembra avere ottenuto molto successo, al di fuori di qualche nicchia. Al momento, certo, ma in futuro chissà. Mi riferisco al formato
DJVU (da pronunciarsi come l’espressone francese “déjà vu”, per chiunque fosse interessato).
DjVu è un sistema di compressione per immagini, sviluppato verso la metà degli anni ’90 per risolvere un problema molto specifico: la scansione di testi cartacei e la loro distribuzione attraverso internet, conservando il più possibile la qualità del testo originale. Più precisamente, è nato per produrre scansioni di alta qualità, ma anche di moderate dimensioni, adatte dunque a essere visualizzate velocemente su un sito, oppure scaricate altrettanto velocemente e senza ritrovarsi con mallopponi di decide di
MB (e alla metà degli anni ’90, quando è stato sviluppato, la velocità di download era un grosso limite). Rispetto a formati più comuni e famosi, come il
JPEG o il
GIF, le dimensioni di una immagine realizzata col sistema DjVu possono essere anche dieci o venti volte inferiori, pur mantenendo una qualità pari o più spesso superiore.
Una immagine prodotta con la tecnologia DjVu avrà naturalmente estensione
DJVU. Uno ebook realizzato riunendo assieme più immagini in formato DJVU sarà a sua volta in formato DJVU. Non se ne trovano molti, ma è possibile imbattersi in questo formato se cerchiamo libri più o meno vecchi, che qualche persona dotata di molta pazienza ha scansionato e salvato in forma digitale. Sembra aver ottenuto un certo successo in campo scientifico, quando si tratta di distribuire libri e manuali cartacei, in modo non necessariamente rispettoso delle varie leggi sul copyright. Il che è in fondo rispondente alle intensioni dei creatori del DjVu, i quali volevano appunto un sistema per poter digitalizzare e distribuire tutta la cultura ancora incatenata al formato cartaceo.
Ma lasciamo stare le discussioni teoriche e veniamo a un problema molto concreto: come si apre un file con estensione DJVU?
Una soluzione è quella di installare un plugin (cioè una piccola estensione, che aggiunge nuove funzioni a un programma) nel vostro browser (che, ricordiamo, è il programma con cui vi collegate a internet): soluzione alla portata di tutti, ma non molto comoda, almeno per i miei gusti. Due esempi sono
DjVuLibre e
DjVu Browser Plug-in.
Un’altra soluzione è quella di scaricare un programma apposito per visualizzare questo tipo di file, un programma come
WinDjView, che è gratuito e di piccole dimensioni.
WinDjView è un programma per sistemi operativi
Windows (come è facile intuire dal nome), ma esiste anche la versione
MacDjView, per sistemi operativi
Macintosh: potete scaricare entrambe dallo stesso sito e sono praticamente uguali. Questo è un esempio di come appare un file DJVU, aperto con WinDjView.
Come potete vedere, WinDjView assomiglia vagamente ad
Acrobat Reader e a programmi di quel tipo: nella colonna di sinistra abbiamo una serie di anteprime con tutte le pagine di cui il nostro libro è composto, mentre a destra troviamo l’ingrandimento della pagina che stiamo leggendo. La dimensione della pagina può ovviamente essere aumentata con lo zoom e nella barra in alto, subito sotto i menu, troviamo appunto una serie di comandi che ormai dovrebbero essere familiari, perché sono quasi uguali a quelli di Acrobat Reader. Se non vi sono familiari, basterà spostare la freccia del mouse su un pulsante e avrete un suggerimento sulla sua funzione (in inglese).
Se ci accontentiamo di leggere un ebook in formato DJVU, allora non c’è altro da aggiungere. Possiamo utilizzare WinDjView come un qualsiasi altro programma per la lettura di file (Acrobat Reader è l’esempio più ovvio). Se invece il formato DJVU non ci piace e vogliamo convertirlo in un più familiare PDF, possiamo farlo direttamente da WinDjView, ma con un’avvertenza: dobbiamo avere già installata nel nostro computer una stampante virtuale, per realizzare PDF. WinDjView non converte un bel niente: è solo un programma per visualizzare files. Utilizzando però la funzione di stampa che possiede (l’icona a forma di stampante, in alto a sinistra), possiamo però salvare il file che stiamo leggendo nel formato PDF, se il nostro computer possiede i mezzi per farlo. E i mezzi tipici per farlo sono il classico (e costoso, per chi lo acquista)
Adobe Acrobat Pro, oppure programmi come
PDF Creator,
PDF Creator Plus e tanti altri.
Potete però anche tenervi il vostro file in formato DJVU, leggerlo con WinDjView e vivere felici.
Una nota. Le versioni più recenti di WinDjView (e forse anche di MacDjView, suppongo, ma non ho provato) richiedono l’installazione del programma. Una volta installato, il programma sarà associato ai file con estensione DJVU. Molto comodo, certo, ma alcuni utenti hanno lamentato un comportamento non del tutto corretto da parte del programma (o meglio, del suo creatore), perché apporterebbe alcune modifiche a certi browser (cambiamento della pagina iniziale e installazione di una barra). Questo accadrebbe solo con le versioni che richiedono installazione, ossia con le versioni
1.X e successive (adesso siamo alla
1.0.3). Per questo motivo, ma anche perché io non amo installare troppa roba sul mio computer, suggerisco di
scaricare la versione 0.5, che è più vecchia ma ha il pregio di non richiedere installazione: è sufficiente lanciare il programma e poi usarlo per aprire un qualsiasi file in formato DJVU.