la pubblicità contestuale e i venditori di fumo digitale: continua l’intervista sul web marketing a Giulio Xhaet. Se volete leggere la prima parte cliccate qui.
I titoli sono importanti, ma come farli? Se ad esempio parlo di un libro in un post devo sempre mettere titolo e nome dell’autore se voglio che Google e i motori di ricerca sappiano di cosa parla e lo indicizzino. In questo modo però non si possono fare dei titoli creativi, a meno di non farli lunghissimi aggiungendo, al nome e al titolo del libro, anche un titolo creativo. E’ così?
La SEO non deve mai ammazzare la creatività, ma bisogna anche spiegare sin dal titolo di cosa e di chi si sta parlando. Bilanciate le informazioni di base e la creatività con lo spazio a disposizione di titoli e sottotitoli. Pensate anche a come intercettare pubblico potenzialmente interessato che però non conosce né l’autore né il titolo in questione e che quindi, non inserirà queste parole chiave, ma keyword più generiche sull’argomento trattato. È uscito un buon romanzo horror italiano? Provate a vedere quali parole chiave correlate a “romanzi” e “horror” sono quelle più cercate in Italia, attraverso strumenti quali Google Adwords: Strumento Parole Chiave e Google Trends: una soluzione potrebbe essere ad esempio: “La nuova rivelazione dell’horror italiano” (titolo post) – “Esce oggi titolo di autore” (sottotitolo post).
Perché gli utenti sono abituati a una dieta di lettura su internet breve e sintetica: Twitter docet. Se disponete di contenuti vasti e approfonditi potreste pensare di dividerli in un post a più appuntamenti (parte 1, parte 2 ecc), in modo di avere più contenuti e poi di ragggruppare il tutto in un ebook/dossier scaricabile gratuitamente dagli utenti, magari attraverso modalitá di social payment attraverso le quali gli utenti pagano con una condivisione sui social. Provate Pay With a Tweet: è davvero efficace per moltiplicare la visibilità dei vostri contenuti.
Tra l’altro ho letto su Prima Comunicazione che nei giornali online a pagamento, le notizie non devono essere brevi come quelle che si trovano gratis sul web, ma al contrario lunghe e approfondite, in modo da offrire “un’esperienza immersiva”.
Sono daccordo, anche se gli utenti disposti a pagare con un paywall di questo tipo sono ancora una piccola nicchia, soprattutto in Italia: tendenzialmente se devono pagare preferiscono andare in edicola e sfogliare la cara vecchia carta!
I database sono da studiare con attenzione: se troppo generici non funzionano. Inoltre la legislazione è severa con chi “acquista” i dati degli utenti in modo non trasparente nei loro confronti. Le persone non devono sentirsi invase da mail a pioggia, onde evitare l’effetto spam e in definitiva ottenere un effetto boomerang, anche nelle pagine di Google. Quindi andateci estremamente cauti con questi soggetti: spesso si tratta di venditori di fumo digitale. Vi consiglio caldamente la lettura di E-mail Marketing di Nazzareno Gorni, edito da Hoepli, che vi spiega come sviluppare strategie via newsletter e dem (Direct Email Marketing) davvero efficaci. Altrimenti esistono strumenti quali Mailchimp che vi permettono di lanciare una vostra newsletter a migliaia di utenti, e finchè non raggiungete diverse migliaia di contatti nel vostro database, Mailchimp è totally free.
Gli scambi di link privi di contenuto per Google contano pochissimo, probabilmente quasi zero. E se fate crosslinking con realtà a caso potrebbe persino danneggiarvi. L’unica cosa che consiglio è creare una pagina di partner / clienti / stakeholder nei quali aggregate in pagine tematiche i loro loghi, immagini e contenuti testuali di riferimento.
Su internet si può conoscere bene il proprio target e quindi è possibile fare una pubblicità mirata, ma siamo proprio sicuri che serva a qualcosa che ogni volta che vado in un sito m’insegua una pubblicità dei voli per Lisbona, dove sono appena andata? Oppure mi propongono un libro che ho già letto e che non ho nessun bisogno di comprare? Che effetti può avere tutto questo se non irritarci come quando riceviamo le innumerevoli telefonate dagli insopportabili gestori telefonici?
La pubblicità contestuale è agli albori e ancora poco raffinata: dati statistici però dimostrano che se ben progettata è efficace per un target specifico. Se proponete argomenti / prodotti / servizi di nicchia può offrire risultati di business non indifferenti. Il mio consiglio è di studiare con attenzione come funziona il retargeting in modo da poterlo gestire e modificare la vostra campagna in tempo reale, sapendo perché lo fate.
Ma è ancora presto per preoccuparsi: fate su Amazon un regalo ai vostri nipoti cercando tra bambole e costruzioni per bambini ed ecco che la piattaforma comincerà a consigliarvi peluche e omini della Lego. Sotto questo punto di vista il Grande Fratello digitale è ancora giovane, inesperto e, diciamolo, pure un po’ tonto
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Giulio Xhaet è consulente e formatore professionista per grandi aziende e piccole e medie imprese; fondatore di Professioni del Web, coordinatore scientifico e docente presso la Business School del Sole 24 Ore, strategic Consultant presso Ninja Marketing, CEO e Co-Founder di Appluego – startup che si occupa di applicazioni mobile per grandi eventi – e autore per del volume Le Nuove Professioni del Web.
Giulio Xhaet .è consulente e formatore professionista per grandi aziende e piccole e medie imprese; fondatore di Professioni del Web, coordinatore scientifico e docente presso la Business School del Sole 24 Ore, strategic Consultant presso Ninja Marketing, CEO e Co-Founder di Appluego – startup che si occupa di applicazioni mobile per grandi eventi – e autore per del volume Le Nuove Professioni del Web. – See more at: http://cronacheletterarie.com/2013/12/18/come-aumentare-il-traffico-e-salire-nella-gerarchia-di-googleintervista-allesperto/#sthash.RWODhBaS.dpuf