Come posso io, singolo individuo in un mondo popolato da miliardi di persone, sperare di cambiare le cose? Ci sono molte ragioni per cui una domanda tanto disfattista sorge spontanea: l’educazione ricevuta, una vita di frustrazioni e amarezza, e il ricordo doloroso dei momenti in cui non siamo stati in grado di Fare Qualcosa.
Ma non c’è dubbio che facciamo la differenza in ogni momento. Il vero problema è che, se cambiamo le cose solo in modo inconsapevole, probabilmente non otterremo mai l’effetto desiderato.
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In realtà possiamo davvero fare la differenza e in ogni singolo istante possiamo decidere quello che succederà subito dopo. Le nostre sono azioni sono intenzionali, e altrettanto gravide di conseguenze. C’è chi pensa che la nostra vita quotidiana non possa cambiare il corso della storia, ma è ormai chiaro che la storia è in realtà l’effetto congiunto di tante piccole cose che le persone comuni fanno ogni giorno. “Un numero infinito di azioni infinitesimali” le definiva Lev Tolstoj.
Per Tolstoj, infatti, “cambiamo il corso della storia dal momento in cui ci alziamo al mattino fino a quando andiamo a letto la sera, e non solo con le cose che facciamo, ma anche con quelle che non facciamo. Ciò è evidente, ad esempio, nel momento in cui andiamo – o non andiamo – a votare. Ma la conclusione logica è che facciamo la differenza anche dopo essere andati a letto, perché dormiamo anziché, ad esempio, lavorare tutta la notte a qualche manifesto politico rivoluzionario o perlustrare le strade per dare da mangiare ai senzatetto.”
Insomma, tutti siamo responsabili del modo in cui stanno le cose. Tutti siamo fondamentali, nessuno è insostituibile e ognuno di noi è l’ago della bilancia nella battaglia tra le nostre migiori e peggiori possibilità. E la forza con cui lottiamo per risollevarci dipende dalla percezione che si può e si deve fare…
John-Paul Flintoff, Come cambiare il mondo (se il mondo non ti piace), traduzione di Simona Sollai, The School Of Life, collana diretta da Alain de Botton, Guanda, 2013.