Come ci vedono i Messicani? Ecco le impressioni di Karen

Da Darioanelli @dalmessico


Si aggiunge oggi un nuovo capitolo alla rubrica "Come ci vedono i Messicani?"
Vi presento Karen, una giovane e brillante studentessa di giurisprudenza in intercambio accademico a Urbino.
Ci racconterà le sue impressioni degli italiani e del Bel Paese.
Coraggio Karen, il blog è tutto tuo!

Qual'era la tua idea dell'Italia prima di partire? Come ti immaginavi questo paese e la sua gente?

Prima di partire, la mia immaginazione era piena di stereotipi di film americani che parlavano dell'Italia: m'immaginavo di sentire il suono del mandolino mentre camminavo per le strade, oppure di trovare, ad ogni angolo, una nonna che faceva la pasta con un coltello. Ho capito dopo che quella era una idea analoga a quella del messicano col sombrero, seduto al fianco di un cactus, con un asino sonnolento e una bottiglia di tequila.
L’unica cosa che pensavo sarebbe successa, e che per fortuna è successa, è stata quella di sentire un buon profumo di pizza quando passeggiavo per il centro.

Com'è stato il processo di integrazione? Quali problemi sono sorti e come li hai affrontati?


L’integrazione per me non è stata un problema. Il primo giorno ho incontrato una ragazza italiana carinissima che mi ha prestato la sua tessera dell’università per farmi mangiare alla mensa, dopo il mio viaggio di circa venticinque ore.
Dopo lei mi ha presentato alcuni amici che si sono rivelati molto simpatici con me. Non mi sono mai sentita emarginata o sola.
Forse, l'unico problema, è stata la mancanza delle comodità di casa mia; mi mancava il letto grande, la casa pulita e ordinata a modo mio, e il forno.
Cercare soluzioni per affrontare i problemi forgia il nuovo carattere del viaggiatore.

Qual è la tua impressione degli italiani?


Gli italiani sono simpatici e cercano di aiutarti. Capiscono che ti manca la famiglia (solo loro parlano della famiglia in maniera equiparabile ai messicani), sono persone a cui piace condividere ciò che hanno. Senza dubbio, ho fatto bene a scegliere l’Italia per lo scambio accademico.

Come hai trovato la città di Urbino?


Pensavo che Aguascalientes (800.000 abitanti), la mia città natale, fosse piccola. Quando sono arrivata ad Urbino, ho scoperto un’altra dimensione per definire “piccola” una città.
Urbino, è una città che si può conoscere in un giorno, a piedi. È anche una rappresentazione vivente dell’epoca medievale; i suoi palazzi e i suoi muri sono ben curati e protetti, non lesi con troppa pubblicità moderna. Urbino è anche una città universitaria, piena di giovani studenti; d'arte e di cultura.

Esistono dei falsi miti sull'Italia?

Certo!
1) Non tutti gli italiani sono mafiosi.
2) Non si mangia tutto il giorno pasta e pizza.
3) Non tutti gli italiani sono rubacuori.

Sei arrivata in Italia in qualità di studentessa di intercambio e stai studiando all'università di Urbino. Come è nato questo progetto e come giudichi l'esperienza?


Da quando ho cominciato l’università, ho voluto specializzarmi in diritto internazionale.
Dopo alcune ricerche, ho trovato che l’Italia ha compiuto gli studi più importanti in questo campo. Ho deciso dunque di frequentare almeno un semestre nel Bel Paese.
La mia università messicana ha un convenzione con l’università di Urbino per favorire scambi accademici e così sono riuscita ad arrivare ad Urbino.
Ho trovato che i professori italiani sono professionisti di successo e il programma di studio è aggiornato (I temi e i libri, sono stati scelti correttamente per garantire uno studio aggiornato della materia).

Quali sono le principali differenze che hai riscontrato fra l'università italiana e quella messicana?


L'università messicana è troppo paternalista, con obbligo di frequenza di tutte le lezioni.
Aspetti quali la formazione degli orari e la scelta di materie, sono decisi dall’amministrazione oppure dal Consiglio Universitario e non dagli studenti attraverso un piano di studi.
Ciò rende più facile e comodo l'anno accademico, ma anche più sterile lo studio di tante materie che non interessano veramente agli studenti.
L'aspetto positivo dell'università messicana, che a volte qui in Italia mi manca, è la semplicità con cui si portano avanti le pratiche amministrative.

Come descriveresti il tipico professore italiano?


E' una persona formale, ti dà sempre di Lei, usa anche il Loro. Tutti i professori, indipendentemente dalla loro età, si calano nel ruolo del professore accademico e non fanno gli “amici”, cosa che succede spesso in Messico. Tuttavia sono sempre gentili, attenti e disponibili.

Che idea hanno, i ragazzi italiani, del Messico?


Un paese di sole e festa. Di ragazze (sopratutto ragazze) belle e pronte a sposarsi. Agli italiani piacciono le nostre spiagge, domandano spesso di Los Cabos oppure di Cancún. Hanno un commento carino sul mio Paese. Ma purtroppo, una domanda comune è anche quella sull’insicurezza e sulla pericolosità di vivere in Messico.

A chi consiglieresti questa esperienza? Hai qualche consiglio per i futuri studenti messicani a Urbino?


Consiglierei questa esperienza sopratutto agli studenti d'arte. Urbino è una città magica piena d'arte e di eventi culturali. Il consiglio più importante che mi piacerebbe dare è quello di portare prodotti alimentari messicani! Arriva sempre il giorno in cui per forza senti la mancanza del tuo paese e, in Italia, è molto difficile trovare anche le alimenti messicani più comuni.

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