Il ritmo circadiano regola tutto il nostro organismo infatti è una informazione che fa parte del patrimonio genetico di quasi tutte le cellule del nostro corpo.
Ognuno di noi ha fame, sonno, attività mentale e fisica migliore o peggiore in seguito al suo personale ritmo circadiano.
Una su alterazione classica è il fenomeno del jet lag: le cellule ricevono informazione da quelle cerebrali sensibili alla luce e dal senso di fame e quindi dai pasti. Si rivela fondamentale iniziare ad alimentarsi all'ora del luogo di destinazione già durante il viaggio. Infatti le compagnie aeree danno da mangiare già agli orari che troveremo a destinazione.
Altrimenti se manteniamo l'alimentazione al fuso di partenza confondiamo il nostro corpo che per la luce è già sincronizzato su quella di arrivo.
Man mano che si va verso la vecchiaia il ciclo perde definizione ed efficacia le sue alterazioni portano i problemi classici della terza età influendo su sonno, umore e reattività mentale.
Questo squilibrio ha grande influsso sulla memoria infatti il nostro cervello la notte fissa ed impara le cose fatte durante il giorno . Più saranno sregolati gli orari più le capacità di apprendimento saranno penalizzate.
Da qualche anno esistono evidenze scientifiche che chi altera questo ritmo per motivi lavorativi sia più a rischio per tumori e malattie legate al sistema immunitario che è quello più indebolito da questo stile di vita.
A grandi linee ci possiamo dividere in:
Usignoli: si alzano presto, hanno sonno prima la sera , dalle prime ore del mattino sono già in grado di avere attività cerebrale produttiva, la sera faticano a produrre, preferiscono lavorare la mattina.
Gufi vanno a letto più tardi, la mattina hanno attività fisiche e mentali produttive dopo le 10, preferiscono lavorare la sera.
Non vanno forzati perché l'usignolo non diventerà gufo e viceversa.
Questa peculiarità potrebbe creare problemi di compatibilità tra marito e moglie appartententi a "specie diverse".
La melatonina di cui vi abbiamo già parlato regola il sonno e tendenzialmente arriva ad un picco notturno verso le 22,30 superato quel momento e scendendo il livello si entra in quella fase dove non si riesce ad addormentarsi o si fatica molto a farlo.
Esiste un altro picco più basso verso le 16 che per esempio viene ridotto in Inghilterra dall'assunzione del famoso The a metà pomeriggio. In questo modo si rallenta e si prende qualcosa che rallenta l'attività di induzione del sonno .
Anche per l'assunzione dei farmaci diventa importante tenere conto di questi dati ed infatti abbiamo in commercio molte formulazioni con la dicitura crono che hanno proprio l'obiettivo di una azione selettiva nella fascia oraria di attività cellulare .
Piuttosto che far svegliare il paziente alle 4 di notte si impiegano sostanze che tengono il principio attivo fermo fino all'ora in cui l'azione è più efficace rispettando contemporaneamente la vita e soprattutto il sonno di chi li assume.
Speriamo di avervi regalato spunti pratici ed utili su un argomento che si studia da millenni e regala sempre nuove informazioni interessanti.